PASSAGGIO A NORD – Quando le montagne sono incantate: Tonezza del Cimone e la spada nella roccia
Prati, boschi, laghetti, ruscelli: la vita in montagna è un universo affascinante e meraviglioso da scoprire per tutti i bambini. È il mondo degli spazi liberi, degli animali al pascolo, dell’aria buona, dell’erba profumata, dei frutti selvatici così golosi, ma anche dei girini nello stagno, dei canti degli uccelli, delle orme di animali misteriosi, dei fiori dai mille colori. Tutto in montagna sembra essere stato creato per stimolare la fantasia e l’immaginazione dei più piccoli. Ambienti tanto suggestivi, quanto diversi da quelli della quotidianità, ai quali possiamo fare appassionare anche i bambini, stimolando magari la loro curiosità con racconti e storie, o facendoli sentire parte di una fantastica avventura durante il cammino. E quale avventura più gloriosa se non quella legata alla leggendaria spada di Re Artù? Proprio nelle montagne vicentine, esiste una spada che aspetta ancora il suo nobile cavaliere per essere estratta.
Il sentiero Excalibur a Tonezza
del Cimone
Il
percorso didattico naturalistico Excalibur si trova in uno dei luoghi più
suggestivi dell’altopiano di Tonezza. Si tratta di una passeggiata semplice e
adatta anche ai più piccoli, che si snoda tra secolari faggi, abeti e larici.
Arrivare all’imbocco del sentiero è molto facile: dal centro del paese, si
prosegue in auto per la statale che conduce a Folgaria, si sorpassa la caserma
dell’aeronautica, si prende la strada che scende sulla sinistra in Contrà Sella
e si parcheggia nei pressi della Baita Pontara. Durante il percorso, si
incontrano diversi pannelli informativi che raccontano la storia di questi
luoghi magici: dalle dolci linee del paesaggio, dove all’inizio della
primavera, il croco riveste come un mantello bianco le verdi distese dei
pascoli, al vecchio rustico che si specchia in una piccola pozza d’acqua insieme
ad un secolare faggio dalla gigantesca chioma. Il Baito delle Coste, questo il
nome del rustico che si incontra lungo il cammino, è una struttura in pietra la
cui tipologia è rimasta inalterata nel tempo. È costituito da una parte bassa
adibita a stalla, dove le mucche venivano radunate la sera al ritorno dal
pascolo, e da una parte sovrastante, rappresentata dal fienile, in cui veniva
riposto il fieno raccolto durante l’estate.
Subito dopo si entra in un ampio e luminoso bosco di larici, che un tempo era
percorso dal bestiame per raggiungere i pascoli della zona. Qui il sentiero
risulta delimitato da ambo le parti da vecchi muretti a secco costruiti con
pietre ricavate in loco.
Si continua a camminare fino alla Contrà Vallà, un piccolo e affascinante
nucleo abitativo nato intorno al 1860. Forse è stata l’acqua, limpida e pulita,
o forse la terra, fertile per coltivare segala, patate, orzo e fagioli, a
convincere pastori ed alberi a piantare qui salde e forti radici.
Si arriva poi alla Valle dei Ciliegi, dove i pascoli accolgono ancora oggi le
radici dei vecchi ciliegi che una volta venivano utilizzati dalle foglie alle radici:
i frutti venivano mangiati insieme alla polenta, le foglie date alle mucche, i
rami usati come legna da ardere e il tronco lavorato per la fabbricazione dei
mobili.
Non manca poi la visita al fortino, costruito sulla roccia dall’esercito austro-ungarico
che invase l’altopiano di Tonezza il 15 maggio 1916, in seguito alla grande
offensiva battezzata Strafexpedition. Il fortino è raggiungibile attraverso uno
stretto sentiero, posto tra le due diramazioni che portano una alla cava e
l’altra alla sorgente.
La stazione successiva ci porta proprio alla scoperta di antiche cave,
raggiungibili percorrendo il sentiero che si snoda a sinistra del fortino
attraverso un bosco di faggi e abeti. Il paesaggio, immerso tra questi maestosi
alberi, si caratterizza per la presenza di numerosi muretti a secco e di
vecchie cave, ormai quasi completamente interrate. Poco distante da qui
troviamo anche la sorgente Canaletto, un tempo fonte preziosa di acqua per gli
abitanti di Contrà Vallà.
Superata la Valle dei Ciliegi, il sentiero prosegue in leggera salita fino ad
arrivare in prossimità di una trincea, che risale all’epoca della Grande
Guerra.
C’è infine l’incontro con un fitto bosco di faggi: il sottobosco della faggeta
ospita, nelle diverse stagioni, differenti specie di fiori. Da febbraio a marzo
fanno la loro comparsa il bucaneve, il campanellino, e più tardi la pervinca;
da aprile a giugno, la veccia e il nido d’uccello. Durante l’estate, l’ampia
copertura fogliare della faggeta prepara l’ambiente del sottobosco per
accogliere il ciclamino.
E la spada Excalibur? Non resta che fare questa bellissima escursione per
capire dove si nasconde e se siete proprio voi i temerari cavalieri che da
tempo attende.
Tra storia e leggenda
Che
cosa hanno in comune Tonezza del Cimone ed Excalibur? Entrambe sicuramente di
battaglie ne hanno viste: questo territorio montano vicentino fu infatti teatro
di sanguinosi combattimenti durante la Prima guerra mondiale, mentre nel
secondo conflitto mondiale divenne presidio tedesco e sede di una scuola della
guardia repubblicana. Excalibur, dal canto suo, difese la verità e la giustizia
per tutti i giorni della sua vita, insieme al re di Britannia. Nelle versioni
recenti del mito arturiano, Excalibur è infatti identificata con la spada nella
roccia. In altre opere del ciclo arturiano, invece, le due spade sono distinte
e la vera Excalibur viene donata ad Artù dalla Dama del Lago.