5 Dicembre 2020 - 18.27

Un Natale “blindato” per salvare i nostri anziani

Adesso il Governo lo ha messo nero su bianco.   Non era difficile immaginarlo! D’altronde, al di là di tutte le curve di contagio, al di là dell’indice Rt, al di là delle regioni colorate dal rosso al giallo, il numero che conta, quello che toglie il fiato ogni giorno, è il numero di chi non ce l’ha fatta, di chi ha dovuto cedere all’assalto del Covid-19.E quindi è stato deciso che dal 21 di questo mese al 6 gennaio non ci si possa spostare da una Regione all’altra, indipendentemente dalla colorazione, che la vigilia ed il giorno di Natale, nonchè la notte del 31, non si possano oltrepassare i confini del proprio comune di residenza, che rimanga il “coprifuoco” dalle 22 alle 5 del mattino, e tutta una serie di altre limitazioni, compresa la chiusura degli impianti nelle località sciistiche.Che queste prescrizioni abbiano provocato accese polemiche, sia a livello istituzionale e politico, sia a livello di categorie interessate a questo “mini lockdown” ci sta.   Da un lato la pandemia è diventata l’ennesima occasione  di scontro per le forze politiche sulla pelle dei cittadini, dall’altro vedere località come Abano Terme con le strade vuote, alberghi chiusi, e negozianti con le braccia incrociate sulla porta delle botteghe, o Asiago e Cortina innevate ma senza sciatori, dà l’idea di cosa possa aspettarci a livello economico se il virus dovesse imperversare ancora per lungo tempo.In questo clima da “alba del giorno dopo”, l’annuncio che a Natale i cenoni con le tavolate occupate da tutto il parentado in festa sono “caldamente sconsigliati”, unitamente alle limitazioni di spostamento fra Comuni, ha sollevato un vespaio di polemiche. Ma come, non posso passare il Natale e Capodanno assieme ai miei cari?Ma chi si crede di essere Giuseppe Conte per impedire che si possano trascorrere le Feste assieme ai figli, ai genitori, ai nonni, se non conviventi, con la consueta formula del “tutti insieme appassionatamente”?Hai voglia a dire che l’agognato “liberi tutti” per le Festività di fine d’anno non si può fare quando ogni giorno quasi mille italiani escono dagli ospedali a gambe avanti!  Hai voglia a dire che tutto questo serve proprio a proteggere i “nonni” dal contagio, e che in attesa del vaccino, ammesso che sia risolutivo, non c’è altra strada al momento che quella del “filtrare” e limitare i contatti!Serve a poco a fronte dei tanti che vivono questo momento storico come una “limitazione della propria libertà”, piuttosto che come una serie di precauzioni indispensabili per ridurre l’estendersi della pandemia.E che, in quest’ottica, cercare qualsiasi arzigogolo per aggirare le norme, come si intuisce leggendo le innumerevoli domande sui social, è decisamente insensato, oltre che stupido. Viene il dubbio che la voglia di cenone, come quella di indossare gli sci  a qualunque costo ,  sia una sorta di evasione dalla quotidianità, al pari di quanto abbiamo visto questa estate sulle spiagge, con i bei risultati che abbiamo avuto. Ma tutto questo rumoreggiare, tutto questo protestare, a mio avviso si svolge nel silenzio proprio degli “anziani”, dei “nonni” come si preferisce definirli in questi casi.In diritto si userebbe l’espressione “inaudita altera parte”, traducibile con “non udita l’altra parte”, che nella specie sono proprio le persone più avanti con l’età.Perchè, mi sono chiesto, siamo proprio così sicuri che la voglia di cenone sia così sentita dai “nonni”?  Che il “tradizionale raduno natalizio” di tutti i parenti sia veramente in cima ai pensieri degli anziani?Non ne sarei così sicuro, anzi a dirvela tutta tenderei proprio ad escluderlo.E questa convinzione mi deriva dallo scambio di idee che quotidianamente mi capita di avere proprio con queste “chiome bianche”.Non ho certo la presunzione che queste conversazioni abbiano il valore di un sondaggio statistico, ma credo che abbiano comunque una certa valenza.E quindi, cosa sento dire da questi “anziani”?Si capisce innanzi tutto che gli over 60 sono la parte della popolazione che meglio di tutte ha capito i rischi del covid-19.  