8 Marzo 2014 - 9.02

Thiene, al via il progetto “Una birra in meno, un bambino in più”:

Progetto “Una birra in meno, un bambino in più”:
l’ASD Rozzampia adotta due bambini a distanza e fa gol all’indifferenza!

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Si chiamano Nema Cabo Suate e Loveness Phiri e sono due bambine rispettivamente di dieci anni del Mozambico e di undici anni del Malawi. Per loro ci sarà un futuro di istruzione e di crescita e questo grazie all’ASD Rozzampia, l’associazione thienese di calcio che da ottobre scorso ha attivato due progetti di adozione a distanza.
Non solo sport e non solo calcio, dunque, per la società sportiva thienese, ma anche una sensibilità sociale davvero encomiabile per la squadra di 24 giocatori, dai 20 ai 38 anni assieme ai dirigenti e allenatori, che hanno maturato l’idea dell’adozione a distanza durante il ritiro di fine estate a Posina.
Detto fatto, perché ad inizio stagione hanno deciso di rinunciare tutti ad una birra al mese e devolvere il corrispettivo di due euro al finanziamento del progetto che hanno appunto intitolato: Una birra in meno, un bambino in più.
“A dire il vero è un progetto che avevamo in mente già da tempo – commenta il presidente Franco Melotto – e che ora siamo riusciti finalmente ad attuare grazie alla disponibilità di tutti. Il Rozzampia non è nato solo per raggiungere obiettivi calcistici: da noi non ci sono rimborsi per i giocatori o per le visite mediche. La solidarietà e la volontà di fare qualcosa per gli altri ispirano la nostra filosofia societaria e accompagnano la gratuità che contraddistingue la nostra attività sportiva”
Anche gli sponsor Baldi Electric, Officine Cappellotto, MicroMetal, Melotto Gomme e Linottica aderiscono al progetto per aiutare Nema e Loveness.
“Apprezzo moltissimo e condivido appieno l’iniziativa”– dichiara con soddisfazione l’assessore comunale, Giampi Michelusi, che dell’etica e della finalità educativa dello sport ha fatto il cavallo di battaglia della propria intensa attività amministrativa – “Con questo progetto la società diventa un esempio da imitare, perché dimostra di essere un’associazione sportiva che non è solo legata a risultati agonistici, ma altresì orientata a condividere e sostenere importanti iniziative sociali. Lo stesso calcio Rozzampia, dal punto di vista etico – continua Giampi Michelusi – è già ben strutturato al proprio interno nell’applicare un rigido codice etico. Ad esempio, se un ragazzo si comporta male in campo e non viene sanzionato dall’arbitro, sono gli stessi dirigenti sportivi a provvedere, fino all’esclusione dalle competizioni sportive”.
Da assessore allo sport, Giampi Michelusi non tralascia un’indicazione più generale alle associazioni calcistiche in generale: “Una riflessione andrebbe fatta in merito – conclude – anche a seguito della rilevante quota che le società sportive devolvono agli organi preposti. Tali organi dovrebbero proporre indicazioni di questo tipo e vigilare sul corretto svolgimento delle pratiche sportive”.
Una concezione di sport come educazione alla vita, al rispetto, all’armonia con gli altri che, stando alla partita di solidarietà che ha iniziato a giocare l’ASD Rozzampia, non è un’utopia, ma un ideale che può diventare realtà. Basta volerlo.

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