29 Marzo 2018 - 17.08

Il Coordinamento Comuni contro inquinamento Pfas scrive al Parlamento Europeo

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Il “Coordinamento dei Comuni contro inquinamento da Pfas” ha scritto al Parlamento Europeo in quanto in quella sede si possa velocemente rivedere la “Direttiva sulla qualità delle acque destinate al consumo umano”.
L’obiettivo è che le Istituzioni europee, visti i gravi episodi di inquinamento delle falde e le inevitabili conseguenze anche per la rete acquedottistica, come è avvenuto nella nostra area inquinata da sostanze perfluoroalchiliche, si adoperino affinché ci sia finalmente una normativa di tutela del “bene acqua” uguale per ogni Stato membro. Tale azione di tutela sia anche sostenuta da una politica attenta alla salvaguardia del territorio, investimenti di bonifica nelle aree che necessitano interventi mirati, azioni di messa in sicurezza per garantire a tutti i cittadini di ogni Stato membro dell’Europa una tutela della propria salute.
Questo è il messaggio inviato al Parlamento Europeo dal Coordinamento dei Comuni contro inquinamento da Pfas:
Nel corso dell’estate del 2013, a seguito di alcune ricerche sperimentali su potenziali inquinanti “emergenti” effettuate su incarico del Ministero dell’Ambiente, è stata segnalata la presenza, in alcuni ambiti del territorio regionale Veneto, di sostanze perfluoro alchiliche (PFAS) in acque sotterranee, acque superficiali e acque potabili.L’area è pari a 180 chilometri quadrati e conta una popolazione stimata di 300.000 abitanti. . All’interno di quest’area, 21 comuni si sono trovati a dover far fronte all’inquinamento anche dell’acqua potabile visto che la loro falda risulta fortemente inquinata da pfas. Da allora sono state notevoli le risorse investite e le azioni intraprese dagli organi competenti per affrontare un’ emergenza per la quale non esistono ancora studi approfonditi e risolutivi. Consistenti gli investimenti effettuati sul piano sanitario, con l’attivazione di uno studio di monitoraggio biologico sulla popolazione dell’area maggiormente esposta a PFAS che coinvolgerà 85.000 persone per un durata di 10 anni, e sugli acquedotti con l’installazione di moderni e costosi sistemi di filtri a carboni attivi.
Passata ora la fase di emergenza acuta, in attesa di allacciamenti a nuove fonti di approvvigionamento, rassicurati dai valori pfas presenti nell’acqua potabile prossimi allo zero, restano tante preoccupazioni sia sul futuro ambientale che sulla bonifica e la tutela delle falde.
In considerazione di quanto sopra esposto e nel timore che i risultati raggiunti possano essere vanificati I Sindaci di 16 comuni della Regione Veneto, costituitisi in Coordinamento, in quanto garanti della salute pubblica e custodi dell’ambiente, chiedono, a nome di tutti i cittadini che rappresentano, in applicazione del principio di precauzione, che la normativa europea stabilisca concentrazioni di pfas nelle acque potabili, prossime allo zero.
Ecco il link a cui è stato inoltrata la petizione: https://ec.europa.eu/info/law/better-regulation/initiatives/com-2017-753_en#initiative-givefeedback

Il Coordinamento dei Comuni contro l’inquinamento da Pfas è costituito dai seguenti Comuni:
Alonte
Agugliaro
Asigliano Veneto
Campiglia dei Berici
Castegnero
Minerbe
Montagnana
Noventa Vicentina
Orgiano
Pojana Maggiore
Pressana
Sarego
Sossano
Roveredo di Guà
Val Liona

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