25 Giugno 2021 - 10.12

Il Veneto all’appello per salvare 4 vite

Ci sono 4 cittadini veneti, di cui due bambini di 5 anni, che stanno in questo momento lottando con la vita e la loro malattia, in attesa di un trapianto di midollo osseo.

Dall’altra parte, per fortuna, ci sono tanti giovani veneti, dai 18 ai 35 anni, che in queste ore stanno scrivendo ad Admo, all’associazione donatori di midollo osseo, per sapere come fare per aiutare queste 4 persone.

Ma ne servono tanti altri per rinfoltire il registro regionale dei donatori di midollo osseo, tra i quali, eventualmente, trovare il donatore compatibile per queste 4 persone o per altre che sono in attesa di trovare il loro “fratello genetico”.

Il match, la compatibilità tra donatore e ricevente, rimane sempre 1 a 100.000.

Dal registro regionale, nazionale e mondiale la possibile risposta, il cosiddetto match, da trovare in alcuni casi in tempi molto brevi , soprattutto se si tratta di bambini, come in questo caso.

Dietro gli appelli, usciti in questi giorni anche sui giornali locali, e ripostati anche dal Presidente della regione Veneto Luca Zaia, quattro storie di malattia e di speranza.

Quella Luca, bimbo padovano di 5 anni residente a Villatora di Saonara, affetto da leucemia linfoblastica acuta in recidiva, in cura presso il reparto di Oncoematologia Pediatrica dell’Ospedale di Padova; i suoi 2 fratelli non sono compatibili e, ad oggi, i donatori risultati compatibili non erano disponibili. Così si sta disperatamente continuando a cercare un donatore.

In stanza con lui, nel reparto di Oncoematologia Pediatrica dell’Ospedale di Padova, c’è Fabiano, sempre 5 anni, di Pozzonovo,  affetto da leucemia linfoblastica acuta.

Dopo 2 anni di cure chemioterapiche e farmaci a base di cortisone che sembravano aver fatto uscire la famiglia del bimbo dall’incubo, la recidiva. L’unica speranza un trapianto di midollo urgente. A sostenere la famiglia anche il sindaco del suo comune, già parlamentare, Arianna Lazzarini, che ha lanciato un appello urgente anche attraverso i social.  Coinvolta anche la comunità di Bassano del Grappa da cui proviene la mamma del piccolo che si è subito attivata.

E ancora Devis, studente di 21 anni, di San Fior nel trevigiano, affetto da leucemia, in recidiva dopo 5 anni, anche lui in cura a Padova. Pochi giorni fa è stata organizzata per lui una serata nel suo comune, anche in collaborazione con l’Avis locale, “Match 4 Devis Match 4 All”, per lanciare l’appello e invitare i giovani all’iscrizione nel registro dei donatori di midollo osseo.  Anche qui non è mancato il sostegno in prima linea del vicesindaco Erika Brescacin che si sta spendendo per parlare di Admo ai più giovani.

E infine c’è Luisa, signora di 51 anni, originaria di Fratte, nel padovano, affetta da mielofibrosi, residente attualmente a Roma e in cura all’Ospedale Gemelli di Roma.

Tutti i suoi parenti sono residenti nella provincia di Padova.

Anche per lei è necessario un  trapianto di midollo ma  il donatore compatibile per ora non c’è.

Le famiglie dei 4 malati hanno contattato fin da subito l’associazione Admo per farsi aiutare nel lanciare appelli e sensibilizzare il maggior numero di persone in età, 18-35 anni, che possono fin da subito effettuare un semplice esame del sangue per entrare nel registro dei donatori e poter così contribuire, se non subito per queste 4 persone, per altre che si potranno trovare o sono nella stessa situazione dei 4 cittadini veneti.

“E’ importante in questi casi – spiega Mara Rosolen Presidente di Admo Veneto – cercare di essere lucidi, nonostante la “pancia” non ci aiuti.

Per queste famiglie la cosa più importante è la speranza che arriva da una possibile compatibilità. E questa a sua volte dipende e aumenta dal maggior numero di persone che sono iscritte nel registro, che a loro volte non solo potrebbero aiutare questi 4 malati ma anche tutti gli altri ammalati in attesa. Per questo stiamo organizzando, nel rispetto di tutte le misure di sicurezza per il covid, tanti incontri di sensibilizzazione sul territorio, sia online che in presenza, stiamo monitorando la presa di appuntamenti, evitando che le persone interessate si presentino direttamente per la tipizzazione nei centri trasfusionali, senza appuntamento e con il rischio di creare assembramenti.”

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