VENETO – PFAS – Con l’emergenza interventi più rapidi
“Con lo stato di emergenza deliberato dal governo e la gestione commissariale si potranno completare gli interventi previsti con la pianificazione per affrontare l’inquinamento da PFAS in Veneto in tempi più ridotti rispetto al regime ordinario”. Lo ribadisce l’assessore regionale all’ambiente Gianpaolo Bottacin all’indomani dell’approvazione in Consiglio dei Ministri dello stato di emergenza per la contaminazione da sostanze perfluoro-alchiliche (PFAS) delle falde idriche della Regione Veneto. ”
“Ringrazio il ministro Galletti per essere arrivati a questo, anche se in zona Cesarini – aggiunge l’assessore –. Riteniamo sia anche il riconoscimento del lavoro che fin dal 2013 stiamo portando avanti per dare soluzione al problema PFAS, anche a fianco del governo e delle varie strutture competenti. È positivo che sia stato confermato inoltre dal ministero l’arrivo di 80 milioni di euro. Infatti, come è stato chiaramente spiegato dai tecnici del ministero nel corso del recente incontro con le Mamme No PFAS svoltosi a Roma, la normativa nazionale impone che tutti gli investimenti relativi al servizio idrico integrato, come gli acquedotti, siano necessariamente cofinanziati dai consigli di bacino con le tariffe. Grazie invece ai nostri interventi e agli 80 milioni messi a disposizione dal ministero il costo della realizzazione dei nuovi acquedotti per l’emergenza PFAS non saranno interamente a carico dei cittadini come invece accade per i normali acquedotti”.
“Quella sugli acquedotti – conclude l’assessore – è comunque solo una delle azioni che abbiamo previsto sia nel campo del monitoraggio degli effetti dei PFAS, sia della bonifica e della progettazione e realizzazione di nuove fonti. La Regione ha impegnato finora importi superiori ai 15 milioni di euro. Ricordo, tra l’altro, che in mancanza di intervento statale abbiamo messo dei limiti sia sulle acque potabili che sugli scarichi industriali e che, grazie al nostro intervento, nella zona rossa da mesi è garantita la totale assenza di PFAS nell’acqua potabile La Regione, peraltro, continuerà fino alla fine a tener fermo il principio che chi inquina paga. Al termine del procedimento relativo al danno ambientale, la Regione, che si è già costituita, chiederà i danni ai responsabili”.