Passione Veneta: Veneto virtuoso esempio nelle produzioni lattiero-casearie
Dopo lo straordinario successo della cena di gala che venerdì ha dato il via a Passione Veneta, l’evento che vede al fianco di Arav ed Aia, Lattebusche, Latterie Vicentine e Caseificio Ponte di Barbarano, nonché i Consorzi di tutela Grana Padano Dop ed Asiago Dop, Op Unicarve – Sigillo italiano dell’Associazione carne La Garronese Veneta ed il Consorzio Prosciutto Dop Veneto, con la partecipazione del ministro per le Autonomie, Erika Stefani, del presidente del consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti e del presidente della commissione regionale per l’agricoltura Sergio Berlato, oltre a molte altre autorità, la giornata di sabato scorso ha visto protagonisti autorevoli relatori nel convegno “Dalla stalla 4.0 al mercato 4.0 dei prodotti lattiero caseari del futuro”.
Un incontro in parte tecnico, ma dalla forte connotazione divulgativa, in quanto Arav ha compreso che orientare la propria azione sulla base delle richieste del consumatore contribuisce al raggiungimento di molti comuni risultati. Il cittadino, infatti, in molte battaglie degli allevatori è il principale alleato, forte del fatto che vuole continuare a portare in tavola prodotti di qualità e del territorio.
Tematiche ampiamente affrontate questa mattina nell’incontro organizzato da Arav ed Aia, con il contributo della Camera di Commercio di Vicenza ed il patrocinio di Regione del Veneto e Comune di Vicenza, con il coordinamento di Gianluca Fregolent, direttore Direzione Agroambiente, caccia e pesca della Regione Veneto.
“Con il progetto stalla 4.0 lavoriamo principalmente su tre elementi: benessere animale, sostenibilità ambientale e sostenibilità economica. Tutto ciò attraverso il miglioramento della genetica ed un allevamento sempre più di precisione. Un esempio per tutti rende l’idea – spiega Martino Cassandro, professore ordinario Università di Padova, DAFNAE – l’introduzione dei ventilatori negli allevamenti porta a produrre fino a 3 kg di latte in più al giorno per ogni capo, che corrispondono a circa 85 euro. Stiamo anche studiando, però, il modo per ridurre la più insidiosa patologia delle bovine, la mastite, in quanto non assesta a ridursi la resistenza agli antibiotici, troppo impiegati in passato. Per questo entreranno in gioco le cellule somatiche differenziali, che da tempo stiamo studiando grazie ai risultati raccolti con i controlli funzionali. Sul versante dell’ambiente, invece, abbiamo studiato le emissioni di metano e risulta che ogni vacca produce ogni giorno in media 432 grammi di metano. Ma ci sono allevamenti in cui gli animali ne producono meno, quindi ne studieremo le condizioni, per arrivare a stabilire dei parametri più rispettosi per l’ambiente”.
Abbiamo ancora pochi dati e poche informazioni. Nonostante il grande lavoro che si sta facendo, la realtà tratteggiata da Andrea Rosati, segretario generale EAAP (Federazione europea di zootecnia), è proprio questa. “Con la nuova legislazione europea, il regolamento comunitario 1012/2016 – spiega Rosati – i controlli funzionali saranno affidati ad un “Comitato nazionale zootecnico” ed i dati raccolti confluiranno nella “Banca dati unica”, già esistente e gestita da Aia, per essere raccordati con la banca dati dell’anagrafe zootecnica, che fa riferimento al ministero della Salute. I primi enti selezionatori saranno le attuali associazioni nazionali (Ana) di specie o di razza. La sfida del futuro, per competere con gli altri paesi, quindi, dovrà fondarsi principalmente su due elementi: l’automazione, per arrivare ad una zootecnia di precisione, e la selezione genomica, per arrivare al miglioramento genetico intra-aziendale”.
I mercati sono dinamici, quindi, in costante cambiamento e vanno governati attraverso dati precisi e rapidi. Questo lo spunto fornito nel corso della mattinata al Foro Boario da Samuele Trestini, professore associato Università di Padova, TESAF. “Le nostre produzioni rischiano di perdersi nel mercato globale – sottolinea Trestini – in assenza di una strategia comune e di un coordinamento dei produttori, che devono viaggiare convinti e forti nella stessa direzione della qualità, del benessere animale e della sostenibilità ambientale. Questo è ciò che chiede il consumatore, che vuole anche risposte rapide ed orientate all’approccio tecnologico, quindi al passo con i tempi, richiede a chi produce ed al mercato. Dopo Germania e Francia, noi siamo il terzo paese esportatore di formaggi, prevalentemente in Germania, Francia e Usa. Ed il Veneto esposta il 10% della produzione all’estero. Di questo 10%, l’Asiago rappresenta il 16%”.
