Decine di lavoratori in nero scoperti nel centro di Venezia
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L’azione della Guardia di Finanza di Venezia contro il “lavoro sommerso” prosegue senza sosta, con particolare attenzione al centro storico lagunare.
Dall’inizio del 2024, i militari del Comando Provinciale, attraverso i controlli economico-finanziari di routine, hanno identificato 28 lavoratori completamente “in nero” (ossia senza alcun contratto di lavoro e non segnalati ai centri per l’impiego) e 24 lavoratori “irregolari” (impiegati con qualifiche o orari diversi da quelli effettivi, oppure contrattualizzati a “chiamata” ma non comunicati all’Ispettorato del Lavoro per i giorni di controllo). Questo ha permesso ai datori di lavoro di ottenere notevoli risparmi sui costi retributivi, contributivi, assicurativi e fiscali.
Nell’ultima settimana, ad esempio, i finanzieri del 1° Nucleo Operativo Metropolitano hanno scoperto 16 lavoratori, alcuni dei quali completamente in nero, impiegati presso una sala da ballo in zona Arsenale e un emporio in zona Cannaregio.
In totale, 19 datori di lavoro – principalmente operanti nell’indotto turistico, come ristoranti, bar, sale da ballo, empori e negozi di souvenir – sono stati sanzionati per l’impiego di manodopera “in nero” e/o irregolare, con multe che vanno da un minimo di 1.950 euro a un massimo di 11.700 euro per ogni lavoratore irregolare scoperto.
In particolare, per quattro attività (empori, negozi di chincaglieria e ristoranti) dove è stata riscontrata una maggioranza di lavoratori in nero rispetto a quelli regolari, è stata proposta all’Ispettorato Territoriale del Lavoro la sospensione immediata dell’attività. A seguito di tale provvedimento, i datori di lavoro hanno regolarizzato la posizione dei lavoratori assunti in nero (italiani, cinesi e bengalesi), pagando un’ulteriore sanzione amministrativa di 2.500 euro per evitare la chiusura.
Dall’inizio dell’anno, in tutta la provincia di Venezia, la Guardia di Finanza ha scoperto 101 lavoratori in nero e 86 irregolari, verbalizzando 59 datori di lavoro.
Queste attività ispettive sono fondamentali per la tutela dell’economia legale: il lavoro nero è una piaga per l’intero sistema economico, sottraendo risorse all’Erario, danneggiando gli interessi dei lavoratori spesso sfruttati, e rappresentando una delle forme più dannose di concorrenza sleale.
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