Crisanti accusato di diffamazione dalla Regione Veneto: “Io come Galileo”
“È dai tempi dell’Inquisizione contro Galileo che non si impugna il lavoro di un ricercatore”.
Andrea Crisanti commenta così l’indagine della Procura di Padova che da ieri lo coinvolge, mentre lui fa da consulente a quella di Bergamo sulle chiusure della zona rossa. Tutto nasce dall’esposto per diffamazione presentato da Azienda Zero, il braccio operativo della Regione Veneto. Nel documento si fa riferimento alle critiche del microbiologo al sistema di prevenzione regionale. “Se andranno avanti si renderanno ridicoli davanti alla comunità scientifica internazionale” – dice.
“Si tratta dei tamponi – chiarisce Crisanti in un’intervista a La Stampa – ho scritto un articolo scientifico in cui si dimostra che i tamponi scelti dalla Regione Veneto non sono affidabili e loro hanno ritenuto che avesse valenza diffamatoria. Ne prendo atto. Ho testato in laboratorio i tamponi antigenici scelti dalla Regione confrontandoli con i molecolari e sono affidabili al 70 per cento, meno del dichiarato. E’ un problema di quel tipo di tamponi, che si possono usare per screening di massa su scuole e aziende, ma se li si adotta al posto dei molecolari si commette un’imprudenza e questo è quello che volevo dimostrare con la mia ricerca”.