10 Aprile 2020 - 9.36

PASSAGGIO A NORD – Calà del Sasso: cosa ci insegna la scalinata più lunga d’Italia

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In montagna esistono due tipi di segnaletica: quella orizzontale e quella verticale. Entrambe aiutano i viandanti a trovare la retta via. Perdersi in alta quota, se si ha con sé una mappa del luogo e un dispositivo GPS, se si cammina sul sentiero e se si rispettano le indicazioni, non è, in realtà, così semplice. In montagna se prendi, malgrado queste precauzioni, il sentiero sbagliato hai due possibilità: tornare sui tuoi passi o non riconoscere l’errore e andare incontro a dei rischi. E nella vita invece? Pensavo alla situazione attuale e a quante indicazioni abbiamo probabilmente perso per strada, in questi anni, per giungere al punto di perdere di vista l’emergenza ambientale. Più ci penso e più credo che abbiamo perso tanti segnali che il pianeta ci stava lanciando. Episodi sconvolgenti che, non avendo delle ripercussioni dirette ed immediate sul nostro vivere quotidiano, abbiamo scelto, chi più, chi meno, di ignorare. Abbiamo perso anche tanti gesti che, solo in questi giorni di isolamento, stiamo riscoprendo essere così preziosi. Gesti verso i nostri cari, ma anche verso un prossimo che non conosciamo e che sentiamo oggi così vicino nelle difficoltà e così simile nelle fragilità. Una volta che questa emergenza sarà finita, mi chiedo allora: quale sentiero imboccheremo? Saremo capaci di trovare una strada nuova per fare fruttare quello che abbiamo e quello che siamo, rispettando il nostro pianeta e tutti i suoi abitanti? Impareremo a leggere la segnaletica della natura e a non fingerci sordi ai tanti appelli che il mondo ci lancia?

Calà del Sasso: 4444 gradini da Valstagna a Sasso di Asiago
Forse non tutti sanno che in provincia di Vicenza sorge una delle scalinate più lunghe al mondo e che, proprio da questa scalinata, possiamo imparare molto. Si chiama Calà del Sasso, è immersa nel verde e collega, grazie ai suoi 4444 gradini, Valstagna, nel comune di Valbrenta, a Sasso di Asiago, nell’Altopiano dei Sette Comuni. La scalinata più lunga d’Italia venne realizzata nel XIV secolo sotto il dominio di Gian Galeazzo Visconti con un preciso obiettivo: il percorso serviva per fare scendere i tronchi d’albero a valle in modo sicuro e indipendente, e venne utilizzato dal XV al XVIII secolo per evitare altre strade che, all’epoca, erano sottoposte a pesanti dazi. Di qui il nome Calà che significa appunto calata, discesa. Il prezioso legname dell’Altopiano serviva principalmente a rifornire l’arsenale per la costruzione delle potenti navi della Serenissima Repubblica e veniva trasportato fino a Venezia, lungo il corso del fiume Brenta, dagli zattieri di Valstagna. I boscaioli invece, dopo avere fatto scorrere i tronchi lungo la canaletta che costeggia la scalinata, solitamente acquistavano in paese alimenti e oggetti che scarseggiavano in montagna e poi tornavano a casa, ripercorrendo il percorso in salita. Dopo essere stata per lungo tempo la principale via di collegamento tra la valle e l’Altopiano, fra il XIX e il XX secolo, la scalinata cadde in disuso in favore delle nuove vie di comunicazione costruite in quegli anni. Dopo un periodo di abbandono, la Calà del Sasso è tornata ad essere un importante itinerario storico-turistico percorribile tutto l’anno. La scalinata, contrassegnata dal segnavia numero 778, è lunga circa 2546 metri e copre un dislivello di 744 metri, partendo dal parcheggio in località Lebo di Valstagna (221 m) e arrivando alla chiesa di Sasso di Asiago (965 m). Cosa ci può insegnare la Calà del Sasso?

Siate la scalinata più lunga del mondo  
Questa preziosa scalinata ha permesso di collegare la pianura alla montagna, di unire paesi e cittadini diversi e di fare giungere merci in città lontane tra loro. Inconsapevolmente, gli scalini della Calà del Sasso hanno migliorato le condizioni di vita di tante persone, garantendo il commercio e il trasporto del legname per gli abitanti dell’Altopiano e della Valbrenta. Come tutte le scalinate, anche Calà del Sasso è composta di scalini, legati l’uno all’altro e tutti indispensabili per raggiungere la sua base e la sua cima. Penso allora che, una volta finita l’emergenza, Calà del Sasso potrebbe essere un buon esempio: perché non diventare i gradini di una scalinata che ci porta a crescere, come individui, ma soprattutto come collettività? Una scalinata che permette di unire luoghi e persone distanti, ma nel rispetto della diversità e dell’ambiente circostante. Una scalinata che porta ad elevarci, a concentrarci sulle cose importanti e a comprendere che solo uno sforzo collettivo può portarci a cambiare le abitudini sbagliate e a salvare il nostro pianeta, così come noi stessi.
E quando sarà davvero tutto finito percorretela, la Calà del Sasso, e fatelo con le persone che amate. La leggenda infatti narra che nel lontano 1638, proprio grazie alla Calà del Sasso, Nicolò, abitante di Sasso di Asiago e fidanzato di Loretta, riuscì ad arrivare a Padova per trovare la medicina capace di guarire la sua futura sposa, che si era ammalata gravemente. I due vissero felici e contenti e, secondo la credenza popolare, coloro che percorrono la Calà del Sasso mano nella mano si ameranno per sempre, proprio come i due sposi di Sasso di Asiago.

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