Stando all’analisi di Trestini, inoltre, il consumatore dalla scelta del formaggio guarda anzitutto alla salute, quindi al gusto ed alla dieta. Non in tutti i paesi, però, questi elementi hanno la medesima scala di valori. E spesso questo accade per effetto delle fake news.
Sul tema si è espresso Andrea Ghiselli, presidente Società italiana di Scienza dell’alimentazione, dirigente di ricerca del Centro di ricerca CREA alimenti e nutrizione. “Tra i “problemi”, spesso più paventati che reali, c’è il contenuto di sale. Indubbiamente si tratta di un prodotto salato, eppure il suo consumo non è correlato con un aumento della pressione arteriosa. Anche il colesterolo e la ricchezza di grassi saturi sono sopravvalutati – evidenzia Ghiselli – poiché tutte le revisioni dei lavori della letteratura hanno messo in evidenza o un effetto neutro sulla colesterolemia e sui parametri cardiovascolari o, addirittura, una protezione. Insomma, il consumo di formaggio può avere un effetto favorevole sulle principali patologie croniche del nostro tempo e può contribuire al mantenimento del peso corporeo, anche attraverso l’azione saziante”.
La mattinata ha fornito numerosi stimoli, a fronte dei quali hanno portato il proprio saluto anche il presidente di Aia, Roberto Nocentini e l’assessore regionale all’Agricoltura del Veneto, Giuseppe Pan.
“Siamo la prima regione italiana per autonomia di spesa ed investimenti a favore delle nostre 65mila imprese agricole, che generano oltre sei miliardi di prodotto interno lordo. Vogliamo rimanere autonomi con i finanziamenti che arrivano dalla Comunità europea – spiega Pan – e che sono oltre 240 milioni di euro per il Veneto. Pur nelle ristrettezze attuali, abbiamo sostenuto con 1,2 milioni di euro i controlli funzionali disposti da Arav e riteniamo si debba andare in questa direzione dell’analisi dei dati per la qualità delle nostre produzioni. Certo occorrerà stimolare una riflessione sui poco meno di 40 cent pagati per un litro di latte, in quanto non si può continuare a remunerare così poco chi produce”.
Entusiasta della giornata il presidente De Franceschi: “dopo la straordinaria cena di gala di ieri sera, con autorevoli rappresentanti ed un ministro della Repubblica, non possiamo che dirci soddisfatti. Al convegno di oggi è emerso un quadro che ci sprona a continuare a lavorare convinti e compatti, perché per affrontare il mercato globale dobbiamo lavorare assieme e con l’obiettivo comune della crescita della categorie e del miglioramento delle produzioni”.
Concetti condivisi anche da Nocentini, che conclude: “la biodiversità del nostro paese è un valore aggiunto, al pari delle nostre produzioni di qualità. Dobbiamo continuare a lavorare in questa direzione con un occhio di riguardo ad informazione, trasparenza e comunicazione. Passione Veneta è un’esperienza da sostenere e che merita di essere replicata in tutta Italia”.
Al termine del convegno sono stati premiati i seguenti cinque allevamenti veneti che si sono distinti per una produzione rispettosa dei principali parametri di efficienza e qualità:
Bedin Dino e Roberto – Treviso
Bertacco Elena ed Eligio – Vicenza
Campogallo di Borgo Giovanni Marco & C. – Vicenza
Rossato Renato – Vicenza
Società agricola Faldine s. s. – Belluno.
Domani, protagonista della giornata sarà la Mostra regionale dei bovini di razza Frisona e Rendena e la Vetrina di Italialleva, un’esposizione di bovini, ovini, caprini, cavalli e puledri. Uno spazio dedicato agli addetti ai lavori, per operare sempre più in un’ottica di miglioramento delle produzioni orientata al benessere animale, ma anche rivolta ai cittadini, che potranno avere un riscontro tangibile di cosa significa essere un allevatore oggi. Tra le attività ci saranno anche dei laboratori curati da Campagna Amica Coldiretti Vicenza, dalle latterie venete coinvolte e da Onaf.