Parte a Vo’ Euganeo il test su tutti i cittadini: servirà per la ricerca sul Coronavirus (il messaggio del sindaco)
Sopra il messaggio del sindaco di Vo’ Euganeo Giuliano Martini.
Sotto: la comunicazione di ieri della Regione Veneto in merito al caso Vo’.
Saranno gli scienziati del Dipartimento di Medicina Molecolare dell’Università di Padova a realizzare il primo studio sul coronavirus al mondo che ha lo scopo di studiare la storia naturale del virus, definire al meglio le dinamiche di trasmissione e definire le classi di rischio stratificate per morbilità e mortalità.
Lo studio sarà effettuato sulla popolazione di Vò Euganeo, il piccolo Comune in provincia di Padova primo “cluster” dell’infezione verificatosi in Veneto che, su base volontaria, verrà sottoposta a un secondo giro di tamponi, i cui esiti verranno confrontati con quelli effettuati su tutta la popolazione all’apparire della malattia. Da questo confronto gli scienziati padovani ritengono di poter trarre informazioni inedite e preziose per comprendere l’evoluzione dell’epidemiologia e mettere a disposizione delle autorità sanitarie strumenti fondamentali di controllo dell’epidemia.
Lo studio è stato presentato oggi presso l’Unità di Crisi attiva presso la sede regionale della Protezione Civile a Marghera, alla presenza del Presidente e dell’Assessore alla Sanità della Regione, del Rettore dell’Università di Padova Rosario Rizzuto, del Presidente della Scuola di Medicina Stefano Merigliano, del Direttore del dipartimento patavino di Medicina Molecolare, Andrea Crisanti e dei rappresentanti della Croce Rossa di Padova i cui volontari daranno il loro prezioso apporto all’effettuazione del nuovo screening di massa, che inizierà già da domani mattina e si concluderà prima della tanto attesa fine della quarantena per gli abitanti di Vò, attesa per domenica.
“Dare la parola agli scienziati è la cosa giusta da fare – ha detto il Governatore – tanto che oggi sono loro a mettere a disposizione del Veneto, dell’Italia e del mondo intero quella che potrebbe essere una grande svolta nella lotta a questo virus, che tanto prima sarà battuto quanto prima riusciremo a conoscerlo a fondo. Ringrazio a nome di tutti gli abitanti di Vò che danno la loro adesione su base volontaria – ha detto – e li assicuro che non sono cavie, ma protagonisti di una svolta preziosa, per loro e per tutta la popolazione”.
“Come Regione – ha tenuto a sottolineare l’Assessore alla sanità – abbiamo creduto subito alla validità e all’importanza innovativa della proposta di studio avanzata dall’Università. Per questo abbiamo stanziato 150 mila euro per sostenere questo lavoro, istituendo una nuova linea di spesa denomiata Emergenza Covid-19”.
Nessuno al mondo, prima d’ora, aveva pensato ad un secondo campionamento della popolazione in un punto temporale successivo al primo tampone. Dal confronto tra il “tempo zero” (il momento della prima raccolta di campioni) e il “tempo uno” (il secondo campionamento che inizierà domattina e che si colloca alla fine del periodo di quarantena) usciranno indicazioni inedite, come il tasso di trasmissione e di moralità, il tempo di raddoppiamento delle infezioni, il rapporto tra positivi al tampone non sintomatici e i sintomatici, la curva di regressione della malattia, e la durata effettiva dell’infezione.
Il progetto permetterà di validare modelli matematici che forniscano un razionale scientifico alle scelte di sanità pubblica pesate sull’analisi dei rischi e sulla valutazione dell’effetto delle misure messe in atto.
Le linee guida che ne scaturiranno potranno essere trasferite in altre aree con focolai epidemici e contribuire così al contenimento del virus su scala nazionale e internazionale. Potrà, insomma essere “esportato” in altre Regioni e in altri Comuni, in italia e all’estero, così da poter essere validato su altre coorti di pazienti ed eventualmente affinato per migliorane la potenza predittiva.
