Soccorso Alpino Veneto: “Ieri interventi come fosse una domenica di agosto”
L’ultimo si è concluso alle 20, ma ieri per il Soccorso Alpino veneto è stata una giornata intensissima. Ecco i principali interventi.
Alle 13.30 circa l’elicottero del Suem di Pieve di Cadore è volato in direzione del Monte Cristallo, a Cortina d’Ampezzo, dove, dopo essere salito assieme ad amici con gli sci d’alpinismo, un uomo si era sentito male all’altezza del Rifugio Lorenzi. Sbarcati con un verricello di 30 metri, equipe medica e tecnico di elisoccorso hanno prestato le prime cure al cinquantaquattrenne di Dueville (VI) che si trovava sul terrazzo della struttura. Imbarellato e verricellato a bordo, lo sciatore è stata trasportato all’ospedale di Belluno per le verifiche del caso. Attorno alle 15 l’eliambulanza è stata inviata sul Pian de le Mandre, Cima de la Gardesana, a Forno di Zoldo, per una scialpinista che si era procurata una probabile distorsione al ginocchio e non era più in grado di scendere. Sbarcati in hovering nelle vicinanze, medico e tecnico di elisoccorso hanno raggiunto la donna, 60 anni, di Vicenza, che si trovava con altre persone, e le hanno immobilizzato la gamba, per poi issarla a bordo con il verricello e portarla all’ospedale di Agordo.Alle 11.40 circa l’elicottero di Verona emergenza è decollato in direzione di Mizzole, a Verona, a seguito della chiamata di un ciclista che si era fatto male cadendo dalla propria mountain bike nei boschi sopra l’abitato. Atterrati in un campo, grazie anche alle indicazione di alcuni motoclisti con moto da trial, equipe medica e tecnico di elisoccorso hanno individuato l’uomo, 49 anni, di Verona, che aveva riportato una probabile frattura alla spalla. Caricato a bordo, l’infortunato è stato accompagnato al rendez vous con l’ambulanza, poiché l’elicottero è stato subito dirottato dalla Centrale del Suem su un’altra missione. Volato a Cavalo di Fumane, infatti, anche in questo caso l’equipaggio si è trovato a far fronte a un incidente in mountain bike. Perso il controllo della bici, un sessantottenne di Verona, che si trovava con la moglie e un amico, era ruzzolato nel bosco. Più difficile l’avvicinamento dall’equipe medica e del tecnico di elisoccorso, sbarcati tra la fitta vegetazione con il verricello. Prestate le prime cure all’infortunato, che lamentava dolori a spalla, scapole e torace, il ciclista è stato imbarellato e spostato sul sentiero dove, anche grazie all’intervento di una squadra del Soccorso alpino di Verona, è stato possibile facilitarne il recupero, aprendo uno spiazzo. L’uomo è stato trasportato all’ospedale di Borgo Trento. Passate le 14 infine l’eliambulanza è volata sul Monte Baldo, nei pressi del Rifugio Mondini, a San Zeno di Montagna, per un escursionista procuratosi un sospetto trauma alla caviglia durante una camminata con gli amici. Atterrati a 20 metri di distanza a 1.700 metri di quota, medico, infermiere e tecnico di elisoccorso hanno raggiunto l’uomo, 32 anni, di Verona, e lo hanno imbarcato per poi dirigersi all’ospedale di Peschiera.Alle 15.30 circa il Soccorso alpino della Val di Zoldo è stato allertato dalla Centrale del Suem, per una escursionista fattasi male lungo uno dei sentieri che scendono dal Bosconero. Una squadra si è avvicinata in quad fino alla Casera del Mugon per poi risalire – come da informazioni ricevute da uno dei tre compagni della ragazza – il sentiero numero 490. In realtà però la giovane, 21 anni, di Mira (VE), non si trovava lungo l’itinerario, bensì in prossimità del laghetto delle streghe, dove aveva messo male un piede tra due sassi dopo che la neve aveva ceduto, riportando la probabile distorsione del ginocchio. Tornati in contatto telefonico con uno degli amici, due soccorritori gli sono andati incontro e hanno quindi capito il luogo esatto. Una volta da lei, prestate le prime cure, la ragazza è stata imbarellata e trasportata a piedi fino al quad e da lì al Lago di Pontesei. La giovane si è poi allontanata autonomamente con i compagni. Sono rientrate alle 20 le squadre del Soccorso alpino di Belluno impegnate dal pomeriggio in due interventi in successione. Alle 15.20 è scattato il primo allarme dalla Centrale del Suem per una escursionista che, dalle prime informazioni, era incrodata sopra Ponte Mis, a Sospirolo, in località Rosse Alte. Arrivati sul posto, 8 soccorritori, si sono divisi in squadre per avviare la ricerca da diversi punti. In parte con la condivisione della posizione ottenuta ricontattando la donna al cellulare, in parte dalla descrizione del tragitto da lei effettuato, dal fatto che vedeva il Lago di Vedana e si trovava sul versante a sud, i soccorritori sono risaliti al suo percorso. Partita con l’intenzione di raggiungere Casera Nusieda, l’escursionista, una trentottenne di Montebelluna (TV), aveva però imboccato la normale allo Spiz di Vedana, che aveva poi abbandonato seguendo i cartelli gialli del divieto di caccia del Parco, che ogni cento metri segnano lo spigolo ovest dello Spiz. Andando avanti la donna si era poi spostata, finendo al centro del versante sud, sopra la placca liscia chiamata l’Orologio, a 1.100 metri di quota. Lì si era fermata contattando il 118. Dopo averla individuata e raggiunta, la squadra l’ha assicurata e dotata di caschetto e con lei ha percorso a ritroso la traccia seguita all’andata fino a reinnestarsi sulla normale e scendere a valle. Completato il primo intervento, i soccorritori sono stati inviati a Mel, poiché una coppia di Belluno, 57 anni lui, 63 lei, durante un giro ad anello, che contemplava come punto di passaggio Casera Beta, arrivata a un bivio non sapeva più come proseguire per rientrare a Cordellon, temendo di sbagliare direzione. La squadra, risalita alle coordinate del punto in cui si trovavano i due – a una ventina di minuti a piedi da Cordellon – li ha recuperati con la jeep e riportati alla macchina.