3 Dicembre 2020 - 12.22

Per il pranzo di Natale invita un virologo!

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di Alessandro Cammarano

“Aggiungi un posto a tavola che c’è un amico in più. Se sposti un po’ la seggiola stai comodo anche tu”, cosi cantava il coro insieme a Jonny Dorelli nella commedia musicale di Garinei&Giovannini invitando a condividere cibo e ospitalità.

Quest’anno le cose saranno molto diverse: cenone pranzo, salvo ripensamenti, si svolgeranno tra le mura domestiche e in pochissimi. Parentado generico – per altro innesco di liti memorabili tra tortellini e panettone – escluso e aria di tamponi per i pochi ammessi al desco festivo il Natale sarà necessariamente intimo, cosa che in realtà presenta non pochi aspetti positivi.

Tra le figure familiari una in particolare ha assunto in questo terrificante 2020 un rilevo che la renderebbe degna di assurgere a parente di primo grado e quindi in possesso dei requisiti necessari a condividere bolliti con salse, arrosti e torroni con qualsiasi nucleo familiare volesse invitarla: il “virologo” in tutte le sue molteplici declinazioni.

Dopo “adotta un panda” e “pianta un albero” quella della partecipazione di uno scienziato tra abete e vischio potrebbe essere la tendenza vincente.

Ce n’è per tutti i gusti, un’ampia gamma tale da poter soddisfare i palati più esigenti portando una ventata di sapere a consessi in cui spesso la conversazione non va oltre il calcio a porte chiuse e l’ultimo scoop della Vita in Diretta. Epidemiologi, virologi, infettivologi, ma anche anestesisti, medici di base e giù fino a rabdomanti e medium: tutti pronti ad accomodarsi in casa Brugolon o Mazzalavecchia o ancora Cucuzzu per conversare amabilmente tra un cappelletto e una noce.

L’italiano medio, che notoriamente è ricercatore scientifico specializzato su Wikipedia così come è allenatore di qualsiasi sport nonché sommelier-chefstellato-maestrodibonton, vedrebbe il suo ego ulteriormente solleticato dalla presenza in casa propria di un luminare visto tante volte in presenze plurigiornaliere in televisione.

Nello specifico i più accorti tenderebbero ad accaparrarsi Andrea Crisanti, amato e odiato dal presidentissimo Zaia, accorto quanto nessun altro nel fornire panorami di ampio respiro e senza mai nascondersi dietro le parole. Se dice «non fate i mòna perché sennò morite» lo fa a ragion veduta, piaccia o no.

Agli zuzzurelloni – quanto è bella questa parola! – aedi del “liberi tutti” potrebbe far piacere la compagnia di Alberto Zangrillo e del suo refrain “Covid è morto”, parafrasando i Nomadi, o di Claudio Bassetti che nei suoi giudizi è più mobile della “piuma al vento” cantata dal Duca di Mantova nel “Rigoletto”tanto che un giorno sì e uno no se ne esce con un “forse mi sono sbagliato” che fa tanta tenerezza.

Bassetti è anche quello che dà della “veterinaria” ad Ilaria Capua, scienziata coi fiocchi, credendo di insultarla e che invece potrebbe essere una perfetta commensale visto il suo aplomb impeccabile.

Per i più radicali l’invito d’obbligo è quello al Professor Palù, per il quale gli asintomatici non sono contagiosi e che è tutta colpa delle scuole. Anche lui però, negli ultimi giorni ha cominciato a parlare di un picco a gennaio e ha cominciato a dispensare consigli prudenti.

Per gli amanti del fashion la scelta deve necessariamente cadere su Antonella Viola, telegenica, corteggiatissima dai conduttori TV e invitata in qualunque trasmissione in qualsiasi fascia oraria. Paladina del “not in my name” si scaglia contro le modalità delle chiusure tranne quelle delle classi scrivendo un DPCM tutto suo.

Da ultima l’opzione più saggia: passare il Natale con il Professor Massimo Galli, che è virologo sul serio, parla con il tono fermo ma rassicurante del vecchio medico di famiglia, non fa mai pipì fuori dal vaso e sicuramente non confonde bicchieri e posate.

Se poi la si vuole buttare in vacca allora le porte di casa vanno necessariamente aperte a quella gran signora che è Angela Chianello, la regina di Mondello che irromperà in casa con tutta la sua ghenga tamarra al grido di “Non ce n’è Còviddi!”: una ventata di classe che prelude a futuri contagi.

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