Veneto lavoro: più tempi indeterminati ma anche tante dimissioni volontarie
L’aggiornamento mensile sul mercato del lavoro, curato dall’agenzia regionale Veneto Lavoro disegna un quadro a luci e ombre, nel contesto della ripresa economica da un lato e delle incertezze relative al comparto energetico. A gennaio 2022 in Veneto si è registrata una crescita dei posti a tempo indeterminato: 6.200 posizioni lavorative in più, assunzioni in crescita del 3 per cento rispetto al 2020 e a del 58 per cento su gennaio di un anno fa. I saldi mensili sono positivi in tutti i comparti industriali (+10 per cento nel complesso del manifatturiero e +24 per cento nel metalmeccanico) e negativi in agricoltura e in buona parte del terziario, specialmente il turismo. Sono in calo invece il lavoro a termine e l’apprendistato e crescono le cosiddette “grandi dimissioni”, cessazioni per volontà del lavoratore, che costituiscono nel mese di gennaio il 29 per cento del totale delle cessazioni, con un aumento del 19 per cento rispetto a due anni fa.
“Il mercato del lavoro in Veneto sta cambiando e noi lo stiamo monitorando in maniera precisa e puntuale attraverso le analisi di Veneto Lavoro. Lo scenario di incertezza che abbiamo di fronte con la crisi data dall’aumento dei costi energetici, delle materie prime e il problema degli approvvigionamenti è completata dalla crescita delle dimissioni volontarie. Sono numeri su cui riflettere a fondo per porre in essere le misure più adeguate a sostegno dei lavoratori e dell’occupazione”, dichiara Elena Donazzan, assessore regionale al Lavoro. I licenziamenti economici e individuali sono quasi raddoppiati rispetto a gennaio 2021, quando ancora vigeva il blocco, ma restano su valori inferiori rispetto al periodo pre-Covid. In calo del 17 per cento la disoccupazione, dato che, secondo il report, può essere attribuito ad un effetto scoraggiamento e al passaggio verso l’inattività, ma anche alla ripresa economica, soprattutto in riferimento ad alcuni territori e settori.