7 Dicembre 2020 - 12.51

Droga a giovani: dieci arresti – Smantellati due centri di spaccio nel Vicentino

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A Schio e a Malo. Dieci soggetti africani arrestati. Spacciavano in luoghi frequentati da giovani (centri sportivi, parchi, in un caso anche in una corsia di supermercato). L’operazione ha smantellato due piazze di spaccio dell’Alto Vicentino.

Stamane all’alba i Carabinieri del Comando Provinciale di Vicenza hanno portato a termine una massiccia operazione antidroga nell’area dello scledense, arrestando 10 persone, 9 delle quali di origini nigeriane ed 1 gambiana – tutte responsabili di una pluralità di azioni di spaccio e detenzione a fini di spaccio di stupefacente – in esecuzione di mirate ordinanze di custodia cautelare emesse dai GIP del Tribunale di Vicenza, Dott. Roberto Venditti e Dott.ssa Barbara Maria Trenti.

Le attività, che hanno visto anche la perquisizione di 13 appartamenti, sono state condotte da 100 militari del Comando Provinciale di Vicenza, con il supporto di un’unità cinofila della Stazione CC. A.M. di Istrana e di 4 Squadre di Intervento Operativo del 4° Battaglione CC. “Veneto” e hanno registrato anche l’esecuzione di ulteriori 8 arresti in flagranza di reato per detenzione a fini di spaccio di sostanza stupefacente, eseguiti a carico di 3 destinatari dei provvedimenti cautelari, nonché di altri 5 cittadini nigeriani, S.M., J.A. e I.A, tutti classe ’95 e O.C. e E.T., entrambi classe ’91, (tutti trattenuti in camera di sicurezza per il rito direttissimo, tranne I.A., condotto in carcere) con il sequestro complessivo di circa 70 gr. di eroina e 30 di cocaina (in ovuli e dosi) e 500 euro in contanti.

I provvedimenti restrittivi scaturiscono da due indagini, denominate “CASTELLO” e “MONTECIO 2”, condotte, da ottobre 2019 ad agosto di quest’anno, dal Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Schio, sotto la direzione e il coordinamento della Procura della Repubblica di Vicenza – Sostituti Dott. Blattner e Dott. Corno – con le quali sono state perseguite le attività illecite commesse da due sodalizi criminali operanti nelle città di Schio e Malo. L’esecuzione delle misure, su precisa indicazione della Procura, è stata condotta in contemporanea atteso che, pur essendo le investigazioni formalmente non collegate, è stata riscontrata una conoscenza diretta tra alcuni dei soggetti coinvolti e, pertanto, due distinti interventi avrebbero potuto compromettere il buon esito dell’attività nel suo complesso.

Nota particolare che contraddistingue le attività è che, anche per via delle concrete difficoltà tecniche emerse a causa del periodo pandemico, entrambe sono state portate avanti, in accordo con i Pubblici Ministeri, solo con i metodi classici di investigazione, quali analisi dei tabulati telefonici, osservazione, pedinamento e ascolto delle dichiarazioni fornite dagli assuntori individuati. Notevoli quindi le difficoltà per i militari del Nucleo Operativo di Schio, soprattutto nelle fasi di osservazione dei soggetti dediti allo spaccio di sostanze stupefacenti, che si spostavano costantemente a piedi o in bicicletta, fingendo magari di fare attività sportiva, verso luoghi di incontro sempre diversi.

Per quanto attiene l’indagine “MONTECIO 2”, le persone arrestate sono:

– OSARO Pedro, nato in Nigeria cl. 1997 (anche in flagranza)

– ALEOGHO Martins, nato in Nigeria cl. 1987

– BOJANG Brahima, nato in Gambia cl. 1999 (anche in flagranza)

– AUDU Paul, nato in Nigeria cl. 1997.

Sono tutti accusati di aver effettuato cessioni di dosi di cocaina ed eroina per un valore calcolato, nel periodo relativo alle indagini, in più di 200.000 euro, con l’aggravante di aver perpetrato l’attività illecita all’interno o nelle immediate adiacenze di luoghi frequentati da minorenni e, per OSARO e ALEOGHO, di aver cercato di ottenere prestazioni sessuali da un’assuntrice in cambio di droga.

Relativamente all’indagine “CASTELLO” gli arrestati sono:

– IMOBHON Moses, nato in Nigeria cl. 2000;

– ODIASE Elvis, nato in Nigeria cl.1985; (anche in flagranza)

– ABUMEN Godstime, nato in Nigeria cl. 1996;

– JOSEPH Kelvin, nato in Nigeria cl. 1994;

– NDIDI Proper Agustine, nato in Nigeria cl. 1997;

