L’incubo dell’aumento IVA, giusto per dare ottimismo
Ci risiamo. Gli italiani si ritrovano a fare i conti con l’IVA. Dapprima velati suggerimenti, poi voci, poi tavoli di confronto e alla fine sempre lì si finisce. In un momento in cui il mercato interno e i consumatori indeboliti allo sfinimento si aspettano segnali di inversione, ritorna l’incubo di un intervento sull’IVA. Sul tema l’Europa sta facendo pressing. La Commissione Europea sta facendo pressing affinché si modifichino al rialzo le tariffe agevolate del 4% e 10% ed il governo, al di là dei ridondanti annunci, sta valutando dove intervenire con i ritocchi. Il Ministero dell’Economia starebbe valutando un ritocco del prelievo sui beni di prima necessità come il pane ed il latte. Allinearsi con l’Europa significherebbe portarla al 5%. Lo stesso vale per quella al 10% che interessa diversi comparti, come quello della ristorazione. L’infinità di agevolazioni, secondo il ministero, consentirebbe di allargare la base imponibile, consentendo un gettito di 256 miliardi.
Sull’aumento dell’IVA arriva oggi anche la dichiarazione di Giuseppe Bortolussi, della CGIA di Mestre, secondo il quale, “Con una pressione fiscale che quest’anno si attesterà al 44 per cento, record storico toccato anche nel 2012 bisogna assolutamente evitare qualsiasi nuovo aumento della tassazione, tra cui quello dell’Iva. Chi ritiene che non sia così, non ha compreso che se dovessero essere ritoccate all’insù le aliquote agevolate dell’Iva, a pagare il conto sarebbero soprattutto le famiglie meno abbienti. Ricordo, inoltre -conclude Bortolussi- che il 98% delle imprese italiane ha meno di 20 addetti e la stragrande maggioranza di queste attività produce o vende i propri servizi per ilmercato interno. Se dovessimo subire l’ennesimo aumento dell’Iva, quest’ultime risentirebbero pesantemente degli effetti negativi di tale scelta”.