VICENZA – All’Astra latino e musica elettronica
Prosegue la rassegna “Classico Contemporaneo” al Teatro Astra di Vicenza. Questo venerdì, il sipario si aprirà per Anagoor, collettivo teatrale di Castelfranco che, con i suoi spettacoli, ha girato l’Europa. In scena uno dei capisaldi della letteratura latina: l’Eneide, in chiave completamente rivisitata. E così, Virgilio, Enea, Didone e tanti altri, saranno accompagnati da video, parole e musica elettronica.
È uno dei protagonisti della nuova scena contemporanea, acclamato dalla critica nazionale e invitato nei più prestigiosi festival oltreconfine, da Berlino a Londra, da Parigi al Portogallo, dalla Croazia alla Danimarca: è Anagoor, il collettivo teatrale originario di Castelfranco Veneto che ha conquistato tutta Europa con il suo teatro visionario che affonda nella memoria e negli archetipi, e che venerdì 27 marzo (ore 21) sarà al Teatro Astra di Vicenza per presentare il suo ultimo lavoro, “VIRGILIO BRUCIA”. L’evento chiude una settimana densa di appuntamenti culturali che la formazione ha dedicato alla città: resta visitabile fino al 27 marzo (dalle 18 alle 21 e dopo lo spettacolo) l’esposizione “RITRATTI. LA TERRIBILE MERAVIGLIA” che raccoglie negli spazi del Cantiere Barche opere fotografiche e installazioni video di Giulio Favotto e di Anagoor tratte dagli ultimi spettacoli della compagnia. Lo spettacolo sarà replicato anche sabato 28 marzo (ore 11) per le scuole superiori.
L’iniziativa fa parte di “Classico Contemporaneo” all’interno della rassegna “Terrestri 14/15” curata da La Piccionaia per il Comune di Vicenza con il sostegno di Ministero dei Beni Culturali, Regione Veneto, Provincia di Vicenza, Circuito Teatrale Arteven e Askoll. Lo spettacolo è presentato in collaborazione con il progetto Classici Contro 2015 Teatri di Guerra – Università Cà Foscari di Venezia.
Diretto da Simone Derai, lo spettacolo è il disegno corale di un impero dagli ampi confini, attraversato dalla vicenda del poeta latino e del suo alter ego Enea: la fuga da un mondo in fiamme, l’eredità dei padri e la fondazione di una nuova civiltà. “VIRGILIO BRUCIA” ruota intorno a tre libri dell’Eneide: il secondo, sul rogo di Ilio, che viene portato in scena attraverso un uso sorprendente della lingua latina, in cui la pronuncia classica in metrica e la fruizione attraverso i sopratitoli si combinano con la musica elettronica; il quarto, l’abbandono dell’amata Didone in nome di una missione più alta; il sesto, spartiacque tra passato e futuro, con la discesa nel regno dei morti per ritrovare il padre Anchise. Sono questi i libri che nel 22 a. C. Virgilio lesse al cospetto dell’imperatore Augusto, committente dell’Eneide: eppure, proprio l’opera che più di tutte doveva esaltare i fasti dell’imperatore cantandone le imprese militari e l’alta missione politica finì col mettere in luce la sua vocazione di dominio assoluto sui popoli, mentre il poeta al servizio del potere si fece cantore dei vinti, dei troiani cacciati dalle proprie case, degli esiliati. Un tema, quello della creazione poetica e del suo rapporto con il potere e con la storia, che emerge in filigrana attraverso l’uso di diversi mezzi espressivi (parola, canto, video, suono).
Per questo non solo Troia, ma anche Virgilio brucia: perché, prima di morire, il poeta chiese agli amici di bruciare l’Eneide poiché incompleta. Fortunatamente essi non lo fecero, permettendoci di conoscere le imprese di Enea che, scampato alla distruzione della sua città, raggiunse per mare l’Italia, come tanti naufraghi di oggi, e nel Lazio la sua stirpe diede origine al popolo romano. Un mito fondativo che per Anagoor diventa simbolo del rapporto che ogni generazione deve preservare con la classicità, nonché dell’intero progetto umanistico dell’Europa e dell’Occidente. Per Enea come per Virgilio, fuggire dall’incendio (di Troia o della creazione poetica) è mettere in salvo se stessi e, insieme, una tradizione a brandelli, dando con la propria opera l’addio ai padri e conservandone al contempo il dna all’interno di una nuova lingua.
In scena, una nutrita schiera di interpreti: Marco Menegoni, Gayanée Movsisyan, Massimiliano Briarava, Moreno Callegari, Marta Kolega, Gloria Lindeman, Paola Dallan, Monica Tonietto, Artemio Tosello ed Emanuela Guizzon, con la partecipazione straordinaria in video di Marco Cavalcoli, in prestito da Fanny & Alexander. Sul palco anche l’ensemble vicentino Schola Poliphonica Santuario di Monte Berico diretto dal m° Silvia Fabbian, ad interpretare un coro di voci europee ed extraeuropee in cui confluiscono musicalità colte e popolari, influenze orientali e occidentali, armene e bizantine, ma anche la tradizione balcanica e quella macedone, fino alle composizioni minimaliste dell’inglese John Tavener. Video concepiti da Simone Derai, Moreno Callegari e Giulio Favotto (quest’ultimo anche direttore della fotografia) e video sound design di Mauro Martinuz per un’opera che riporta il mondo classico nella contemporaneità, interrogandosi sul ruolo del poeta oggi: a che servono la poesia e la letteratura in tempi di violenza? A che serve cantare le gesta degli eroi?
“La nostra epoca antitotalitaria coltiva legittimi sospetti nei confronti dei poeti al servizio di un’ideologia ufficiale” – spiega Simone Derai. “Tuttavia ribolle sotterranea una tensione tra il Virgilio introspettivo e quello propagandista ufficiale Questo spettacolo non è un’opera sulle Bucoliche, sulle Georgiche o sull’Eneide. È uno sguardo spaventato alla frattura da cui scaturisce, come un fiume che lava, la creazione poetica. Ma è anche una lettura post-coloniale di Virgilio, che pone interrogativi contemporanei su migrazioni, imperi, colonizzazioni, identità etnica, conflitti di culture, globalizzazioni e localismi”.
I biglietti per lo spettacolo sono in vendita al costo di 14 euro l’intero e 12 euro il ridotto (€ 10 ridotto gruppi, € 9 scuole superiori).
Info e prevendite: Ufficio Teatro Astra, Contrà Barche 55 – Vicenza; telefono 0444 323725, info@teatroastra.it, www.teatroastra.it