LO STUDIO
Titolo dello studio: Emergenza SARS-CoV-2 – Regione Veneto
Responsabili: Prof. Andrea Crisanti, Prof. Stefano Merigliano
Collaboratore: Prof. Enrico Lavezzo
La corrente epidemia causata dal coronavirus SARS-CoV-2 interessa ormai la quasi totalità delle regioni italiane, con oltre 1500 casi sull’intero territorio nazionale e 34 decessi. Il Veneto è attualmente la terza regione italiana per numero di pazienti positivi, con 273 casi e 3 decessi. Il focolaio più esteso si registra nel comune di Vo’ (PD), centro con poco più di 3300 abitanti e nel quale era residente il primo cittadino veneto diagnosticato positivo al coronavirus e deceduto all’ospedale di Schiavonia in data 22 febbraio 2020. Le successive indagini sui contatti stretti della vittima hanno portato all’identificazione di numerosi altri casi positivi, tanto da indurre le autorità nazionali e regionali ad emanare un’ordinanza di chiusura del territorio comunale, con divieto di accesso e allontanamento di tutti gli individui, la chiusura delle attività commerciali e dei servizi pubblici, in aggiunta alle chiusure dei servizi educativi e ad una serie di altre misure restrittive che interessano invece l’intera regione, al fine di favorire il contenimento del contagio.
Altri focolai dell’epidemia interessano attualmente il comune di Treviso (71 casi) e Venezia (35 casi), mentre numeri più contenuti riguardano altri comuni distribuiti su tutti i capoluoghi di provincia del Veneto.
Il governatore della regione Veneto ha inoltre voluto accompagnare le misure di quarantena del comune di Vo’ con un azione di sorveglianza a tappeto che prevedeva l’esecuzione del saggio diagnostico per individuare il Sars-CoV-2 su tutti gli abitanti del comune stesso. Ad oggi sono stati eseguiti 2800 tamponi che hanno messo in evidenza una prevalenza di infezione del 3.54% che si è progressivamente diffusa dal 21 al 27 febbraio scorsi.
Opportunità di studio
I dati raccolti sulla popolazione di Vo’ rappresentano un campione unico su scala internazionale per monitorare e anticipare l’evoluzione dell’epidemia, in quanto è stato eseguito un campionamento non influenzato da scelte effettuate a priori. In particolar modo, la conoscenza di tutti gli individui positivi e negativi rappresenta un’opportunità unica per verificare in un campionamento successivo una serie di parametri essenziali per comprendere l’epidemiologia dell’infezione stessa.
Lo studio approfondito del campione di Vo’ rappresenta un’opportunità unica per definire i parametri numerici relativi a numerosi aspetti dell’infezione, tra cui:
- Studiare la storia naturale del virus;
- Definire le dinamiche di trasmissione;
- Definire le classi di rischio stratificate per morbilità e mortalità.
I dati attualmente in possesso dell’Azienda Ospedaliera di Padova, sono però solo parzialmente utili per i fini sopra citati. Essi rappresentano infatti un singolo punto temporale dell’evoluzione dell’epidemia, un’istantanea della situazione che definiremo il tempo zero (T0).
Lo studio dell’epidemiologia virale richiede invece un’osservazione longitudinale della dinamica, ed è quindi vincolata all’ottenimento di un secondo campionamento della popolazione in un punto temporale successivo, che definiremo tempo uno (T1), da effettuarsi possibilmente entro 4-5 giorni dalla data presente, in ogni caso entro il termine della quarantena di 14 giorni a partire dal 23/02/2020.
T0 T1
(primo campionamento di Vo’) (secondo campionamento di Vo’)
21-28 febbraio 5-9 marzo
Obiettivo dello studio
Lo studio si propone di ottenere, analizzando due punti temporali della prevalenza dell’infezione nella comunità di Vo’, i parametri epidemiologici fondamentali per fornire alla comunità scientifica e alle autorità sanitarie gli strumenti fondamentali di controllo dell’epidemia. L’analisi dei dati permetterà infatti di definire i seguenti valori:
- R0 (basic reproduction number), tasso di trasmissione e mortalità
- Tempo di raddoppiamento delle infezioni
- Rapporto tra positivi al tampone e sintomatici
- Curve di regressione
- Durata dell’infezione
Impatto dello studio
Il progetto permetterà di validare modelli matematici che forniscano un razionale scientifico a politiche di sanità pubblica pesate sull’analisi dei rischi e sulla valutazione delle misure di prevenzione messe in atto.
Le linee guida che verranno prodotte sulla base dei risultati dello studio potranno essere traslate e implementate in altre aree caratterizzate da focolai epidemici, contribuendo così al contenimento dell’infezione non solo sul territorio regionale.
Infine tale modello, primo in Italia e nel mondo, potrà essere esportato in altre regioni/comuni in Italia e all’estero, così da essere validato su altre coorti di pazienti ed eventualmente raffinato per migliorarne la potenza predittiva.