3 Settembre 2020 - 9.08

Fase 3 Veneto, sostegni antiCovid anche a ristoranti e pubblici eserzici

Con due distinti provvedimenti la Giunta regionale del Veneto estende anche alle imprese della ristorazione e della somministrazione di alimenti e bevande le provvidenze anti-Covid pensate per il rilancio del turismo e della cultura.

“Nella seduta odierna di Giunta – riferisce l’assessore regionale al lavoro – ho portato in approvazione due delibere che aggiustano gli strumenti di sostegno per lavoratori e imprese, adattandoli alle esigenze dei comparti del turismo e della cultura, che sono tra i più penalizzati dagli effetti economici della pandemia”.

La prima delibera  estende l’accesso al fondo di 35 mln di euro per il mantenimento dell’occupazione, pensato per  offrire una effettiva riduzione del costo del lavoro a quelle imprese che hanno deciso o decidono di riprendere in attività i propri lavoratori dalla cassa integrazione, a nuove  categorie di beneficiari. “Oltre agli alberghi – sottolinea l’assessore – verrà data la possibilità di usufruire di questa forma di riduzione del costo del lavoro e di sostegno all’occupazione anche a nuove categorie economiche, in particolare al mondo della ristorazione e dei bar, alle imprese dello spettacolo e delle ricreazione, a quelle della gestione di eventi creativi, e alle imprese di trasporto taxi e con conducente”.

La seconda delibera, relativa al bando da 3 mln di euro “Ri-partiamo” dedicato al rilancio del turismo veneto, proroga i termini sino al 30 settembre per presentare domanda ed estende la partecipazione, oltre che alle imprese alberghiere, anche a quella della ristorazione e di somministrazione alimenti e bevande, con una particolare attenzione per gli esercizi in quota.

“Ho ascoltato le richieste del territorio – spiega l’assessore al lavoro –  e abbiamo pertanto deciso di estendere questa forma di supporto alle iniziative di formazione e rilancio del comparto turistico  anche a quel mondo di operatori economici della montagna rappresentati da malghe, ristoranti e bar che spesso sono l’unico presidio imprenditoriale e che devono potersi ripensare quali operatori dell’accoglienza, con competenze linguistiche, di comunicazione e culturali che siano in grado di intercettare un turismo sempre più esigente”.

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