VICENZA – Il Veneto tra le prime Bandiere del gusto
“Abbiamo lavorato bene. E si vede, perché con 376 tipicità la nostra regione conquista il quinto posto dell’analisi Coldiretti/Ixe’, recentemente presentata, e che assegna al Veneto un significativo numero di Bandiere del gusto. Naturalmente il Vicentino ha fatto la parte del leone, ma anche le altre province si sono egregiamente difese, con produzioni d’eccellenza che portano a rendere appetibile non solo i piatti, ma anche il territorio. La metà turistica, sempre più spesso, è condizionata dal piatto”. Con queste parole il presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola ed il direttore Roberto Palù commentano gli entusiasmanti risultati dell’analisi, resi noti proprio oggi. Il Veneto con 376 bandiere del gusto sventola al quinto posto per numero di specialità enogastronomiche, rimanendo nella top ten delle regioni italiane che tengono alto l’onore del “Made in Italy” nel mondo. E mentre l’elenco dei Pat (prodotti agroalimentari tradizionali) si arricchisce di alcune new entry, lo Speck di Sappada, bellunese di origine quanto il nome dialettale Senkilam citato nel censimento ministeriale, potrebbe di fatto diventare friulano secondo la ratifica del referendum di dieci anni fa. “Il forziere delle tipicità regionali – aggiunge il presidente Cerantola – rimane pieno di liquori come il Sangue Morlacco o Maraschino tanto per citarne alcuni, di carni e frattaglie fresche, di formaggi, con tanta frutta e verdura particolare, di 74 tipologie tra pane, biscotteria e paste varie, senza dimenticare i gioielli del mare con molti molluschi e crostacei tra i quali le ambite moeche e masanete, ed ancora i mieli anche rari come quello di barena”. Con un totale di 5056 tipicità, l’Italia afferma il risultato del lavoro di intere generazioni di agricoltori impegnati a difendere nel tempo la biodiversità sul territorio e le usanze alimentari. Un bene comune a disposizione dell’intera collettività, ma soprattutto un patrimonio anche culturale, emblema del tricolore che trova nell’offerta turistica un forte potenziale, imboccando intelligentemente la strada di un nuovo modello di sviluppo che trae nutrimento dai punti di forza come la storia, l’arte, il paesaggio e il cibo