MERCATI – Fine del Q.E. con rialzo dei tassi
Fine del quantitative easing e rialzo dei tassi potranno essere due argomenti che prossimamente animeranno i mercati. Se è vero quanto affermato dal governatore della BCE, Mario Draghi, a fine anno scadrà il QE anche se da settembre è già iniziato a scendere a 15 miliardi di euro dai precedenti 30 miliardi. Poi successivamente entro la metà del 2019, la BCE inizierà a modificare i tassi di riferimento.
Due tappe importanti quindi, a cui i mercati non potranno essere insensibili, facendo emergere inevitabilmente nuove paure e nuove preoccupazioni su una possibile prossima recessione, con previsioni di crescita del PIL nella zona euro decrescenti, pari ad una crescita del 2,10% nel 2018, dell’1,8% nel 2019 e dell’1,6% nel 2020.
Quando questo succederà la prima pesante conseguenza sarà il confronto con cui l’Italia dovrà affrontare da sola gli investitori internazionali, i quali sicuramente faranno pesare il pesante debito pubblico del nostro Paese, ovviamente non una buona notizia.
La speranza non troppo velata è quella che i cinesi, ricchi di soldi grazie principalmente ai loro avanzi commerciali decidano d’investire sul nostro debito pubblico. Se questo succederà non potrà essere indolore, perché sarà accompagnato da richieste commerciali e di investimenti sia a livello pubblico che a livello privato, con il concreto rischio che gli iniziali aiuti si trasformino successivamente in qualche forma di sudditanza.
Se è vero che il rialzo dei tassi può essere giustificato da una ripresa in essere nei Paesi dell’Eurozona, purtroppo ancora troppi squilibri sussistono all’interno dei singoli Paesi, come ad esempio in Italia, la quale potrà subire alcune difficoltà a livello economico.
Tutto questo porterà ad avere un mondo finanziario più normale, sicuramente non com’era prima del fallimento di Lehman, perché nel frattempo sia le banche che i mercati finanziari hanno introdotto una serie di regole indispensabili per ridurre i rischi nel sistema e proteggere i risparmi dei contribuenti.
Oggi la crescita dell’economia non ha più bisogno di un sostegno straordinario, ma bensì di una disciplina seria sui conti pubblici e sull’implementazione di riforme strutturali a sostegno della crescita. Avere il coraggio di cambiare è compito di chi ci amministra, sempre se chi deve decidere e fare delle scelte ha competenze tali per non creare ulteriori danni come successo in passato. Solo il tempo riuscirà a dirci come effettivamente andranno le cose, nel frattempo teniamo a portata di mano l’ombrello perché la stagione autunnale è alle porte accompagnata da qualche giornata di pioggia, metafora di quello che potrà succedere a breve nei mercati finanziari.
FABIO ROSSI.