L’Europa di nuovo epicentro della pandemia. E l’Italia?
Da cultore del pensiero laico ho sempre guardato con sospetto coloro che si atteggiano a detentori di verità assolute. Per quanto mi riguarda ciò vale per le ideologie politiche, sia di destra che di sinistra, ma anche per problematiche attinenti a cose meno astratte, quali ad esempio le malattie e le cure per contrastarle.
Dall’inizio della primavera del 2020, complice l’intero sistema mediatico, sembra che in Italia ci sia una sola malattia, il Covid, di cui ”portatori di verità” su posizioni opposte discettano, discutano, si accapigliano, per ore ed ore in tutti i talk show, tanto che se uno desidera guardare qualcosa che non parli di vaccini e No vax, o si prende un libro (ed è ciò che consiglio), oppure si rifugia sui programmi in streaming.
Eppure di cosa vi parlo oggi? Nonostante tutto del virus di Wuhan, cercando di fare il punto della situazione, che purtroppo non si presenta rosea.
Iniziando dall’andamento della pandemia, i dati non sono sicuramente rassicuranti, in quanto da alcune settimane il numero dei soggetti trovati positivi è costantemente in crescita.
Secondo gli esperti questo trend era atteso, visto che l’apertura delle scuole, la ripresa delle attività produttive dopo le ferie estive, e l’inizio della stagione fredda, costringono adulti e ragazzi a vivere e lavorare a più stretto contatto.
Non va però sottaciuto che, purtroppo, a queste cause si aggiungono i comportamenti di molti cittadini, che hanno allentato o abbandonato le precauzioni anti virus, a partire dall’uso della mascherina nei locali chiusi.
Sia come sia, in tutte le Regioni crescono sia i positivi che le ospedalizzazioni, ed il Veneto è in questa fase ai primi posti della lista assieme all’Alto Adige.
Per rendersene conto basta leggere i bollettini quotidiani della Regione, e tanto per essere chiari quello del 4 novembre ci parla di 734 nuovi contagi e 5 morti nelle ultime 24 ore.
Per gli amanti della statistica il primato dei nuovi positivi spetta a Verona, con 165 casi, seconda Padova con 142 casi, segue Vicenza con 114, Treviso con 100, Venezia con 99, ed aumentano anche i contagi in due province fino ad oggi “risparmiate”: Rovigo con 62 casi e Belluno con 45.
Come sempre il contagio non è omogeneo sul territorio, e si assiste al determinarsi di cluster come in alcune case di riposo. o nella zona termale di Abano-Montegrotto, con numerose strutture alberghiere interessate, o in località come Trieste, testimone negli ultimi tempi di proteste No vax, con cortei di manifestanti a urlare gomito a gomito senza mascherina.
Piaccia o non piaccia, i numeri e le tendenze sono indubbiamente al rialzo, ma non si può negare che al momento, grazie alla vaccinazione, gli ospedali non sono ancora sotto pressione, anche se nel padovano ieri è stato attivato il piano emergenza. Non proprio un bel segnale!
Ma si tratta di una tendenza tutta italiana?
No, non è un problema solo del nostro Paese, ed anzi si può affermare che la situazione italiana, unitamente a quella spagnola, è tra le più favorevoli in Europa.
Nell’Inghilterra senza restrizioni di Boris Johnson ogni giorno i morti sfiorano quota 300 (dati del Governo britannico), e le infezioni si posizionano fra le 30 e le 40mila.
L’Olanda torna alle restrizioni, come il distanziamento di 1,5 metri, l’utilizzo delle mascherine in tutti i luoghi pubblici, nei negozi, nelle stazioni e negli ospedali, e richiede il Green Pass per accedere agli hotel, ristoranti e bar, ed a breve sarà esteso anche a musei e palestre. Tutte misure abolite solo un mese fa.
Anche in Germania (media di 20mila nuovi casi al giorno), dove a sorpresa in alcune aree si registrano le prime carenze di letti nelle terapie intensive, si stanno reintroducendo in alcune Lander misure protettive come l’obbligo di indossare le mascherine FP2 nelle scuole. Da segnalare che il Ministro della Salute Jens Spahn ha detto che “in Germania si sta assistendo ad una pandemia di non vaccinati, ed è enorme”.
