Scuola, Donazzan: “Serve coordinamento delle regioni, grave il ritardo del governo”
“La scuola sarà l’ultima attività a riaprire, segno che i giovani e l’educazione non sono nelle priorità di questo governo. Purtroppo non è stato possibile concedere a a ragazzi e insegnanti di ritrovarsi in classe nemmeno per un giorno, a fine anno scolastico. Ma così si rischia di arrivare impreparati anche a settembre. Dal ministero sinora non sono arrivate indicazioni, ma settembre è dietro l’angolo”.
Su questi presupposti l’assessore regionale all’istruzione e alla formazione, Elena Donazzan, ha convocato oggi il tavolo regionale per progettare la ripartenza della scuola, definendo i criteri base dello scenario di riferimento per il rientro in classe.
Obiettivo del confronto – che ha coinvolto Ufficio scolastico regionale, Anci, Upi, organizzazioni sindacali, Associazione nazionale presidi, FormaVeneto, Associazione dei genitori delle scuole cattoliche, Assessorato regionale alla sanità e al sociale e Assessorato regionale ai trasporti – è la costituzione di un coordinamento operativo regionale che elabori entro due settimane ‘linee guida’ per il rientro in classe a settembre dei 586 mila alunni veneti e per la ripresa dell’attività didattica per gli oltre 100 mila iscritti dei quattro atenei veneti.
“In Veneto vogliamo essere propositivi e non navigare a vista –è lo stimolo lanciato da Donazzan, che si è fatta interprete dell’unanime preoccupazioni per tempistica e per l’incertezza su organico e risorse – Con le Regioni, e in particolare con la IX Commissione della Conferenza delle Regioni stiamo condividendo i problemi dettati dal silenzio e dall’incertezza che gravano sul mondo della scuola. In Veneto intendiamo lavorare insieme e da subito per costruire una proposta dal basso, coinvolgendo le istituzioni locali e integrando la programmazione scolastica con l’organizzazione del trasporto pubblico locale, nel rispetto delle poche indicazioni fornite dal Comitato tecnico scientifico nazionale e in attesa degli orientamenti che dovevano arrivare dal ministero dell’Istruzione e dalla task force di esperti, guidata dal professor Patrizio Bianchi. Bambini e ragazzi hanno tutto il diritto di poter tornare alla normalità, ad una scuola che insegni e che educhi”.
I temi già al centro dell’attenzione del coordinamento regionale sono il potenziamento dell’organico del personale docente e del personale ausiliario (inevitabile per garantire lo sdoppiamento delle 28 mila classi della scuola primaria e secondaria), delle modalità della didattica (in presenza e/o a distanza) e del tempo scuola, dell’edilizia scolastica (serviranno edifici ‘polmone’), dei trasporti e delle attività integrative e di supporto..
“La nostra proposta – ha anticipato l’assessore ai trasporti Elisa De Berti – è rivedere le norme sul distanziamento fisico nei mezzi di trasporto, al fine di poter ripristinare la capienza piena di treni, autobus e vaporetti pur sempre con l’obbligo di indossare la mascherina e di igienizzare le mani- Se passa questa proposta per i mezzi di trasporto, che nell’extraurbano sono utilizzati per l’80 per cento dalla popolazione scolastica, si può pensare di estenderla anche agli spazi scolastici, derogando al criterio di un metro di distanza tra i banchi”.
“C’è un problema di spazi da affrontare, per garantire il distanziamento fisico – ha precisato Donazzan – ma c’è anche un problema di docenti e di personale di supporto da reperire, non con farraginose procedure concorsuali, ma utilizzando subito e al meglio il nutrito contingente dei precari e stabilendo alleanze con il mondo dello sport, della cultura e del terzo settore. La scuola del futuro sarà diversa da come l’abbiamo conosciuta e ci dovrà vedere tutti impegnati a collaborare, Regione, province e Comuni in prima fila, per riuscire a coniugare il diritto allo studio, la capacità educativa e la sostenibilità dei servizi”.
Il coordinamento regionale sulla scuola si è dato appuntamento la settimana prossima, nella speranza che nel frattempo arrivino le linee guida ministeriali – auspica Donazzan – “al fine di poter comprendere le modalità della didattica e come coinvolgere anche il mondo dello sport e della cultura e quello che il documento del Cts individua come ‘possibili collaborazioni del territorio’”.