È morto Philippe Daverio, storico dell’arte e divulgatore
È morto questa notte all’istituto dei Tumori di Milano lo storico dell’arte Philippe Daverio Lo ha reso noto la regista e direttrice del Franco Parenti Andree Ruth Shammah.
Docente e saggista, ex assessore alla Cultura del Comune di Milano, aveva 70 anni. “Mi ha scritto suo fratello stamattina per dirmi che Philippe è mancato stanotte” ha detto Shammah all’Ansa.
Lo scorso anno al Teatro Olimpico l’11 giugno era stato protagonista
di un’iniziativa, inserita nell’articolato cartellone del Festival della Bellezza, rassegna culturale organizzata a Verona per il sesto anno consecutivo, in cui per la prima volta rientrava anche Vicenza, che l’aveva visto intervenire sul tema “Palladio e lo spirito della forme”.
Nato il 17 ottobre 1949 a Mulhouse, in Alsazia, è stato anche assessore del Comune di Milano dal 1993 al 1997 nella giunta Formentini, con le deleghe alla Cultura, al Tempo Libero, all’Educazione e Relazioni Internazionali, e si è occupato della ricostruzione del Padiglione d’Arte Contemporanea distrutto a seguito dell’esplosione della bomba avvenuta in via Palestro il 27 luglio 1993.
Philippe Daverio si è sempre definito uno storico dell’arte. Il grande pubblico lo ha conosciuto nel 1999 come inviato della trasmissione Art’è su Raitre. L’anno dopo è stato autore e conduttore della trasmissione Art.tù, poi dal 2002 al 2012 autore e conduttore di Passepartout, programma d’arte e cultura divenuto Il Capitale, e del programma del 2011 Emporio Daverio per RAI 5.
Come gallerista ed editore ha pubblicato una cinquantina di titoli. Diverse anche le sue pubblicazioni scientifiche e quelle divulgative. Daverio ha svolto attività di docente in diverse università: è stato incaricato di un corso di Storia dell’arte presso lo Iulm di Milano, laurea in Comunicazione e gestione dei mercati dell’arte e della cultura; ha svolto diversi corsi di Storia del design presso il Politecnico di Milano, e dal 2006 è professore ordinario di Disegno Industriale presso l’Università degli Studi di Palermo. Nel 2013 ha ricevuto dal presidente della Repubblica, il Cavalierato delle Arti e delle Lettere e la Medaglia d’Oro di benemerenza del Ministro per i Beni Culturali; sempre nel 2013 è stato insignito dal presidente della Repubblica francese della Lègion d’Honneur.
Nel settembre 2014 è diventato direttore artistico del Grande Museo del Duomo di Milano, e dal 2015 membro del Comitato scientifico della Pinacoteca di Brera e Biblioteca nazionale Braidense.
Ha collaborato come opinionista per “Panorama”, “Liberal”, “Vogue”, “Gente”, ed è stato consulente per la casa editrice Skira. Nel 2008 era stato nominato direttore della rivista d’arte “Art e Dossier” della casa editrice Giunti. Nel 2010 è stato anche autore e conduttore di “Emporio Daverio” su Rai5, una proposta di invito al viaggio attraverso le città del Belpaese, un’introduzione al museo diffuso ed uno stimolo a risvegliare le coscienze sulla necessità di un vasto piano di salvaguardia. È autore di numerose pubblicazioni: “Il Museo Immaginato” (Rizzoli, 2011), “Il Secolo lungo della Modernità” (Rizzoli, 2012), “Guardar lontano veder vicino. Esercizi di curiosità e storia dell’arte” (Rizzoli, 2013).
Daverio è andato spesso a braccetto con la politica: la prima volta con la giunta del leghista Formentini a Milano, poi fece il “bibliotecario” con Vittorio Sgarbi nella sua giunta del Comune di Salemi, è stato candidato in provincia a Milano nel 2009 nella lista di Filippo Penati e nel 2010 è stato, per poco, consulente per la Festa di Santa Rosalia a Palermo nella giunta Cammarata. Il vulcanico critico d’arte era trasversale: “Destra e sinistra? Non hanno più senso”, diceva.
“Di Philippe Daverio mi resterà impressa la sensazione che ho provato nelle occasioni che ho avuto di incontrarlo personalmente. Un dialogo con lui lasciava sempre l’impressione di aver trovato il modo di leggere un libro in maniera rapida ma molto approfondita e sempre esaustiva. Sentirlo parlare, sembrava quasi che rendesse banale ogni spiegazione in qualsiasi ambito artistico o culturale; eppure lo faceva senza venir mai meno al rigore di studioso. Penso che la sua preparazione e il suo stile fossero quelli più congeniali per spiegare la nostra terra dove una bellezza così diffusa rischia di passare per banalità e deve essere approfondita con concetti immediati per tutti”.
Così il Presidente della Regione del Veneto ricorda Philippe Daverio alla notizia della sua scomparsa.
“Era un gigante della cultura che si esprimeva alla portata di tutti – prosegue il Governatore – l’esatto contrario di alcuni soloni che amano restare chiusi in un mondo elitario. È stato un amico del Veneto e dei Veneti. Non solo come giurato storico del premio Campiello ma anche per come ha dimostrato più volte nelle sue trasmissioni a cominciare dall’intramontabile Passepartout. Grazie alle incursioni di Daverio in terra veneta, il mondo ha sicuramente scoperto e apprezzato qualcosa di più della nostra regione, non solo di quel grande tesoro che è Venezia o delle importanti città d’arte ma anche di angoli conservati dalle nostre campagne come il Barco della Regina Cornaro, le Ville o più semplicemente il patrimonio di memorie lungo il Piave”.
“Di un personaggio di simile levatura culturale e dalla così grande capacità di rendere familiare l’arte non solo fuori ma addirittura lontano dai salotti – conclude il Presidente del Veneto – si sentirà la mancanza. A lui un pensiero di gratitudine ed un sentimento di vicinanza ai suoi familiari”.