In Austria, che riscontra un numero di casi 8 volte più alto che in Italia, il Green Pass dal 1° novembre è diventato obbligatorio nei luoghi di lavoro.
Tralascio Francia, Portogallo, Belgio, perchè il trend è analogo a quello degli altri Paesi.
Ma è nell’ Europa dell’est che si registra la situazione più drammatica, soprattutto per ciò che attiene il numero dei morti.
In Russia si è ormai stabilmente sopra i 1.000 al giorno (1.195 ieri).
Settecento i decessi in Ucraina, Stato con 42 milioni di abitanti. In Bulgaria, dove gli abitanti sono appena 7 milioni, ne sono stati registrati 310 (dato simile a quello del Regno Unito dove gli abitanti sono però 65 milioni). In Romania (19 milioni di abitanti) le vittime sono state 322 in 24 ore. Record in Grecia (10 milioni di abitanti) con 6.700 contagi nell’ultima giornata.
Il numero di abitanti diventa un dato importante per capire la portata e gli effetti della pandemia.
Tirando le somme, i dati ci dicono che nell’ultima settimana in Europa si sono registrati 1,8 milioni di casi, il 6% in più rispetto alla settimana prima.
La cosa preoccupa perchè è quasi l’unica area del mondo in cui il Covid è in crescita, (con un più 12% di decessi).
Questo trend negativo ha indotto Hans Kluge, responsabile dell’Oms per l’Europa, a dichiarare che di questo passo si registreranno mezzo milione di morti nel continente da qui a febbraio (la regione Europa, per l’Organizzazione di Ginevra, comprende 53 paesi, incluse Russia e nazioni dell’Asia centrale).
Ma come è possibile che l’Europa, il continente che sicuramente più ha vaccinato al mondo, stia tornando ad essere l’epicentro della pandemia?
A meno di non credere nel malocchio, la causa sta nel fatto i Paesi europei, dopo aver vaccinato molto, hanno deciso di togliere le restrizioni e lasciare la vita economica e sociale a briglia sciolta. Ed io aggiungo, senza insistere su controlli stringenti sull’uso del Green Pass!
C’è poco da fare, con un virus come il Covid certe scelte si pagano!
Nonostante tutto questo, nonostante gli altri Paesi europei stiano accingendosi a seguire il “modello italiano” del Pass Vaccinale, ci tocca assistere ogni settimana alle manifestazioni di protesta di No Mask, No Vax, No Green Pass, con gente che sfila sbraitando che il Covid non esiste, e che siamo in una dittatura sanitaria imposta da Big Pharma. Con atteggiamenti, come dicevo all’inizio, da portatori del “verbo”.
Ho già scritto più volte che non credo più ad una resipiscenza di questi sostenitori di teorie anti scientifiche, ma di positivo riscontro che non solo comincia a farsi palpabile il fastidio in coloro, la stragrande maggioranza, che si sono vaccinati e aspirano ad un ritorno ad una “certa” normalità, ma anche da parte delle Autorità si assiste a decisioni mirate a limitare i rischi di infezione conseguenti alle manifestazioni.
In questa chiave va letta sicuramente l’ordinanza del Sindaco di Trieste che vieta di manifestare in Piazza Unità d’Italia, e quella analoga di Mario Conte, primo cittadino di Treviso, per Piazza dei Signori.
Non si tratta di casi isolati, perchè ad esempio a schierarsi con Conte ci sono anche i Sindaci di Conegliano e Castelfranco Veneto, ed immagino che queste ordinanze verranno considerate a breve dai Sindaci di molte altre città.
Sicuramente si griderà alla violazione del diritto alla protesta garantito dalla Costituzione!
Ma poiché sacrosanto è il diritto a manifestare, ma altrettanto sacrosanto è quello a vivere serenamente la propria città, nessuno impedirà ai renitenti al vaccino di scendere in piazza per esternare il proprio dissenso: lo potranno fare in zone, diciamo, meno “centrali”.