Relazione Dia: “La mafia in Veneto è stabile e radicata”
Il Corriere del Veneto riporta i dati della relazione della Dia in Veneto. La conclusione del rapporto è inequivocabile: “Sempre più stabile e radicata appare secondo le attuali risultanze investigative la presenza di strutture mafiose nel Veneto”.
La relazione, presentata in Senato e basata sull’attività svolta e sui risultati conseguiti dalla direzione investigativa antimafia, descrive la regione come area d’affari per la criminalità organizzata, cui si è affiliata con i metodi tipici della malavita e con la compiacenza di una certa imprenditoria locale, complice dell’infiltrazione perché più interessata al denaro che alla salvaguardia dei cittadini.
Secondo il rapporto della Dia, la ‘Ndrangheta ha una presenza rilevante (con una struttura di coordinamento che avrebbe bisogno di almeno 49 affiliati per essere costituita), ma sarebbero attive anche bande camorristiche e mafie straniere, soprattutto albanesi e nigeriane. Le mafie italiane sarebbero più interessate all’infiltrazione nell’economia locale, quelle straniere invece sono più dedite allo spaccio di stupefacenti.
Tra le attività più redditizie per la criminalità organizzata ci sarebbe lo smaltimento illecito di rifiuti, che secondo la relazione: “rientra tra i settori economici che nell’emergenza Covid non hanno subito contrazione e che potrebbe tra l’altro risultare funzionale al reinvestimento di denaro illecito”.
Ormai, non si può più parlare di infiltrazioni della mafia nel territorio: il radicamento è troppo consolidato per non evidenziarne la presenza nel sistema.