Covid – Basta lamenti, le scuole non sono mai state un ambiente sicuro: lo dicono i dati
E’ ormai chiaro che sul problema “scuole aperte” – “scuole chiuse” si è aperto un dibattito nazionale, sul quale è difficile trovare un sia pur minimo punto di incontro.Un dibattito che, almeno quanto a vis polemica, assume spesso il carattere di un vero e proprio scontro.Da una parte i sostenitori della tesi che il dilagare della pandemia impone il rispetto del principio della massima precauzione, e che le scuole, e tutto ciò che ci ruota attorno, sono dei naturali focolai di infezione, che come tali vanno contenuti con misure drastiche; di fatto con la chiusura.Dall’altra ci sono i “Comitati genitori scuola in presenza”, una realtà formata da circa 20 gruppi sparsi in tutta Italia, con circa 40mila aderenti che chiedono con forza il ritorno alle lezioni in presenza.Da notare che questi Comitati non si limitano alle solite proteste verbali, ma passano anche ad iniziative concrete. Tipo l’impugnativa davanti al Tar del Lazio dell’ultimo Dpcm (ormai superato) del Governo Draghi, che consentiva alle Regioni di sospendere le lezioni in presenza. Sulla base del quale ad esempio il Governatore del Friuli Venezia Giulia aveva chiuso tutte le scuole medie e superiori.Mi ha particolarmente colpito un cartello esposto durante una manifestazione dei genitori anti DAD in cui campeggiava a caratteri cubitali la scritta “La scuola non è il virus”.Se ci si ferma alla “lettera” dello slogan, si può essere sicuramente d’accordo.Il virus è sicuramente altra cosa rispetto alla scuola.Ma siccome il messaggio ha un altro significato ben preciso, e sottindende che la scuola non sia un luogo in cui ci si infetta, e che quindi bambini e studenti possano frequentarla in assoluta tranquillità, allora qualche distinguo si impone.A parlo di distinguo non basati su chiacchiere da bar, bensì su dati statistici, che in questo bailamme di voci e contro voci, dovrebbero essere gli unici incontrovertibili, in quanto basati su rilevazioni su base matematica.E proprio in questi giorni è arrivata l’ennesima conferma che la curva dei contagi, sia durante la cosiddetta seconda ondata, e adesso della terza, è partita proprio dalla scuola. I dati in questione non vengono da quella che un mio vecchio amico scherzando definiva l’ Università del professor Ucàmara, che più ch’el studia manco impara”, bensì dai rapporti epidemiologici pubblicati settimanalmente dall’Istituto Superiore di Sanità, fino a prova contraria la massima autorità in materia sanitaria della nostra Repubblica. E cosa dicono questi dati?Che dal 29 settembre 2020 al 10 marzo 2021 i contagi sono saliti dell’83,44% nella fascia di età fra 0 e 9 anni, e del 63,55% nella fascia fra 10 e19 anni. Se raffrontiamo questi dati con quelli delle altre fasce di età, si riscontra che fra i 30 ed i 39 anni la crescita è stata del 52,35%, ed in tutte le altre fasce superiori risulta inferiore al 50%.Mi sembra inconfutabile che la narrazione secondo cui la scuola non è un focolaio di infezione è del tutto inesatta, per non dire falsata.Checchè se ne dica, la scuola non è mai stata un ambiente sicuro, e non è un caso che la fascia a maggiore crescita di contagi sia quella fra 0 e 9 anni. Perchè è vero che a quell’età non si va a prendere l’aperitivo con gli amici, ma è altrettanto vero che si tratta di bambini molto piccoli, ai quali è molto difficile imporre le regole del distanziamento, perchè naturalmente portati ai contatti diretti. E la conferma di questi dati sta sia nella crescita dei “cluster familiari”, provocati proprio dai minori, sia nel fatto, anche questo incontrovertibile, dell’abbassamento dell’età media dei contagiati, con aumento di giovani che entrano nelle terapie intensive.Mi sembra ci sia poco altro da aggiungere.Se non che quando si parla di pandemia, e delle misure di contenimento, sarebbe opportuno non lasciarsi trasportare dall’ emotività, non dividersi in fazioni contrapposte, bensì affidarsi alla scienza.Come fanno un po’ tutti i Governi, compresa la mitica Germania, che dopo aver sempre orgogliosamente tenuto aperte le scuole, alla fine, di fronte al dilagare dei contagi, ha dovuto capitolare e chiuderle tutte.Lo so bene che la medicina non è una scienza esatta, lo so bene che gli epidemiologi non hanno sempre dato il meglio di sé, sostenendo a volte tutto ed il contrario di tutti.Ma almeno affidiamoci ai numeri, ai freddi numeri, fidandoci della loro oggettività.