8 Maggio 2018 - 11.47

NOVENTA – LONIGO: Un morto con due tombe: guerra fra vedova e madre

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di P.U.

Incredibile vicenda nel Basso Vicentino. Una storia che divide Noventa Vicentina e Lonigo, le due storiche capitali dell’area. Ma questa volta non si parla di ospedali, servizi o opere pubbliche, bensì di una questione privata che riguarda il decesso di un cittadino.

Qualche mese fa, infatti, è venuto a mancare un uomo residente a Noventa, di poco più di 60 anni (non forniamo ulteriori dettagli per rispetto della privacy e del dolore dei famigliari). Da decenni residente a Noventa, ma originario di Lonigo, ha lasciato la moglie e i figli. Il lutto privato ha però aperto una questione che rischia di creare qualche frizione fra i due comuni, in una vicenda che paradossalmente vede tutti dalla parte della ragione, o almeno dell’umana comprensione.

I funerali dell’uomo si sono tenuti a Noventa Vicentina, dove risiede la moglie. Il corpo è stato tumulato nel cimitero del paese.
A Lonigo, però, risiedono la sorella e l’anziana madre del defunto e la sua famiglia di origine possiede una tomba di famiglia proprio nel camposanto leoniceno. Madre e sorella hanno deciso di riservare al congiunto scomparso un loculo con tanto di nome, cognome, foto e date di nascita e di morte, come se il corpo fosse stato tumulato in quel cimitero. Una scelta dettata dalla necessità di poter pregare per l’anima del fratello e del figlio nel posto in cui riposano anche gli altri famigliari.

Una scelta che però ha indisposto la vedova noventana dell’uomo, che non accetta il fatto che vi sia un secondo loculo a suo nome. Per riposare in pace, secondo la donna, deve esistere una sola tomba sulla quale piangere, la tomba nella quale effettivamente è stata posta la salma. Evidentemente fra le due parti non corre buon sangue e probabilmente le due famiglie non si parlavano da anni. E’ anche difficile entrare in una dinamica famigliare così complessa e senza dubbio è inopportuno dare giudizi.

In ogni caso, è arrivata una richiesta al Comune di Noventa di intervenire e di farsi da tramite nei confronti del Comune di Lonigo, affinché dal loculo siano tolti i riferimenti al marito. Gli amministratori comunali noventani sono stati, infatti, interessati alla questione da parte della vedova. A loro volta hanno messo in contatto i due uffici comunali competenti affinché la questione venga risolta in ambito amministrativo, con una soluzione pacifica e bonaria nel rispetto della legge, fra le parti prima che si arrivi alle aule dei tribunali.

Abbiamo interpellato il sindaco di Lonigo Luca Restello, visibilmente sconvolto da questa vicenda. “E’ una vergogna -ci dice-
che una questione umana di questo tipo debba essere ricondotta ad una vicenda legale, di diritto. Come Comune abbiamo dovuto mandare una lettera di diffida alla madre del defunto, spetterà a lei rimuoverla e se non lo farà dovrà provvedere il Comune. Ma voglio sottolineare che la ritengo una vergogna. Sono irritato e sconvolto in primis perché non si può impedire ad un’anziana madre che non può muoversi, di pregare su qualcosa che ricordo il proprio figlio, secondariamente perché viene coinvolto il Comune che ha decine e decine di priorità e di questioni da sbrigare. La diffida è stata mandata, ma considerando che vi sono molte altre questioni aperte a Lonigo, questa verrà messa in fila e dovrà attendere i suoi tempi. Credo che la priorità la debbano avere la sicurezza di anziani, bambini e la salute pubblica dei cittadini”.

In sostanza, in questa triste vicenda ci troviamo di fronte alla legittima posizione di quattro attori.
La vedova e i figli che vogliono per il proprio caro una sola tomba. Il Comune di Noventa che doverosamente chiede, su istanza della vedova, di far rispettare la legge (non sarebbe legittimo creare una tomba senza salma, se non di fronte a persone disperse). La madre e la sorella che chiedono di avere, nella tomba di famiglia, un’iscrizione che ricordi il proprio caro. Infine il Comune di Lonigo, o meglio il sindaco, che umanamente non intende ferire i sentimenti della madre e della sorella ma che deve suo malgrado sottostare alla legge.

Le premesse non sono però sufficienti a concludere la vicenda. La vedova, infatti, è intenzionata (secondo quanto ci è dato sapere) a procedere per vie legali. Insomma, mai come in questi casi vale l’auspicio ‘Riposi in Pace’.

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