VENETO – Ecco la brillanza del cielo notturno rilevata da Arpav
Mi illumino di meno 2019 e… ri-accendo le stelle. Con questo messaggio Arpav, in occasione di “Mi illumino di meno 2019” pubblica un comunicato con il quale rivela la brillanza del cielo notturno dal Monte Venda (colli Euganei) e dalla sede Arpav di Padova.
Illuminare di meno non significa semplicemente risparmiare energia ma piuttosto eliminare gli sprechi di luce proiettata direttamente e inutilmente verso il cielo, magari nelle fasce orarie notturne in cui non c’è frequentazione. Significa, quindi, illuminare meglio solo dove, quando e quanto serve, per poter tornare ad “accendere” le stelle e ad apprezzare la luminosità naturale del cielo.
Arpav e lo studio dell’inquinamento luminoso
Nel 2018 Arpav ha messo on-line le misurazioni di brillanza del cielo notturno realizzate dalle centraline collocate in differenti posizioni geografiche del territorio regionale (pianura, zone rurali, pedemontana, montagna).
Accanto all’attività di misurazione in continuo, lo studio della luminosità del cielo notturno si arricchisce ora di un altro strumento, che permette di trasformare le immagini riprese con una camera fotografica reflex ed un obiettivo fish eye in una mappa bidimensionale.
In questo caso il parametro utilizzato per quantificare l’inquinamento luminoso è la luminanza, il cui valore aumenta al crescere dell’inquinamento rilevato.
Nelle foto, in proiezione cilindrica, vengono mostrate due recenti immagini riprese dalla sede Arpav di Padova e dal monte Venda.
In entrambe è ben visibile l’inquinamento luminoso ma anche le intensità differenti: l’immagine ripresa dal monte Venda mostra un’ampia fascia del cielo con valori di luminanza tra 1 e 3 (circa 900% in più della luminosità naturale) mentre da Padova la corrispondente fascia di cielo ha valori di luminanza tra 5 e 15 (circa 5000% in più della luminosità naturale).
Nell’elaborazione del monte Venda spicca l’inquinamento luminoso della Pianura a nord est, in direzione di Padova e del suo hinterland; in quella ripresa in città l’area della basilica di Sant’Antonio arriva a saturare l’immagine.
Da notare che solo nell’immagine ripresa dal monte Venda la luminosità delle stelle viene rilevata strumentalmente attraverso alcune macchie nella fascia meno luminosa del cielo, mentre nell’immagine da Padova l’inquinamento del cielo riduce drasticamente il numero di stelle visibili e la loro luminosità non riesce nemmeno ad emergere.