Parrucchieri ed estetisti: “Tre mesi di stop sono inaccettabili!”
Gli operatori del settore Benessere di Confartigianato
Imprese Vicenza, alla notizia che le loro attività, saloni di acconciatura ed estetica,
dovranno aspettare fino al 1° giugno per riaprire sono rimasti a dir poco senza
parole. La scelta, infatti, del Governo di non aprire quelle attività, che così
restano ferme per tre mesi, risulta incomprensibile e inaccettabile.
“Le imprese del settore, già normalmente attente a tutte le norme relative alla
sicurezza dei clienti, in questo periodo di stop forzato, con rinnovato senso
di responsabilità, avevano elaborato e presentato tempestive proposte
dettagliate su come tornare a svolgere i propri servizi osservando
scrupolosamente le indicazioni delle autorità sanitarie su distanziamento,
dispositivi di protezione individuale pulizia, sanificazione – ricordano Renata
Scanagatta e Valeria Ferron rispettivamente presidenti delle Categorie Acconciatura
ed Estetica di Confartigianato Imprese Vicenza -. Si trattava di misure che
penalizzano fortemente le nostre possibilità di ricavo, ma che avremmo adottato
per responsabilità verso i nostri clienti e i nostri collaboratori. Ora, oltre
al danno la beffa. Non solo su quelle proposte non abbiamo ricevuto alcuna
risposta, non solo ora sappiamo che saremo anche gli ultimi ad aprire, ma non
capiamo perché le attenzioni del Governo siano rivolte ad altri settori, ad
esempio, con tutto il rispetto, i musei realtà che non scappano, non possono
essere fruiti dagli stranieri e non rischiano il fallimento. Rischio,
quest’ultimo, che invece diventa sempre più alto per le imprese del nostro
settore”. “Ci chiediamo quindi, al 1° giugno cosa potremo fare di più rispetto
ad oggi in termini di sicurezza? Si può far stare fermi, con costi continui e
ricavi azzerati per gli interi mesi di marzo, aprile, maggio? – continuano
Scanagatta e Ferron -. No, non ci stiamo. Finora siamo stati alle regole,
ma la prospettiva di un altro mese e più di fermo obbligato non
l’accettiamo”.
Confartigianato ha calcolato che l’effetto combinato di mancati ricavi a causa
della chiusura e della concorrenza sleale degli abusivi nei mesi di marzo,
aprile e maggio causerà alle imprese di acconciatura e di estetica una perdita
economica a livello nazionale di 1.078 milioni di euro, pari al 18,1% del
fatturato annuo. Il tutto con conseguenze inevitabili sull’occupazione: i
mancati ricavi mettono a rischio il lavoro di 49mila addetti del settore in Italia.
Ricordiamo che le imprese attive nelle due categorie in provincia sono 2.400 e
occupano 5.100 addetti.
“Nel frattempo chi opera fuori dalle regole può continuare a farlo, indisturbato – ribadiscono le presidenti -. Sono infatti insistenti e giornaliere le richieste dei nostri clienti di poter venire nei nostri negozi. Se prima l’abusivismo era un fenomeno rilevante oggi temiamo che possa diventare incontenibile con tutte le conseguenze sulla salute di chi gira di casa in casa portando con sè un rischio troppo alto per la comunità”.