BASSANO – 100 crocifissi nelle aule del liceo Brocchi
Decisamente singolari gli auguri di Buon Natale del dirigente scolastico del Liceo Brocchi di Bassano, Giovanni Zen. Dopo le polemiche legate alla presunta uscita di studenti islamici in occasione del minuto di silenzio per le vittime degli attentati di Parigi, sulla questione religione e tradizioni il preside riaccende il dibattito con una lettera di auguri a studenti, famiglie, docenti e non docenti del Brocchi, nella quale annuncia il collocamento di 96 crocefissi nelle aule della scuola.
“Nell’esprimere i miei migliori auguri di Buon Natale, ed i migliori auspici per il nuovo anno 2016, desidero esprimere un “grazie” sincero, fraterno, a tutti, per la disponibilità dimostrata al lavoro comune in sintonia con la ricerca di qualità di un servizio effettivamente attento alle esigenze conoscitive ed umane degli studenti e delle loro famiglie.
Per dire a tutto tondo il valore di questo stile educativo, mi permetto di suggerire questa massima orientale, a riconoscimento delle tante professionalità e della passione educativa presenti al Brocchi: «Chi è maestro nell’arte di vivere distingue poco fra il suo lavoro e il suo tempo libero, fra la sua mente e il suo corpo, la sua educazione e la sua ricreazione, il suo amore e la sua religione. Con difficoltà sa cos’è cosa. Persegue semplicemente la sua visione dell’eccellenza in qualunque cosa egli faccia, lasciando agli altri decidere se stia lavorando o giocando. Lui pensa sempre di fare entrambe le cose insieme».
Una citazione che fa da pendant con un proverbio Zen: “L’Ego dice: ‘Quando ogni cosa andrà a posto, troverò pace’. Lo Spirito dice: ‘Trova la pace ed ogni cosa andrà a posto'”.
Per sottolineare, se ancora ce ne fosse bisogno, la nostra idea di scuola come “casa di tutti”, che ama il “pensiero positivo”, aperto, dialogante, ho pensato, accogliendo diverse richieste, di affiggere, nei prossimi giorni, in tutte le aule e laboratori i crocifissi (96 in tutto), non solo perché le relative norme, come ha ricordato di recente il nostro direttore regionale (nota del 4-12-15), lo prevedono, ma, prima ancora, per rendere testimonianza di simboli e valori che, assieme ad altri di altre tradizioni culturali, hanno formato la nostra storia culturale e sociale. Un patrimonio di valori essenziali ancor più oggi, vista la temperie. Mi auguro che questa scelta non sia letta come divisiva, ma come apertura di dia-logo, base cioè di un “logo” frutto dalla condivisione e dalla fraternità.
Direi ancor di più: il presepe, che ho di recente caldeggiato, ed il crocifisso vanno intesi, al di là del personale “dono della fede” religiosa, come simboli universali, non cioè solo confessionali. Se il Natale, infatti, ci dice il valore della vita come dono, il crocifisso ci dice che il senso della vita è donarsi a tutti, per il bene di ciascuno. Quale il senso di questo “donarsi”?
Facile pensare a questa domanda, se solo diamo un’occhiata agli scambi di doni-regali di questi giorni: un dono, invece, se ci pensiamo bene, non può mai essere chiesto, preteso, domandato, contrattato. Ma solo accolto, condiviso, a sua volta donato. Non esiste, in poche parole, il diritto ad un regalo. L’atto del donare, cioè, non è economico-commerciale-contrattuale. Il suo senso è sempre-oltre.