Azzolina, le scuole aperte crimine di Stato?
Domattina si coronerà il sogno del Ministro Lucia Azzolina!
Da domani infatti ritornano in classe gli studenti delle superiori di: Puglia, Calabria, Basilicata, Sardegna, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Campania. Già in classe gli studenti di Toscana, Abruzzo, Valle d’Aosta, Piemonte, Emilia Romagna, Lombardia, Marche, Molise, Umbria, Lazio, Liguria, Bolzano e Trento.
In Sicilia il rientro in aula in presenza è stato spostato all’8 febbraio.
Se quello della Ministra sarà un sogno, o invece si trasformerà in un incubo, lo vedremo fra un paio di settimane.
E’ già capitato più volte di chiudere le scuole solo qualche giorno dopo la riapertura, e ci auguriamo caldamente che stavolta non sia così, ma la ragione ci suggerisce che i rischi sono veramente tanti.
Il problema è che l’incubo si materializzerebbe nelle corsie degli ospedali, nei reparti di terapia intensive, nelle camere mortuarie.
Ho riflettuto un po’ prima di scrivere questo pezzo, perchè mi chiedevo se fosse il caso di “disturbare” il “clima liberatorio” che si sta diffondendo a seguito dell’entrata in zona gialla di pressoché tutta Italia.
Ma leggendo le cronache, e colloquiando con qualche insegnante e qualche mamma, ho deciso che se uno ha dei dubbi è giusto che li esterni, soprattutto se sono dubbi che possono avere ricadute pesanti sulla collettività.
Un’ amica che insegna in un liceo romano, proprio stamattina mi manifestava le sue angosce perchè era appena venuta a sapere che un suo alunno, che era presente in aula giovedì scorso, è risultato positivo al Covid. Il suo stato d’animo non era certamente sereno, e credo che ciò sia umano, e meriti rispetto, perchè fino a che non avrà fatto un tampone vivrà giorni di angoscia.
Quasi contemporaneamente un’altra amica, una mamma che vive in Toscana, mi allegava questo messaggio ricevuto dalla scuola frequentata dai figli: “La classe terza va in quarantena. Pertanto venite a prendere i bambini prima possibile. Partirà con orario che vi verrà comunicato dalle maestre la DAD . La quarantena terminerà il 5 febbraio, I bambini rientreranno a scuola l’8 febbraio, essendo il 6 e il 7 sabato e domenica”.
Le sa queste cose il Ministro Azzolina?
Gliele dicono i membri dei “comitati tecnici” che ha insediato presso il suo Ministero?
Oppure la riapertura delle scuole è diventata una sorta di sua ossessione, e oggetto di battaglia politica per tentare di non perdere il suo posto di Ministro nel nuovo Governo?
Nei giorni scorsi ho già scritto che sulla vicenda Covid ci sono numerose zone d’ombra, tanto da chiedermi se Lor Signori ce la raccontano giusta.
In particolare non riesco a darmi una ragionevole spiegazione sulle differenze fra le ultime decisioni delle Autorità del nostro Paese, palesemente orientate ad alleggerire il clima di tensione ormai diffuso nella popolazione, e quelle invece dei principali Paesi Europei, che stanno prorogando lockdown, e addirittura blindando i confini alle persone provenienti da Paesi extra Ue.
Il dubbio su possibili “reticenze” sui numeri reali della pandemia sono stati in questi giorni alimentati dalla notizia, non smentita, che i Servizi segreti italiani avrebbero presentato al Presidente del Consiglio un dossier che rivelerebbe un dato sconcertante: i nuovi positivi giornalieri in Italia sarebbero in realtà il 40-50 per cento in più di quelli rilevati ufficialmente. Non solo. I nostri 007 metterebbero in guardia il Governo in quanto stanno terminando gli effetti benefici delle misure restrittive imposte sotto Natale, e le varianti del virus come quella inglese o brasiliana possono “portare ad una nuova ripresa incontrollata dell’epidemia, difficilmente sostenibile dal sistema ospedaliero”.
Ciò porta a concludere che la curva epidemiologica non starebbe piegando verso il basso come attestano i bollettini ufficiali del ministero della Salute, ma soprattutto che i dati non sarebbero attendibili, e perciò è ancora più difficile studiare misure anti-contagio, e soprattutto verificare se quelle messe in atto funzionano o no.
Gli echi di questo dossier riservato sono ovviamente arrivati anche in Veneto, in quanto nello studio dell’Intelligence ci sarebbe una sezione specificamente dedicata ai distretti produttivi del Vicentino e del Trevigiano, zone ad altissima densità di piccole e media imprese.
Logico che queste illazioni scatenassero le reazioni delle opposizioni in Regione Veneto, ed in particolare del Consigliere del PD Andrea Zanoni che nella sua pagina Facebook ha chiesto a Luca Zaia di fare chiarezza alla luce del report dei Servizi Segreti, “soprattutto per permettere al sistema sanitario regionale di ricalibrarsi di conseguenza e di prendere le opportune contromisure anche per quanto concerne il rilevamento e la tracciatura dei soggetti contagiati”.
Non vi nascondo le mie perplessità di fronte all’intervento dei Servizi Segreti su un tema come l’epidemia da Covid-19, non solo perchè immagino che le loro attenzioni dovrebbero essere indirizzate verso altri scenari, ma soprattutto perchè governare la pandemia spetta istituzionalmente alle autorità sanitarie, che paghiamo perchè siano all’altezza del compito.
Ma si sa che quando entrano in campo gli 007 diventano plausibili tutti gli scenari.
E puntualmente qualcuno si è chiesto se le stime al ribasso dei contatti, denunciati dai Servizi, siano il frutto di un errore o di una strategia. Nel senso, per spiegarmi meglio, se siano veritieri i rumors che riferiscono di pressioni sul Governo nazionale, sui Ministeri e sulle Regioni, in particolare da parte delle categorie produttive, per indurre i politici a premere il pedale del freno in tema del numero dei contagi per non togliere ossigeno all’economia.
Fantapolitica? Roba da film di James Bond?
Può anche essere, ma non si può nascondere il fatto che, come ammesso da tutti gli attori in campo, il tracciamento degli infettati è saltato da lungo tempo in tutte le Regioni, il che darebbe implicitamente ragione ai contenuti del report dei Servizi.
Comunque la si veda, la situazione internazionale ben documentata dalle misure drastiche prese dai principali Stati europei, l’insidia delle varianti inglese, brasiliana e sudafricana che non si sa se saranno coperte dai vaccini, il fatto che queste varianti siano più aggressive nei confronti dei giovani, l’abbandono piò o meno forzato dei tracciamenti, e checché se ne dica l’inadeguatezza del sistema trasporti, dovrebbe a mio avviso indurre le Autorità, e per quanto riguarda il Veneto il Governatore Luca Zaia, ad una maggiore cautela relativamente all’apertura della didattica in presenza nelle scuole superiori.
E’ più di un anno che i ragazzi delle superiori sono di fatto a casa, impegnati nella Didattica a distanza. Non è sicuramente una cosa positiva, per molteplici fattori, ma è anche vero che, a questo punto, qualche settimana in più, per vedere l’evoluzione dell’epidemia, non cambierebbe le cose in modo sostanziale.
Con buona pace del Ministro Azzolina, ammesso che resti ancora a capo di quel dicastero anche con il prossimo Governo.
E poi forse vale la pena di rivalutare un vecchio detto molto diffuso nella cultura contadina, secondo cui è “meglio un asino vivo che un dottore morto”.
Stefano Diceopoli.