Che ha ben realizzato che mentre per i giovani, con le dovute eccezioni peraltro, gli effetti dell’infezione sembrano limitati, per chi ha molte primavere sulle spalle c’è in ballo la pelle, senza giri di parole.L’età media di coloro che muoiono causa Covid ne è la testimonianza più evidente, e di conseguenza, vista la “posta” in palio, gli anziani sono i più ligi nel rispetto delle regole dettate dalle Autorità.Qualcuno mi ha detto espressamente: “Alla  mia età di Natali ne ho visti ahimè tanti, e quindi per me si tratta di giornate non molto diverse dalle altre.  E sicuramente alla mezzanotte del 31 dicembre non mi metto a sparare mortaretti.  Certo mi dispiacerebbe non poterlo passare assieme a figli e nipoti, ma non ne faccio una tragedia.  Francamente vivrei con una certa apprensione un cenone con i miei cari, non sapendo quali contatti abbiano avuto nei giorni o nelle ore precedenti.  Sicuramente obbligarli a portare  tutti la mascherina a tavola sarebbe improponibile, per cui piuttosto che passare i successivi 10/15 giorni con il terrore di essermi contagiato, preferisco non avere nessuno in casa”.A onor del vero c’è da dire che molti figli hanno fatto propri questi timori dei genitori.  Ad esempio conosco una coppia di quarantenni che risiede nel bergamasco, che a Pasqua sono venuti si a trovare i loro genitori in un paese del padovano, ma invece di dormire da loro come di consueto, sono andati in albergo, e gli incontri fra nonni, figli e nipoti sono avvenuti all’aperto con tutte le precazioni.Sempre sul tema, marito e moglie anziani mi hanno specificato: “E’ dallo scorso marzo che non accompagniamo più i nipoti a scuola, che non facciamo più i baby sitter nei pomeriggi aiutando i piccoli nei compiti, che vediamo le nostre figlie salutandoci dalla strada.  Proprio a Natale dobbiamo disattendere queste precauzioni per mangiare assieme il panettone, vanificando così i sacrifici dei mesi scorsi, e correndo il rischio di finire in ospedale con un tubo in gola? Certo che ci dispiace di non poter come tutti gli anni vederci  assieme attorno ad un tavolo a casa nostra.  Certo che sarà un Natale triste senza i nostri cari, ma abbiamo la speranza, rispettando le regole, e vaccinandosi quando lo si potrà fare, di avere la possibilità di passare altre festività tutti insieme, finalmente liberi da quest’incubo”.Potrei continuare con altre testimonianze, ma mi fermo qui perchè alla fin fine sono molto simili quanto ai contenuti.Mi sembra di poter dire, in conclusione, che i “nonni”, come ci piace definirli, rispetto ai più giovani si muovono con un’altra logica, con un’altra sensibilità, con la ragionevolezza che deriva della prevenzione scientifica, soprattutto con la consapevolezza di essere in prima linea nel rischio di lasciarci le penne.E proprio per questo sono disponibili non solo ad accettare cambiamenti nella loro quotidianità, ma anche in occasioni come le Festività di Natale e Fine Anno, tradizionalmente momento di incontro con gli affetti della famiglia.Direi che le loro voci vanno ascoltate, le loro paure rispettate!La moderna tecnologia fortunatamente offre strumenti di incontro straordinari.Quindi non lasciamoli soli i nostri vecchi; colleghiamoci con Wathsapp, Face Time, e tutti le altre applicazioni simili.  Di questo ci ringrazieranno.Ma non forziamoli a cenoni od occasioni di incontro che possano essere fonte di apprensione per la loro salute.Questo Natale sarà così, inutile deprimerci! Speriamo che il prossimo sia come quello della tradizione.

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