Cinghiali, prorogato il prelievo venatorio in Lessinia e sul Baldo
Caccia di selezione ai cinghiali sul Baldo e in Lessinia: sperimentazione confermata, anche per questa stagione. Così l’assessore all’agricoltura e alla caccia del Veneto, Giuseppe Pan, inquadra la proroga del regime venatorio sperimentale per la gestione dei cinghiali nel Veronese, appena deliberata dalla Giunta regionale.
Da dieci anni la caccia al cinghiale è autorizzata in Lessinia e ha consentito il prelievo di 5.479 esemplari, di cui 1.220 solo nell’ultima stagione venatoria 2019-2020, su una popolazione stimata di circa 7 mila esemplari. Lo scorso anno il regime sperimentale è stato esteso per la prima volta anche all’area del Baldo, al fine di contrastare il proliferare dei suidi e, nel contempo, salvaguardare il particolare valore naturalistico dell’area: il bilancio è di 308 capi abbattuti su una popolazione complessiva stimata nell’ordine di 1500-2500 esemplari sull’intero massiccio. “Risultanti incoraggianti, ma ancora insufficienti”, commenta Pan,che ha portato all’esame e all’approvazione dell’Ispra e della Giunta veneta il ‘bis’ al piano di prelievo in selezione del cinghiale sulla duplice area della Lessinia e del Baldo. Lo scorso anno si è registrata, infatti, una forte impennata dei danni subiti dalle imprese agricole e dagli abitanti (le richieste di risarcimento per la Lessinia hanno superato i 143 mila euro, sul Baldo forse i proprietari non hanno ancora dimestichezza con le pratiche di indennizzo), con significativi danni ai pascoli e al cotico erboso nei mesi invernali e primaverili, e nei mesi successivi alle piantagioni di ciliegie e ai frutteti in generale.
“L’Ispra, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale del Ministero dell’Ambiente – riferisce Pan – ha condiviso gli obiettivi regionali di contenimento della presenza di cinghiali, in ragione del forte impatto causato alle attività agricole del territorio. L’Ispra ha inoltre segnalato il rischio elevato di introduzione del virus della peste suina africana nel nostro Paese da parte dei cinghiali, invitando ad una accurata attività di conteggio e monitoraggio, anche spaziale, dei cinghiali e ha dato specifiche indicazioni alla Regione e all’Unità organizzativa faunistico venatoria dell’ambito Prealpino e Alpino di segnalare alle autorità competenti ogni capo abbattuto o carcassa rivenuta”.
Il piano per il prelievo in selezione del cinghiale in Lessinia ha autorizzato per quest’anno il prelievo da appostamento fino a 450 capi fino al 31 marzo 2021. Sarà possibile utilizzare anche la tecnica della ‘girata’, a partire dal 1° novembre fino al 31 gennaio 2021, senza limite numerico di capi.
Analogo il numero di capi e il calendario previsto per l’area del Baldo: 450 esemplari con il prelievo in selezione (da appostamento). Anche in quest’area sarà autorizzata la tecnica della ‘girata’ con cui si stima un prelievo di cattura compreso tra i 200 e i 250 esemplari, dato il particolare metodo di caccia, meno invasivo per le specie animali presenti nell’area interessata.
“Mi auguro che il rinnovato regime sperimentale, insieme alla prosecuzione del piano regionale di controllo nei confronti dei cinghiali – conclude l’assessore Pan – possano ottenere i risultati sperati, in modo da riportare l’indice di densità di questa popolazione entro i due esemplari ogni 100 ettari. Faccio quindi appello all’azione sinergica tra prelievo venatorio e attività degli operatori abilitati al piano di controllo nel restante periodo dell’anno, perché solo così la strategia di contenimento potrà essere efficace per la tutela delle colture agricole, della fruizione turistica e per la sicurezza dei cittadini”.