Clima e natura: cosa è accaduto di positivo nel 2021
Il 2021 è stato un anno ricco di speranza: qualcuno pensava che ci avrebbe condotti fuori dalla pandemia, qualcun altro che sarebbe stato l’anno della transizione ecologica. Altri ancora si aspettavano che gli accordi di Parigi si sarebbero trasformati in una serie di azioni immediate e concrete nel tentativo di arginare e fermare i cambiamenti climatici e tutelare la biodiversità. Tentennamenti, ritardi, imprevisti, eventi inaspettati ci hanno portato ad affrontare un anno difficile e, per certi aspetti, differente da quello che si pensava. Malgrado ciò, non sono mancate prese di posizione importanti riguardo il clima, e incoraggianti segnali di cambiamento anche per quanto la tutela della natura e della biodiversità. Il WWF Italia traccia un bilancio del 2021: scopriamo insieme che cosa è successo di buono per l’ambiente nell’anno appena trascorso.
Buone notizie: nel 2021 cresce la consapevolezza su ambiente e sostenibilità, ma non solo
Cominciamo con le buone notizie sul clima: dalla COP 26 è uscito rafforzato il limite di 1,5°C al riscaldamento globale. Il testo finale riconosce il ruolo critico della natura nel raggiungimento dell’obiettivo di 1,5°C, incoraggia i governi a incorporare la natura nei loro piani climatici nazionali e stabilisce un dialogo annuale sugli oceani per la mitigazione basata sulla sfera blu del Pianeta. Sono stati presi poi importanti impegni volontari tra alcuni Paesi, tra cui la Beyond Oil & Gas Alliance. Il Portogallo dice addio al carbone con 9 anni di anticipo. Malgrado ciò, non c’è stato il cambio di passo che tutti si aspettavano a fronte di eventi estremi che si sono moltiplicati in tutto il mondo nel corso del 2021.
Il Parlamento Europeo ha approvato senza sostanziali modifiche la Strategia UE “Farm to Fork” e la Strategia UE Biodiversità 2030, che fissano importanti obiettivi per la tutela del 30 per cento delle nostre terre e dei nostri mari entro il 2030 e per la transizione ecologica della nostra agricoltura. Sempre in linea con il Green Deal, la Commissione europea, il 25 marzo 2021, ha presentato un piano d’azione per lo sviluppo della produzione biologica.
Il suolo riveste un ruolo cruciale per la conservazione degli ecosistemi naturali e per i tanti servizi che produce, tra cui la produzione di cibo e lo stoccaggio di CO2. Il 17 novembre 2021 la Commissione Europea ha presentato la nuova Strategia dell’UE per il suolo per il 2030, “Raccogliere i benefici di suoli sani per le persone, il cibo, la natura e il clima”: un altro importante strumento per l’attuazione del Green Deal in Europa.
Complice anche la pandemia, cresce in tutto il mondo la consapevolezza e l’interesse sui temi dell’ambiente e della sostenibilità. Lo rivela un rapporto realizzato dal WWF in collaborazione con il team l’“Intelligence Unit” della rivista “The Economist” che analizza come un numero crescente di persone in tutto il mondo si preoccupi della natura e chieda azioni concrete per proteggere il Pianeta.
Il vertice ONU sui sistemi alimentari (UNFSS – UN Food Systems Summit) ha visto riuniti i leader dei governi di tutto il mondo con l’obiettivo di definire strategie nazionali e globali per una trasformazione dei sistemi alimentari, responsabili dell’80% della deforestazione mondiale e dell’80% della perdita di biodiversità. Il WWF ha usato l’occasione per lanciare il tema degli impatti gravissimi sulla biodiversità e sul clima degli allevamenti intensivi, presentando soluzioni per una transizione ecologica del settore alimentare.
A novembre è arrivata al Parlamento Europeo la tanto attesa proposta di legge contro la deforestazione “importata” cioè legata alla produzione di beni o commodities (carne bovina, cioccolato ecc.). L’Unione Europea ha anticipato la prossima uscita della “Restoration Law” focalizzata proprio sul ripristino degli ecosistemi naturali, in coerenza con quanto stabilito dal Green Deal europeo.
Il 2021 doveva essere l’anno in cui l’umanità si era ripromessa di prendere impegni decisivi per fermare la drammatica scomparsa di specie ed ecosistemi. Qualcosa si è mosso, come l’iniziativa “Nature Compact” dei Paesi del G7, il comunicato conclusivo del G20 e la “Dichiarazione di Kunming”, in occasione della I Sessione della COP 15 sulla Biodiversità, in cui si è dato un forte impulso alla richiesta di “un obiettivo globale per la natura” da adottare entro il 2022.
La commissione Generale per la Pesca in Mediterraneo (CGPM) ha preso, infine, decisioni importanti per sostenere la gestione sostenibile degli stock ittici, mitigare le catture accidentali di squali e altre specie, contrastare la pesca illegale e creare nuove zone chiuse alla pesca. Inoltre, dopo anni di negoziazioni, è stato finalmente adottato un programma di ripristino per lo stock atlantico dello squalo mako e un piano di recupero per il tonno alalunga.