6 Febbraio 2015 - 15.49

VENETO – Rapina di Nanto, Donazzan: “Altro che danni alla famiglia! Sacche di illegalità nei campi nomadi”

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Altro che la impudente richiesta di danni da parte dei famigliari del bandito morto. Nel caso in cui la avanzassero, saremmo noi a costituirci parte civile contro di loro per tutelare Graziano Stacchio, una persona per bene che ha agito per difendere una sua concittadina. Per senso civico, perché siamo una comunità. Comunità di cui i nomadi a quanto pare non vogliono far parte. Lo dimostrano i loro comportamenti, i loro stili di vita. E i fatti di Ponte di Nanto sono solo la punta dell’iceberg”.
Interviene così l’assessore regionale del Veneto, Elena Donazzan, sul dibattito che tiene banco sulle cronache odierne relativo ai fatti di Ponte di Nanto.

“Quella dei nomadi è una questione culturale, di educazione che non viene adeguatamente insegnata dai genitori. Altrimenti certe richieste improvvide ed estemporanee non avrebbero luogo. E quanto accaduto, quindi, è anche responsabilità dei famigliari del rapinatore deceduto”.
“Oggi più che mai – afferma Donazzan – lo Stato deve intervenire con la fermezza della legge per svuotare le sacche di illegalità rappresentate dai campi nomadi. Troppe volte, e a dirlo sono i fatti di cronaca, rapine e furti vengono compiuti da nomadi. Non può e non deve essere un diritto quello di vivere esclusivamente di criminalità. Questo è un modello diseducativo che danneggia prima di tutto i minori dei campi nomadi, considerato che per molto meno, a famiglie in disagio, i servizi sociali tolgono i figli”.
“E per molto meno – incalza Donazzan – a italiani in difficoltà che non vivono di delinquenza viene tolta la luce mentre ai nomadi vengono realizzati dalle amministrazioni comunali campi attrezzati di tutto a spese dei contribuenti. Campi che a volte hanno le sembianze di concessionarie auto di lusso. Con quali soldi rom e sinti che non lavorano possono permettersi suv e fuoriserie?”, si interroga Donazzan. “Quando poi vige l’ingiustizia di imprenditori soffocati dalla crisi, dalla burocrazia e dalle tasse, che per un’insolvenza si vedono recapitare cartelle esattoriali e confiscare l’auto da Equitalia.
Basta a uno stato buono coi delinquenti e severo con le persone per bene.
Queste vergogne sono autentiche forme di razzismo al contrario”, attacca l’assessore regionale.

“I nomadi ormai sono più stanziali dei nostri giovani che vanno all’estero per costruirsi un futuro. Se vogliono integrarsi nelle nostra comunità, mandino i figli a scuola, si mettano a lavorare e si cerchino una casa come tutte le persone civili. Basta indulgenza, i campi nomadi vanno chiusi”,cconclude Donazzan.

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