5 Novembre 2018 - 10.05

VICENZA – I Radioamatori vicentini in prima fila nell’emergenza maltempo

L’intervento dei radioamatori della provincia di Vicenza è stato importante durante il maltempo che ha flagellato il Veneto la scorsa settimana. Questo perché, la radio si è rivelata indispensabile in condizioni di assenza di linee telefoniche e di corrente elettrica. Il racconto dei giorni di passione e di lavoro di Alessandro Primon, radioamatore di Vicenza.

“Quando noi radioamatori ci troviamo impegnati in esercitazioni di Protezione Civile per simulare una emergenza, con frequenza cadenzata trasmettiamo il messaggio “…questa è una esercitazione”, per non allarmare le persone che potrebbero ascoltarci in frequenza. Questa volta però, non è stata una esercitazione e per alcune zone d’Italia il verbo è ancora il presente. Tutti abbiamo potuto vedere grazie ai media, attraverso uno schermo, le immagini del disastro che ha colpito il nostro nord-est, a causa della così chiamata “tempesta perfetta”. Essendo di Vicenza, usiamo come focus la nostra Provincia, ma le stesse condizioni le troviamo in tutte le zone colpite da quest’ultima ondata di maltempo. C’era, e c’è ancora però, chi queste immagini non le ha potute vedere, sebbene fosse fra i protagonisti, per la mancanza della corrente elettrica e delle linee telefoniche. Zone perciò completamente isolate, dove era impossibile comunicare senza doversi spostare di chiilometri per trovare un telefono funzionante.

Sapete cos’è stato fondamentale durante il coordinamento dei soccorsi? Quella cosa strana inventata più di un secolo fa, chiamata radio. Ebbene sì. Vigili del Fuoco, SUEM, Croce Rossa, Protezione Civile sono fra le istituzioni che hanno dovuto comunicare attraverso l’uso della radio per impostare i loro interventi. Noi radioamatori della Sezione ARI di Vicenza, abbiamo partecipato attivamente a questa emergenza, con una nostra postazione presso il CCS (centro coordinamento soccorsi) in Prefettura a Vicenza. Così facendo, ogni organizzazione ed ente ha potuto usare le proprie radio e canali di frequenza senza interferenze, per potersi concentrare nei propri obiettivi e compiti.

I radioamatori sono: una rete internazionale capillare; persone qualificate con una patente rilasciata dal Mi.S.E. (una volta Ministero delle Comunicazioni) dopo aver superato un esame ministeriale scritto (circa 30.000 in Italia, in USA sono circa 800.000); identificate attraverso un nominativo personale valido in tutto il mondo; dei tecnici per passione che si tengono aggiornati sulle evoluzioni del mondo tecnologico delle comunicazioni via etere; operatori radio che mettono anche a disposizione le proprie apparecchiature; dei gruppi che formano delle associazioni per condividere e divulgare questa passione.

In caso di emergenza, il radioamatore (non chi utilizza il CB o “baracchino”) può essere precettato con decreto ministeriale ed essere chiamato perciò, anche su base non volontaria, al servizio della popolazione locale, per garantire le comunicazioni.

In particolar modo, noi radioamatori, abbiamo tenuto i contatti con i COC (centro operativo comunale) in cui mancava l’energia elettrica ed i collegamenti telefonici. In tutta la provincia sono stati attivati circa 80 COC. Così facendo potevamo tenere in comunicazione i vari Sindaci con il Prefetto ed i suoi collaboratori presenti al CCS. In ogni COC era presente almeno un operatore radioamatore patentato ed abilitato all’uso delle porzioni di frequenze a noi destinate.

Per noi è stata fondamentale la nostra capillarizzazione sul territorio. Oltre ad esserci come Sezione ARI a Vicenza, siamo presenti anche a Thiene, Agno-Chiampo, Bassano e Cassola. L’ARI (associazione radioamatori italiani) è la più importate a livello nazionale ed è l’unica riconosciuta dall’ente internazionale IARU che raggruppa le associazioni degli altri Paesi del mondo, ma ci sono anche altre associazione con la passione della Radio hanno dato il loro sostegno, come la FIR CB, CISAR, per menzionarne alcune.

Gli alberi caduti hanno abbattuto piloni e tralicci, ed il danno si è rivelato più grave dell’immaginato. Man mano che le squadre di Protezione Civile aiutavano gli addetti di ENEL (e-distribuzione) e di Telecom, ad aprirsi i valichi nelle strade ed in mezzo ai boschi, ci si rendeva conto della gravità della situazione. Per assurdo, in queste situazioni si rivelano preziose anche le persone che sanno affilare la lama di una motosega.

La notte fra lunedì 30 e martedì 31 ottobre, è stata tragica perché il meteo non ha perdonato e la vera emergenza c’è stata proprio nelle ore in assenza di luce solare. Durante questa emergenza, le zone più significative per noi sono state: Recoaro (copertura dai radioamatori della sezione ARI Agno-Chiampo), Posina (copertura dai radioamatori della sezione ARI di Thiene), Bassano (copertura grazie alla sezione ARI di Bassano del Grappa) e Gallio/Asiago (copertura con i radioamatori dell’ANC dell’altopiano di Asiago). Tranne Bassano del Grappa, le altre zone elencate erano prive dei normali ed odierni modi di comunicazione: internet, telefono fisso, telefono cellulare.

Vista la situazione, il nostro responsabile Mauro Fasolo, presente al CCS di Vicenza, su richiesta degli organi superiori ha richiesto copertura radio presso il COC di Recoaro e Posina attivando personale della zona. Per le comunicazioni radio, abbiamo utilizzato i vari ponti ripetitori radioamatoriali dislocati prevalentemente sui nostri monti, come il così chiamato “R3” sul monte Corno a Lusiana, udibile fino a Tarvisio (Ud), e postazioni trasponder (ripetitrici), impostate presso le case di alcuni radioamatori che hanno messo a disposizione la loro stazione radio di casa. I vari sindaci e capi squadra della Protezione Civile che erano supportati da una postazione radioamatoriale, hanno potuto avanzare le loro richieste al CCS per far fronte ai loro bisogni e per meglio trasformare quella situazione da tragica a normale.

Il volontariato è da coltivare, perché i segni di solidarietà possono trasformare le lacrime da per dolore a per gioia. Per concludere, in queste occasioni si rivelano sempre fondamentali le origini di una tecnologia e saperla governare. La cultura della radio non può essere semplificata con il moderno wifi o telefoni cellulari. Non si vuole far passare l’informazione che bisogno seguire il “Manuale delle Piccole Marmotte” insegnando l’alfabeto Morse alle generazioni nascenti, ma far capire l’importanza di non essere impreparati soprattutto quando si ha bisogno di comunicare, utilizzando quella strana cosa che si chiama ricetrasmettente, per uso civile o professionale. Gli americani per le loro comunicazioni militari utilizzano solo i satelliti, dismettendo così le comunicazioni radio analogiche terrestri. Speriamo non gli succeda mai nulla. Come tutti voi, io non ho mai acceso un fuoco con l’antico uso dell’archetto; ripeto, speriamo non succeda mai nulla”.

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