25 maggio 2013: il mio primo Mammacheblog.
In realtà quest’anno l’evento prevedeva anche la giornata di ieri, ma io ieri lavoravo e non ho potuto partecipare.
Stamattina levataccia. Certo, perché sono arrivata con tutta la famiglia. Non potevo venire da sola.
L’unico improrogabile appuntamento ce l’avevo alle 10: la registrazione del mio Showcase, ovvero del video di presentazione del mio blog e del mio canale YouTube. Chiaramente il temporale del 25 maggio che abbassa la temperatura a 9 amabili gradi ha fatto perdere il segnale al navigatore nel punto della tangenziale dove non doveva succedere; così ho rischiato di arrivare in ritardo. Stiamo per giungere a destinazione quando il mercato del sabato mattina ci sbarra l’entrata nella strada che porta al Quanta Village. Ora ditemi se non vi fa ridere. A me non molto al momento ma ora che lo scrivo mi fa tanto “Beautiful”.
Comunque sono arrivata in tempo.
Non so come sia venuto il mio video di presentazione. Voi penserete che sia facile parlare con un microfono davanti ad una telecamera per una come me che è abituata a fare video per un canale YouTube e per Tviweb. Ma non é così. Perché a casa mia dall’altra parte della telecamera non c’é nessuno, mentre stavolta c’era qualcuno. In più dovrò aspettare una settimana per vedermi. E poi chi mi monta il video??? Non Io!!!!!
Dopo questi 2 minuti che mi sono sembrati lunghi una vita la giornata é iniziata.
Non ho mai partecipato al Mammacheblog, ma ho capito che mi piace tantissimo: vai in giro con il tuo adesivo con il tuo nome, ti presenti e chiaccheri! É la mia vita! É fantastico!
Nel frattempo nel salone si svolge il programma della giornata, che prevede vari incontri.
Mi sono divertita a seguire l’intervento di Carla Gozzi, soprattutto quando ha parlato di come ci si deve, ops, dovrebbe, vestire in casa, abolendo il pigiamone che nei miei cassetti ha il podio nei primi 3 posti. Quando abbiamo fatto la foto insieme avevo il terrore che mi dicesse la frase fatidica:”Ma come ti vesti???”. Per fortuna non me l’ha detta!!!
E poi mamme con l’Ipad, mamme che twittano, mamme che allattano, mamme e papà con bambini, papà con bambini (ah…sono i miei! Quello é mio marito!), mamme con bimbi in fascia che dormono, mamme che vengono da me a presentarsi ( e io che stento ancora a crederci), telecamere che intervistano le blogger, gruppetti che si formano qua e là, risate, discorsi…. Progetti…. Foto….
La mattina scappa così ed é ora di pranzo.
La tavolata dei bambini é bellissima. Saranno circa 50 e sono fantastici. Le animatrici hanno tutto il mio sostegno!!!!!!!
Dopo pranzo un caffè, lascio i bimbi con il papà e mi dedico al programma della giornata che prevede ” iFamily: La famiglia digitale Cresce” .
In prima istanza parla Roberta Franceschetti di mamamo.it , poi Barbara Alaimo che ci ha spiegato cosa é un Coderdojo e poi Dianora Bardi del Progetto Impara Digitale.
Bellissimi tutti e tre gli interventi ma su quello della Professoressa Bardi mi sono commossa. Ve lo giuro. Ho pianto. Occhi rossi. Vorrei che i miei figli potessero avere una Professoressa come lei. Laureata in lettere quando sono nata io, ovvero nel 1978. Questo per farvi capire che non ha 30 anni. Insegna italiano e latino in un Liceo Scientifico di Bergamo. É un mito. Andate a cercare il Progetto di cui fa parte. Il progetto Impara Digitale é un progetto stupendo, un progetto che si pone come scopo quello di rendere i ragazzi protagonisti del loro sapere, con la consapevolezza che la scuola deve cambiare, deve mettersi al servizio degli studenti usando la tecnologia. In un solo tablet uno studente può avere a portata di mano un mondo intero, ma attenzione, bisogna insegnare come distinguere una fonte autorevole da una che non lo é, come svolgere bene una ricerca, ecc…ecc..
Questo e tanto altro può voler dire Impara Digitale. Gruppi di studio, essere presenti via Skype da casa, in pigiama quando si é malati, in classe…. Ma quanto può essere bello?!
QuestaProf io avrei voluto abbracciarla. Ma le ho stretto la mano. Con gli occhi lucidi. Perché mia mamma era una Professoressa. E io vorrei che i miei figli avessero dei Professori come Lei.
La Professoressa Bardi ci ha raccontato che l’ostacolo più grosso non lo trova nei genitori, non lo trova negli alunni, ma, ahinoi, lo trova nel corpo docente, che, spesso, si rifiuta, anche per stanchezza, di aggiornarsi, e, preferisce, andare avanti a parlare quattro mesi di Giacomo Leopardi senza accorgersi, forse, che gli alunni sono connessi su facebook, mentre nella classe della Prof.ssa Bardi divisi in gruppi con i tablet stanno scrivendo qualcosa su Leopardi. Come mi piacerebbe andare un giorno in una classe di questa Prof!!
Sugli occhi profondi di questa grande Donna si chiude il mio primo Mammacheblog, fantastico, colmo di emozioni, di sguardi, di strette di mani, di abbracci, di tweet e di foto condivise.