Libri di storia nelle scuole, Donazzan: “Un altro grave errore, questa volta su Caporetto”
LIBRI DI STORIA NELLE SCUOLE. ASSESSORE DONAZZAN, “DOPO IL PONTE DI BASSANO SUL PIAVE, CAPORETTO FU UNA VITTORIA ITALIANA. SONO INDIGNATA, C’E’ DA METTERSI LE MANI NEI CAPELLI”
“‘C’è da mettersi le mani nei capelli: Caporetto fu lo sfondamento del fronte ad opera dell’Esercito italiano ai danni degli Austriaci. Anche questo si trova nel libro che una nota casa editrice ha ritirato dal commercio dopo il mio intervento e quello della Associazione Nazionale Alpini a seguito della segnalazione di un genitore indignato nel leggere in una didascalia che il Ponte degli Alpini di Bassano si trova sul Piave”.
Così l’Assessore all’Istruzione della Regione Veneto Elena Donazzan, segnala il nuovo grave errore contenuto in un testo di storia, destinato alla preparazione scolastica dei giovani.
“È grazie alla professoressa Cavalli, una docente della scuola di formazione professionale ENAIP di Bassano del Grappa che siamo venuti a conoscenza di quest’altra chicca – continua l’assessore Donazzan -. Un errore da bocciatura senza appello, visto che non solo la storia ma anche il linguaggio comune intendono Caporetto come il paradigma di una sconfitta disastrosa, visto che fu la più grave rottura del nostro fronte ad opera degli Austroungarici nella Prima guerra mondiale. Nel libro, invece, l’autrice del testo, con somma superficialità, altrimenti dovremmo chiederci che laurea ha conseguito, mette nero su bianco uno dei più grossolani errori che si possano immaginare perché scrive che Caporetto fu lo sfondamento del fronte nemico da parte dell’Esercito italiano”.
“C’è da chiedersi quante altre inesattezze ci siano in questo testo che fino a ieri era adottato dalle scuole italiane e forse lo è ancora oggi – aggiunge l’Assessore -. Ha fatto bene la casa editrice a ritirarlo dal mercato, ma dovrebbe intervenire con una comunicazione ancora più chiara affinché chi lo ha in dotazione ne sospenda l’utilizzo. La storia va maneggiata con cura, nello spirito di verità che concorre a formare la coscienza civica di una comunità ed è alle radici della propria identità”.
“Lo svarione che ho letto – conclude Donazzan – mi indigna profondamente e torno a chiedermi come vengano selezionati i volumi che sono indicati tra le scelte per il libro di testo obbligatorio. L’editore ha fatto la sua parte e spero non si avvalga più di simili collaboratori, ma sono preoccupata anche per l’approssimazione di chi, invece, dovrebbe essere il primo a vigilare sulla qualità dei testi che dovrebbero aprire le porte della conoscenza ai nostri giovani nelle scuole”.