Confartigianato Vicenza: assunzioni ridotte del 44% causa Covid
I primi segnali della crisi covid-19 sull’occupazione nell’artigianato vicentino:
nel periodo
febbraio-aprile assunzioni ridotte del 44% rispetto allo stesso periodo dello
scorso anno e una perdita stimata di posti di lavoro pari all’1,4%
L’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Vicenza presenta l’indagine sull’andamento dell’occupazione nell’artigianato vicentino nel mese di aprile, lavoro che va ad aggiornare quello precedente di febbraio-marzo, per capire l’impatto delle misure restrittive sulla domanda di lavoro dipendente del settore.
L’indagine ha coinvolto 1.716 micro e piccole imprese per un totale di 10.463 dipendenti, e sono state utilizzate le informazioni sui cedolini paghe, dati che vengono utilizzati periodicamente per l’analisi semestrale dell’Osservatorio sull’occupazione dipendente nell’artigianato vicentino.
Dall’indagine emerge che, se nella precedente analisi si era
assistito nel solo mese di marzo ad un calo delle assunzioni del 38,5% e nel
corso del bimestre febbraio-marzo l’impatto dell’emergenza aveva determinato
una perdita di posti di lavoro pari allo 0,8% dell’occupazione dipendente
artigiana vicentina, con il mese di aprile ancora in pieno lock down gli
effetti sul mercato del lavoro sin sono intensificati.
Le assunzioni, infatti, sono calate drasticamente dell’81,4% rispetto al mese
di aprile 2019 (era -38,2% a marzo 2020), e le cessazioni si sono riducono del
57,7%, in conseguenza delle mancate assunzioni nel periodo considerato. Nel
periodo febbraio-aprile, quindi, complessivamente le assunzioni si sono ridotte
del 44% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e si stima una perdita
di posti di lavoro pari all’1,4% dell’occupazione dipendente artigiana
vicentina.
“Una quota, quella della nostra provincia, che è inferiore a quella stimata a
livello regionale da Veneto Lavoro, pari a circa il 3% tra il 23 febbraio e il
6 maggio, in quanto dalla loro analisi il comparto delle attività turistiche e
commerciali risulta essere il più colpito dall’emergenza sanitaria
rappresentando da solo quasi la metà delle mancate assunzioni nel periodo
considerato. La maggior tenuta dell’artigianato al momento è quindi spiegata
considerando la minor presenza nei settori direttamente interessati dal turismo”,
commenta Sandro Venzo, delegato alle politiche per il
Lavoro, Formazione e Scuola di Confartigianato Imprese Vicenza.
Nel dettaglio delle attività economiche, si rileva un maggior impatto nel Manifatturiero con mancata occupazione pari all’1,9% e assunzioni degli ultimi tre mesi dimezzate (-48,4%) rispetto a febbraio-aprile dello scorso anno. Seguono i Servizi con una perdita di posti di lavoro dello 0,6% dei dipendenti complice una flessione delle assunzioni del 35,8% nei mesi di febbraio-aprile. Infine le Costruzioni con una mancata occupazione dello 0,1% e una contrazione delle assunzioni del 37,8% nel corso degli ultimi tre mesi.
Si rileva un maggior impatto tra le piccole imprese (con oltre 9 dipendenti) dove si stima una mancata occupazione pari all’1,5% dei dipendenti artigiani dato da dimezzamento delle assunzioni (-50,8%) rispetto a febbraio-aprile dello scorso anno. Nelle micro imprese (fino a 9 dipendenti), invece, il calo delle assunzioni nel trimestre febbraio-aprile è più contenuto (-34,5%) e si stima una perdita di posti di lavoro pari all’1,2% dell’occupazione dipendente.
Quanto al profilo dei lavoratori, sono i giovani under 30 a
subire le maggiori conseguenze dell’emergenza con una mancata occupazione pari
al 2,6% dei dipendenti artigiani e un calo delle assunzioni del 39,5% nei tre
mesi in considerazione. Seguono i dipendenti over 50 per i quali si calcola una
perdita di posti di lavoro pari all’1,4% dell’occupazione di riferimento, in
linea con il dato complessivo, e un dimezzamento (-51,4%) delle assunzioni nei
mesi di febbraio-aprile. Infine, gli occupati tra i 30 e i 50 anni segnano una
perdita di posti di lavoro pari allo 0,8%, con una contrazione delle assunzioni
del 45,3% rispetto a febbraio-aprile 2019.
“Sin dall’inizio dell’emergenza ci siamo attivati per capire come supportare le
imprese consapevoli delle inevitabili conseguenze economiche dell’eccezionale
situazione. Da qui l’impegno immediato, nei tavoli istituzionali, per
salvaguardare imprese e lavoro; ma anche attività di aggiornamento in divenire
per investire il tempo in nuove competenze da attivare una volta che si fosse
passati alla Fase 2. Molte aziende hanno mostrato una capacità di reazione
tipica dell’artigianato: hanno convertito produzioni per realizzare quanto
necessario al momento, altre hanno potenziato i loro canali di vendite on line
(per esempio per le consegne a domicilio), altre hanno attivato una
comunicazione social per mantenere vivo il contatto con il cliente – continua
Venzo -. Che l’emergenza Covid avesse ripercussioni pesanti è stato chiaro da subito
e, spero, a tutti. Ora è il tempo di ripartire e bisogno capire come e contando
su cosa. Le imprese, soprattutto quelle della sub fornitura, sono preoccupate
per la mancanza di ordini dovuta al calo dei consumi; altre hanno pagato con
uno stop di più di due mesi. Un esempio delle sfumature e delle diversità che
esistono nei vari comparti e che andrebbero, da parte del legislatore,
maggiormente considerate per evitare misure a taglia unica ma piuttosto su
misura”.Comun