23 Gennaio 2015 - 9.54

TEATRO: I PAPAVERI DELLA FIANDRA SBOCCIANO A LONIGO

Mercoledì 28 gennaio alle ore 10 in prima nazionale andrà in scena nella prestigiosa
cornice del Teatro Comunale “Giuseppe Verdi” di Lonigo (Piazza Matteotti 1) la nuova produzione della
compagnia vicentina Theama Teatro dal titolo SUI CAMPI DI FIANDRA SBOCCIANO I PAPAVERI.
L’evento, realizzato in occasione del Centenario della Grande Guerra, si inserisce nel cartellone “La scuola
va a teatro”, rassegna di teatro per le scuole promossa dallo stesso Teatro e organizzata da La Piccionaia –
Teatro Stabile di Innovazione in collaborazione con il Comune di Lonigo.
Lo spettacolo, scritto da Saverio Mirijello con la collaborazione di Aristide Genovese, Piergiorgio Piccoli
e Anna Zago, è ispirato alla storia di Vera Brittain, sorella di Edward Brittain capitano dell’undicesimo
battaglione dei Sherwood Foresters, caduto in battaglia nei boschi di Asiago il 15 giugno 1918 e di cui Vera
non ha mai cancellato, nei decenni, il ricordo nel cuore. Le interpreti sono Anna Zago e Anna Farinello, per
la regia di Piergiorgio Piccoli.
A Granezza, una lapide evoca questa romantica storia di altri tempi, di amore e di guerra, incentrata sulla
figura di Edward Brittain, arruolatosi come volontario nel 1915, che sarebbe rimasta sconosciuta senza i
racconti della sorella, volontaria della Croce Rossa sul fronte francese.
In questa suggestiva rappresentazione Vera, in un dialogo onirico fra lei e la sua amica scrittrice Winifred
Holtby, descrive non solo l’esperienza diretta della guerra ma analizza lucidamente la fine di un’epoca e
la tragica disillusione di un’intera generazione, la lost generation, la generazione perduta di giovani uomini
di un’età media di 23 anni. Chissà cosa sarebbe successo in Europa e nel mondo intero senza questa
grande perdita, chissà che futuro avremmo tutti potuto avere se questa giovane generazione non fosse
stata spazzata via in modo più o meno inutile. Che significato può avere morire durante una guerra di cui
non si conosce il perché, morire giovani, essere dimenticati? L’amore e la pietà di Vera per il fratello la
porteranno ad una consapevolezza e ad una presa di coscienza che determinerà il corso della sua vita e che
si estenderà anche oltre la sua morte.
Gli orrori del conflitto e le tragedie personali che colpirono la giovane crocerossina, la maturazione
sentimentale, psicologica e professionale di una donna medio–borghese, i suoi sentimenti, i suoi ricordi,
le sue emozioni conseguenti ad un inaspettato legame con un piccolo cimitero sperduto fra i boschi di uno
sconosciuto altopiano d’Italia, vengono messi in scena “fotografando” il momento della prima visita di Vera
alla tomba del fratello Edward, proprio a Granezza. Durante quella visita Vera decise che quel luogo doveva
essere anche la sua ultima dimora. Nel settembre del 1970 infatti, per sua volontà, le sue ceneri furono
portate in Italia dalla figlia e sparse accanto alla lapide del fratello in quel piccolo camposanto. Centinaia
di visitatori giungono ogni anno da parte del Regno Unito, Stati Uniti, Canada, Australia, Sud Africa, per
rendere omaggio al Capitano Brittain, che fu immortalato nell’opera letteraria della sorella. Vera Brittain
infatti fu anche un’ottima scrittrice, e il suo impegno sociale e politico, oltre al rifiuto della guerra dopo gli orrori vissuti, la portarono ad occuparsi di diritti civili e, in particolare, a lottare per il suffragio femminile e a svolgere un’intensa attività nel movimento pacifista inglese.

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