11 Novembre 2021 - 9.54

Veneto: due arresti per frode in Belgio, riciclavano denaro e sfruttavano i lavoratori

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Due cittadini trevigiani sono stati arrestati dalla guardia di finanza di Treviso. I due sarebbero parte di una complessa organizzazione criminale, con sedi anche in Spagna, Romania e Slovacchia, che operava in Belgio, sfruttando la manodopera e riciclando denaro. Altri tre arresti sono avvenuti tra Brescia e Padova.

La Guardia di Finanza di Treviso, coordinata dalla Procura della Repubblica di Venezia, ha eseguito un Mandato di Arresto Europeo nei confronti di due imprenditori trevigiani, sospettati di far parte di un’organizzazione criminale dedita allo sfruttamento di manodopera, all’illecito distacco transnazionale di lavoratori e al riciclaggio di denaro. L’operazione, che ha visto impegnati sul territorio trevigiano e nelle province di Padova e Brescia circa 30 finanzieri, fa parte di una più vasta indagine avviata in Belgio, cui hanno preso parte, sotto il coordinamento di Europol e del II Reparto del Comando Generale della Guardia di Finanza, oltre alla polizia federale di Bruxelles, le autorità spagnole, rumene e slovacche. In diversi stati dell’Unione Europea, infatti, sono stati eseguiti in simultanea perquisizioni, sequestri e arresti nei confronti dei membri dell’organizzazione criminale, mentre l’Autorità Giudiziaria italiana ha dato esecuzione a provvedimenti di quella belga nei confronti di cinque persone e ventuno società, che hanno portato al sequestro di disponibilità finanziarie per circa dieci milioni di euro. I due trevigiani, in particolare, sono sospettati dall’autorità belga di aver costituito in Italia, Croazia, Romania e Slovacchia società prive di una reale operatività. Queste ultime, considerate delle vere e proprie “scatole vuote”, stipulavano contratti con imprese belghe attive nel settore edile che, di fatto, mascheravano un distacco transnazionale di manodopera, operato in violazione della legge: l’obiettivo dell’organizzazione, in base alla ricostruzione degli inquirenti, era infatti di evitare il pagamento dei contributi sociali e previdenziali in Belgio. I dipendenti delle imprese coinvolte nella frode, prevalentemente di origine rumena, venivano inoltre sottoposti a orari e turni massacranti, sottopagati e costretti ad alloggiare in capannoni industriali. In un contesto in cui gli interessi e le proiezioni delle organizzazioni criminali, specie nel campo finanziario, assumono caratteri sempre più transnazionali, l’attività svolta dalle Fiamme Gialle di Treviso testimonia, ancora una volta, l’importanza della cooperazione internazionale, sia giudiziaria che di polizia, come efficace strumento di contrasto agli illeciti.

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