Estati infuocate, notti tropicali e cambiamenti climatici: l’allarme di Coldiretti
“Occorre porre in atto con urgenza delle contromisure efficaci, a partire dalla riduzione del consumo di suolo agricolo, promuovendo il riuso delle strutture edificate in abbandono”.
Con queste parole il presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola, commenta i recenti dati resi noti dall’Arpav, che disegnano uno scenario che conferma gli avvertimenti dell’Ipcc – l’Intergovernmental Panel on Climate Change, che nelle scorse settimane aveva diffuso nuove evidenze a testimonianza degli effetti catastrofici dell’attività umana sul clima del pianeta.
Le stazioni di rilevamento di Arpav hanno rilevato, tra il 1993 e il 2020, un aumento delle temperature medie di 0,55° centigradi, valore che sale a 0,6° in pianura. Aumentano anche le “notti tropicali”, ovvero quelle in cui le temperature minime non scendono sotto i 20 gradi centigradi. Ne sono state registrate sette in più per decennio, nelle aree di pianura.
I dati parlano chiaro: tra la prima metà del periodo 1993-2020 e la seconda metà, le precipitazioni sono aumentate del 15%, soprattutto nella fascia prealpina. Cresce anche il numero degli eventi atmosferici straordinari, misurate contando le giornate in cui si registrano precipitazioni superiori ai 20 millimetri: il dato, in questo caso, è cresciuto del 10%.
“Precipitazioni sempre più intense e frequenti, con vere e proprie bombe d’acqua, si abbattono – continua Cerantola – su un territorio reso più fragile dalla cementificazione e dall’abbandono. A questa situazione non è certamente estraneo il fatto che negli ultimi 25 anni è sparto oltre un quarto della terra coltivata con la superficie agricola utilizzabile in Italia che si è ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari”.
Per affrontare i danni dei cambiamenti climatici servono interventi strutturali e strumenti di gestione del rischio sempre più avanzati, efficaci e con meno burocrazia.
“In tale ottica un intervento strategico è la realizzazione di infrastrutture a partire dai bacini di accumulo, ad impatto zero, proposti dalla Coldiretti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). È indispensabile, inoltre – conclude Cerantola – accelerare sull’approvazione della legge sul consumo di suolo, ancora ferma in Parlamento da quasi un decennio, che potrebbe dotare l’Italia di uno strumento all’avanguardia per la protezione del suo territorio”.