5 Luglio 2021 - 9.48

Bacchiglione osservato speciale, Operazione Fiumi: “Situazione allarmante”

La quinta tappa della nuova campagna itinerante di Legambiente Veneto “Operazione Fiumi – Esplorare per Custodire” , sabato 3 luglio ha interessato il Bacchiglione a Dueville.

La campagna è stata costruita per conoscere, curare e valorizzare i corsi d’acqua e le comunità fluviali a partire da una fotografia puntuale di un tratto di fiume e dall’analisi dei dati ufficiali di Arpav. Operazione Fiumi si articola in 8 tappe nei mesi di giugno e luglio ed interessa le principali aste fluviali venete: Adige, Po, Bacchiglione, Brenta, Sile, Piave, Livenza e Fratta Gorzone, dove, in collaborazione con partner quali Comuni, Enti profit e no profit, si organizzano campi di volontariato di prossimità  per esplorare i fiumi e scoprire il loro stato di salute.

Le analisi sulle acque del Bacchiglione e Retrone condotte dal Team scientifico di Legambiente Veneto, hanno evidenziato uno stato di salute complessivo molto basso. Le maggiori criticità riguardano lo stato chimico e la depurazione. In particolare si è rilevata la presenza di azoto, sia nitrati che di origine ammoniacale, e la presenza di inquinamento batterico di escherichia coli. È proprio quest’ultimo dato, escherichia coli, ad essere particolarmente allarmante. Per il Bacchiglione, tutti i punti campionati eccetto uno – Selvazzano Dentro – presentano valori molto alti e di molto superiori sia al limite per la balneazione che al limite previsto allo scarico di un depuratore e pertanto fuorilegge. La stessa situazione è stata riscontrata nei due punti del fiume Retrone: anche qui valori altissimi e fuori il limite di legge. Questi sono segni di una evidente e diffusa difficoltà che caratterizza entrambe le aste fluviali.

«L’origine di questa situazione molto preoccupante potrebbe essere riconducibile a diverse cause come una cattiva o insufficiente depurazione, ai problemi legati alla mancata separazione tra acque reflue e acque meteoriche, alla presenza di scarichi o sversamenti illegali, oppure una cattiva gestione agricola di concimazione dei terreni o reflui di allevamento quali letame e liquame – spiega Carlotta Dentico del Team scientifico di Legambiente Veneto – Anche la presenza di ammoniaca si può ricondurre a processi di degradazione di sostanza organica o di fitofarmaci utilizzati in agricoltura»

Dal punto di vista geomorfologico i due fiumi sono in affanno: nessuno dei punti campionati raggiunge il buono stato e i 2 punti situati in contesto urbanizzato risultano insufficienti. Problemi emergono anche per funzionalità ecologica, estremamente disomogenea a causa della scarsa vegetazione riparia o una sua totale assenza all’interno della città di Vicenza e a Creazzo per il Retrone. Il carico antropico è tra il basso e il modesto, fanno eccezione 2 punti dove si è riscontrata la presenza di parecchie opere antropiche nella sponda inondabile o di opere che possono influenzare la portata del fiume. Infine, la presenza di rifiuti è bassa in entrambi i fiumi: eccezioni per il Bacchiglione all’interno della città di Vicenza e a Selvazzano Dentro, dove, al momento del campionamento, abbiamo trovato modeste quantità di rifiuti nelle vicinanze e lungo la sponda del fiume.

Le analisi condotte da Arpav dicono: «Per la valutazione dello stato ecologico e dello stato chimico del bacino del fiume Bacchiglione, nel 2019 sono state monitorate: 44 stazioni per il monitoraggio della qualità chimica; 7 stazioni per il monitoraggio della qualità biologica; 24 corpi idrici per la valutazione dello stato morfologico dei corsi d’acqua con i seguenti risultati.