– UYI Samuel, nato in Nigeria cl. 1997

tutti responsabili di aver effettuato cessioni di dosi di cocaina ed eroina, nel periodo relativo alle indagini, per un valore calcolato in più di 170.000 euro e, per NDIDI, con l’aggravante di aver ottenuto prestazioni sessuali da due assuntrici in cambio di droga. L’indagine “MONTECIO 2”, naturale prosecuzione della precedente “MONTECIO”, ha permesso di accertare come, da circa due anni, il territorio comunale di Malo fosse teatro di una stabile e strutturata attività di spaccio di sostanze stupefacenti, gestita da compagine di origine centrafricana che operava nel più completo disprezzo non soltanto della legge penale, ma anche di elementari norme di convivenza civile: i luoghi privilegiati per concretizzare le cessioni di droga ai tossicodipendenti erano infatti spazi di aggregazione giovanile, con una particolare predilezione per i parchi gioco per l’infanzia. Le articolate indagini del NORM di Schio, avviate a seguito di riscontri informativi, confortati anche da alcune segnalazioni di cittadini, comprensibilmente esasperati dalle situazioni di degrado, si sono inizialmente basate su mirati servizi di osservazione nei pressi dei luoghi noti come quelli ove avvenivano le cessioni. La bontà delle informazioni ricevute era stata immediatamente confortata dall’avvistamento di uno dei futuri indagati, OSARO Pedro, che già il 28.09.2019 era stato tratto in arresto sempre per il reato di spaccio di sostanze stupefacenti. Importanti, poi, i riscontri nel contesto degli assuntori, sovente acquirenti già emersi nel corso della precedente indagine dei Carabinieri “MONTECIO”, che consentivano di corroborare l’ipotesi investigativa secondo la quale alcuni complici di OSARO Pedro, dopo gli arresti della prima operazione, avevano proseguito l’attività di spaccio, tanto che alcuni assuntori confermavano di aver ricevuto pressoché subito un nuovo numero di telefono per poter acquistare lo stupefacente. Gli svariati mesi di osservazione svolti dai Carabinieri hanno accertato che le attività di spaccio venivano condotte in luoghi aperti al pubblico, solitamente frequentati da famiglie – la biblioteca, il Ponte degli Alpini, il parco giochi del Montecio – quasi ingenerando una certa riluttanza da parte degli stessi acquirenti, restii a volte a condurre una compravendita di droga in quei luoghi. L’analisi dei tabulati telefonici, le testimonianze rese da assuntori fermati poco dopo l’acquisto di sostanze stupefacenti e i numerosissimi pedinamenti hanno dimostrato i forti legami tra le persone arrestate, che hanno agito sempre come un’unica squadra. L’indagine “CASTELLO” ha analogamente evidenziato come, durante i mesi del primo lockdown, alcuni soggetti di origine nigeriana abbiano portato avanti una capillare attività di spaccio in diverse zone della città di Schio. A marzo, in particolare, i militari dislocati sul territorio, monitorando attraverso svariati servizi di osservazione degli assuntori ben noti all’Arma locale, hanno appurato che alcuni di loro, dopo essersi riforniti di sostanza stupefacente, si ritrovavano presso i bagni pubblici del Parcheggio sotterraneo “Dalla Costa” per farne uso. Seguendo a ritroso i loro movimenti sono riusciti, pertanto, ad individuare i presunti spacciatori; i quali, sovente, approfittavano delle mascherine indossate per celare le dosi di stupefacente, sfilandole all’atto della compravendita o occultandole in bocca. Le investigazioni sono andate avanti per mesi, dimostrando, con l’analisi dei tabulati telefonici, testimonianze rese da assuntori fermati poco dopo l’acquisto di sostanze stupefacenti e numerosissimi pedinamenti, i forti legami tra le persone arrestate, che sempre hanno agito con ottima sinergia. Le modalità di cessione cambiavano a seconda di chi fosse il compratore: sovente in città (principalmente nelle zone della Valletta, del Castello, di Magrè e del Cimitero) gli indagati li incontravano velocemente a piedi o in bici, fingendo di svolgere attività fisica, o salendo in auto simulando di accettare un passaggio; in altre occasioni, invece, le cessioni venivano effettuate tra le corsie di qualche supermercato o direttamente negli appartamenti degli spacciatori. La diversificazione imprevedibile delle modalità di commissione dei reati, nonché la capacità degli indagati di intercambiarsi velocemente a seconda delle esigenze e delle richieste pur di soddisfare la clientela, hanno reso particolarmente difficili le indagini, soprattutto dal punto di vista delle osservazioni e dei pedinamenti. Il contatto con i clienti era tale che, al fine di mantenere alto il numero di vendite giornaliere, gli acquirenti che non si facevano vedere per diverso tempo venivano chiamati dagli stessi spacciatori (i quali accettavano sovente anche altri beni in pegno come cellulari, tablet e pc in caso di mancanza di liquidità). Moltissimi gli assuntori sentiti dai Carabinieri – circa un centinaio quelli coinvolti nelle due indagini – al fine di ricostruire la florida attività di spaccio portata avanti dal gruppo di soggetti di origine nigeriana. Tra questi, uno è stato a sua volta deferito s.l. per tentata corruzione poiché, all’atto di firmare il verbale redatto, cambiava completamente atteggiamento, tentando di barattare la sua firma con un aiuto al fine di riavere la patente o comunque di favorire le visite che doveva eseguire presso la commissione medica; pur avvisato più volte di non proseguire nel suo atteggiamento, insisteva dicendo: “SE MI DATE UNA MANO CON LA PATENTE VI FIRMO TUTTO”. Da sottolineare, infine, che uno degli indagati, ABUMEN Godstime, in data 21.07.2020, era già stato raggiunto da un provvedimento cautelare emesso dalla Procura Distrettuale della Repubblica di Catania- Direzione Distrettuale Antimafia, poiché ritenuto gravemente indiziato di far parte di un’associazione per delinquere di tipo mafioso a matrice straniera denominata “m.a.p.h.i.t.e.”, finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, cessione di sostanze stupefacenti, sfruttamento della prostituzione, contraffazione e alterazione di documenti ai fini della permanenza clandestina sul territorio dello stato.

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