Incendio Brendola, diossina nell’aria ma non preoccupa. Allerta per l’acqua
DIOSSINE
Sono pervenuti in data odierna al Dipartimento di Vicenza i risultati delle analisi dal Laboratorio ARPAV di Venezia per la ricerca di IPA, diossine e PCB, campionate durante la fase acuta dell’incendio (lunedì 1° luglio) dalle ore 17 alle ore 19 con un campionatore ad alto volume in un punto di significativa ricaduta ubicato a Montecchio Maggiore in una zona residenziale in Piazza Collodi nei pressi di un centro sportivo e di un istituto scolastico superiore.
Pur precisando che per quanto riguarda la presenza di diossine e furani nell’aria non vi sono limiti normativi né valori guida, i dati evidenziano che durante l’incendio le concentrazioni sono risultate inferiori al limite di quantificazione.
La concentrazione totale dei policlorobifenili diossina simili espressa come tossicità equivalente (WHO-TE) è risultata essere pari a 0.0017 picogrammi/mc (metro cubo) corrispondenti a 1.7 femtogrammi/mc.
Tale valore risulta in linea con le concentrazioni di fondo in condizioni di normalità rilevate nei capoluoghi Veneti in un lavoro condotto da ARPAV (vedi “Relazione Regionale della Qualità dell’Aria – anno di riferimento 2015).
Inoltre tale valore risulta inferiore a quanto previsto in Germania dove il Comitato Federale per il controllo dell’inquinamento atmosferico (LAI, 2004) ha adottato il limite di 150 femtogrammi/mc WHO TE come concentrazione in aria di miscele di PCDD/F e PCB-DL.
Per quanto riguarda le determinazioni di IPA, la concentrazione di Benzo(a)pirene, unico IPA regolamentato dalla normativa italiana (limite 1 nanogrammi/mc come media annua), è risultata non quantificabile dal metodo analitico (<0.26 nanogrammi/mc).
Questi risultati si aggiungono a quelli già comunicati relativi ai campionamenti tramite canister effettuati il giorno dell’incendio e il giorno successivo.
Attualmente risulta maggiormente critica la situazione relativa all’inquinamento delle acque superficiali, che si sta spostando da Brendola verso la provincia di Verona, attraversando i comuni di Sarego e Lonigo. A tale proposito è stata allertata la Protezione Civile della Regione Veneto. Durante la notte i tecnici ARPAV hanno monitorato costantemente la situazione ed effettuato ulteriori campioni di acqua in provincia di Vicenza e in provincia di Verona, che si aggiungono a quelli fatti il giorno precedente nel punto di confluenza del rio Signoletto, alimentato dalle acque di spegnimento dell’incendio, con il Fiumicello Brendola, punto individuato con la collaborazione del Comune e dell’ente gestore Acque del Chiampo, per verificare in particolare la presenza di solventi, metalli, carico organico totale (COD).
PTIMI RISULTATI ACQUE DI SPEGNIMENTO
Sono pervenuti in data odierna al Dipartimento di Vicenza i risultati delle analisi dal laboratorio ARPAV di Verona effettuate sul campione prelevato nel Fiumicello Brendola poco dopo il punto di confluenza del Rio Signoletto, alimentato dalle acque di spegnimento dell’incendio.
Le analisi evidenziano la presenza dei composti attesi considerata la tipologia dell’azienda, in particolare solventi, peraltro individuati anche nei prelievi dell’aria eseguiti nell’immediatezza dell’evento.
Tenuto conto delle condizioni di ossigeno già basse per le alte temperature del periodo, si ritiene che tali composti abbiano determinato un ulteriore progressivo consumo dell’ossigeno disciolto con conseguente moria dei pesci.
Nel percorso delle acque superficiali, la presenza di tensioattivi (non ionici) ha inoltre determinato ad ogni salto idraulico la formazione di schiuma persistente, provocando quindi un’ulteriore difficoltà allo scambio di ossigeno.