Nel bacino idrografico del fiume Bacchiglione lo stato chimico è risultato penalizzato dalla presenza diffusa di valori di PFOS superiori ai limiti previsti dalla normativa e in pochi casi di Nichel. Tra gli inquinanti specifici sono stati rilevati in tutto 6 superamenti dei valori medi annui previsti dalla normativa per gli erbicidi: AMPA prodotto di degradazione del Glifosate, Glifosate e Metolaclor oltre a 2 casi di superamento del PFOA nel fiume Retrone.

Correlato al grado di antropizzazione, dalle sorgenti alla foce il livello di nutrienti peggiora. Complessivamente il 63% dei corsi d’acqua monitorati del bacino idrografico del Bacchiglione non raggiunge lo stato Buono (indice LIMeco che descrive lo stato trofico). La valutazione degli elementi di qualità biologica, diatomee, macrofite e macroinvertebrati, è risultata variabile tra i livelli Scarso ed Elevato ed ha interessato solo corpi idrici di pianura. Il monitoraggio morfologico, che ha interessato solo corpi idrici di pianura, ha evidenziato condizioni prevalentemente in stato scadente».

Le analisi dei campionamenti effettuati dai volontari del progetto Operazione Fiumi, e le valutazioni dell’Arpav confermano le criticità già riscontrate in passato: «I dati allarmanti relativi alla presenza di elevatissime quantità di escherichia coli segnalano gravi e inaccettabili problematiche sul fronte della depurazione, le cui cause sono da chiarire e risolvere in tempi brevi, qualunque esse siano perché siamo di fronte ad una situazione estremamente negativa  – commenta Francesco Tosato portavoce di Operazione Fiumi – In particolare la possibile mancata separazione tra le acque reflue e quelle meteoriche, se  confermata, necessiterebbe di un urgente intervento risolutivo. Così come una maggiore attenzione andrebbe posta ai processi di gestione dei reflui zootecnici durante i periodi di concimazione. Attenzione anche ai valori riscontrati sul fronte della funzionalità morfologica, ecologica e del carico antropico tra Vicenza e Creazzo. Anche se si tratta di aree urbanizzate, questo non deve giustificare una così mediocre situazione. Il Bacchiglione è un fiume in grande sofferenza, serve pertanto maggiore attenzione da parte degli enti preposti, che continueremo a sollecitare ».

«Delusi e preoccupati» è questo invece il commento di Adriano Verneau, presidente del circolo Legambiente Vicenza, anche perché gli obblighi comunitari indicavano il 2015 come l’anno in cui raggiungere un buon stato chimico ed ecologico delle acque e a distanza di 6 anni i valori sono ancora assolutamente allarmanti: «Constatiamo inoltre come la gestione sia sempre più orientata nella direzione del taglio della vegetazione e della modifica artificiale delle sponde, con interventi devastanti nei confronti della biodiversità di aree che fino a qualche anno fa erano un baluardo di naturalità nell’urbanistica del territorio senza per questo risolvere la fragilità idrogeologica, come dimostra la già vinta battaglia legale sulla pesante e pericolosa modifica delle sponde del Bacchiglione nell’urbanizzazione di Borgo Berga» conclude Verneau.

Ma questa è una zona molto delicata anche per la presenza dei PFAS/PFOA: «Ricordo che il fiume Retrone è uno dei fiumi con i valori di PFAS/PFOA tra i più alti di tutto il Veneto – puntualizza Luca Professione, presidente di Legambiente Ovest Vicentino – e sottolineo la cronica inaccessibilità delle sue sponde nei pressi di tutta la zona industriale di Vicenza che rende il fiume lontano dai cittadini e forse anche dai controlli: auspichiamo e proponiamo a questo proposito l’apertura di un tavolo di discussione per rendere tali argini fruibili e transitabili, magari con percorsi ciclo-pedonali capaci di attrarre turismo lento, valorizzando il territorio e sostenendo i piccoli lavoratori e produttori locali».

MOSTRA BASSANO
Whatsapp Tviweb
VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
UNICHIMICA

Potrebbe interessarti anche:

MOSTRA BASSANO
VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
CAPITALE CULTURA
UNICHIMICA