7 Settembre 2021 - 11.22

Green pass, verso estensione a statali e aziende. In arrivo terza dose ai fragili

Green pass esteso a tutti i luoghi di lavoro e terza dose di vaccino anti-Covid al via da settembre per i pazienti fragili. Questa la road map del governo. In vista della cabina di regia, che probabilmente slitterà alla settimana prossima, da

Confindustria e Sindacati arriva un primo passo in avanti all’obbligo del certificato verde in ufficio o in fabbrica, ma solo se i costi dei tamponi non ricadano su aziende o lavoratori. “Dobbiamo crescere ancora di più con le vaccinazione” contro Covid-19 “penso all’estensione del Green pass e ad ulteriori ipotesi che sono state dibattute e che possono consentirci, se dovesse servire, di rafforzare ancora di più la nostra campagna”, ha detto dal canto suo il ministro della Salute Speranza, annunciando che

“ci sarà la terza dose di vaccino, partiremo sicuramente già nel mese di settembre per le persone che hanno fragilità di natura immunitarie”.”Ho sentito affermare che si vorrebbero utilizzare i tamponi per arrivare a licenziare: tutte falsità che non son neanche come commentare” dice il leader di Confindustria Carlo Bonomi al termine dell’incontro con i sindacati. “E’ ovvio che come tutti i provvedimenti ci deve essere un percorso di accompagnamento e poi un percorso sanzionatorio, ma questo sarà opera del governo che farà delle scelte sentite le parti sociali”, aggiunge.
Per quanto riguarda l’obbligatorietà del Green Pass sui luoghi di lavoro, “nel caso si dovesse decidere per l’obbligatorietà nei luoghi di lavoro, come noi auspichiamo, e le parti sociali trovassero un accordo su questo, io credo che ci possa essere da parte del governo un riconoscimento di questo passaggio, di questo possibile accordo tra noi e sindacati facendo un’operazione di utilità sociale e quindi facendosi carico del costo dei tamponi che sicuramente non può essere a carico delle imprese”.
“Io credo che le imprese hanno già sostenuto dei costi di messa in sicurezza dei luoghi di lavoro e i contributi previsti dal governo per il rispetto dei protocolli sanitari sono stati diciamo infinitesimali rispetto a quello che sono stati i costi che abbiamo sostenuto. Quindi non si può chiedere all’imprese di sostenere un costo per delle scelte legittime dei lavoratori che non decidessero di non utilizzare altri sistemi previsti all’interno del Green Pass” conclude.Sulla stessa lunghezza d’onda ma su sponde opposte i sindacati: “quando si parla di sicurezza i costi non possono essere assoluta sulle spalle dei lavoratori”, spiega il leader Uil, Pierpaolo Bombardieri che sintetizza la posizione unitaria assunta con Cgil e Cisl.

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