28 Aprile 2022 - 11.59

Storie di fiumi e inondazioni, Fabris racconta 6 secoli di idraulica vicentina, a Cornedo domani sera


Domani sera a Villa Trissino di Cornedo Vicentino con il sostegno di Viacqua

Si intitola Quando il fiume fa paura. Alluvioni e difesa idraulica nel Vicentino fra Serenissima e Italia il libro del cornedese Antonio Fabris che sarà presentato a Cornedo Vicentino domani sera, venerdì 29 aprile, alle 20.30 a Villa Trissino. Negli spazi della Biblioteca Comunale verrà raccontato il lavoro di ricerca e approfondimento fatto in anni di lavoro dallo scrittore, non nuovo a simili imprese.

Con più di una decina di libri pubblicati, Fabris non è certo nuovo al racconto storico e sociale del rapporto di un territorio, quello vicentino, che si confronta e scontra con la forza a volte devastante dei fiumi che lo solcano da nord a sud. Da Brentane: cinquecento anni di alluvioni del torrente Agno-Guà nella Valle dell’Agno e nella pianura sottostante, libro del 2002, passando per Lotte per l’acqua nella valle dell’Agno. Comunità locali e nobiltà in conflitto tra XV e XX sec. (2008) e La difesa fluviale in una valle Veneta nella storia del Consorzio Agno (2015), nel 2021 la casa editrice Mediafactory ha pubblicato Quando il fiume fa paura. Alluvioni e difesa idraulica nel Vicentino fra Serenissima e Italia.

Nei miei libri e anche in quest’ultimo – è il commento dell’autore – non parlo solo di acque, ma di storia di un territorio e delle sue comunità che si sono sviluppate, si sono adattate alle acque e in altri casi le hanno piegate al proprio interesse. Il lavoro raccolto nelle 352 pagine del libro è frutto di una relazione svolta per conto dell’Università degli Studi di Verona su quei fiumi vicentini che nel 2010 avevano allagato e devastato un’intera provincia, divenuta poi relazione storico-geografica allegata alla progettazione dei diversi bacini di laminazione che si stanno completando non solo alle porte di Vicenza, ma anche a Trissino.”

All’interno, con la dovizia di chi sa applicare il metodo scientifico alla ricerca storiografica, si susseguono immagini, mappe e ricostruzioni grafiche che rendono più facile la lettura di quelli che sono stati i percorsi storici dei fiumi.

Per me – prosegue Fabris – è stata un’occasione per approfondire la conoscenza di bacini quali quelli del Bacchiglione, dell’Astico, del Tesina e del Chimapo, cercando di capire perché si sono verificati determinati episodi e perché potrebbero ancora ripetersi. D’altro canto i documenti ci raccontano che per almeno 400 anni, fino all’800, Vicenza veniva periodicamente allagata dall’Astico e per far fronte a quel fiume le opere di difesa dell’epoca si sono concentrate su quel corso, in particolare con un grande muro chiamato “Murazzo” che ancora è visibile a nord del capoluogo a Montecchio Precalcino. Sul Bacchiglione i primi studi di difesa contro le alluvioni risalgono al 1600 e prevedevano l’intercettazione delle piene a nord della città, per condurle verso sud lungo un nuovo alveo. Per tre secoli gli idraulici hanno presentato progetti per salvare la città di Vicenza dalle periodiche alluvioni, ma solo nel 1872 si è intervenuti realizzando il progetto dell’ingegnere Beroaldi che, tuttavia, non ha risolto il problema.”

Il libro riporta anche un’ampia cronistoria delle principali vicende che hanno coinvolto il Vicentino in tema di alluvioni e inondazioni, guidati da mappe, foto d’epoca e ricostruzioni che mostrano i corsi naturali dei fiumi indagati e le successive manipolazioni operate dall’uomo per consentire lo sviluppo urbano del territorio.

Credo che non esista in Italia un lavoro così minuzioso sui corsi d’acqua minori – è il commento del Presidente di Viacqua, Giuseppe Castaman – andando a studiarli nel loro sviluppo organico e in un arco temporale di ben sei secoli. Siamo lieti di aver supportato questa pubblicazione. Per un’azienda come Viacqua simili ricerche costituiscono un corpus prezioso anche per le progettazioni che ci riguardano, la conoscenza del territorio e della sua idraulica permette infatti di individuare i punti di fragilità su cui concentrare le priorità di intervento anche sul fronte della gestione delle reti idriche e fognarie.”

Nota biografica

Antonio Fabris, ha insegnato all’ITI di Arzignano. Appassionato di montagna, ha salito diverse cime nei vari continenti, pratica la canoa d’acqua viva e altri sport. In passato si è occupato di ambiente, interessandosi alla flora e alla fauna della valle dell’Agno e alla sua protezione. In quel periodo, quale responsabile del WWF e insieme ad altri amici, propose in anteprima la realizzazione della pista ciclabile della vallata, la chiusura al traffico del centro storico di Valdagno, la chiusura dell’inceneritore di Valdagno, una delle prime raccolte differenziate in Italia delle pile usate, oltre al restauro conservativo di un castagno secolare a Trissino e altre iniziative. È stato membro della Commissione Regionale Tutela dell’Ambiente Montano del Club Alpino Italiano. Uno dei suoi primi lavori è stata una ricerca sui grandi alberi del Vicentino e in particolare sulla Valle dell’Agno, culminata in una pubblicazione della Regione Veneto e nel libro Alberi secolari parchi e giardini nella Valle dell’Agno, da cui poi è nato il Sentiero dei Grandi Alberi. A questo sono seguiti altri lavori sulla natura della valle. Sua è la prima segnalazione della presenza in Pasubio di una sottospecie di salamandra classificata poi come Salamandra Atra Pasubiensis. Dopo questo periodo, ricco di grandi soddisfazioni, si è dedicato alla ricerca storica con un particolare interesse sui beni comunali nel periodo veneziano e austriaco. Su questo filone ha scritto una trilogia sulle Prealpi Vicentine riguardante la conflittualità fra le comunità di montagna e la nobiltà per il possesso dei boschi e dei pascoli comunali, portando alla luce aspetti inediti di ribellione contadina fra cui una in particolare, raccontata in Le montagne sono nostre. Una rivolta popolare a Durlo in Lessinia (1722-1723).

Altro argomento di interesse per l’autore è costituito dalla storia dei corsi d’acqua vicentini e delle loro problematiche, arrivando ad una conoscenza da cui sono poi nate diverse pubblicazioni e il coinvolgimento nelle ricerche affidategli dall’Università degli Studi i Verona.

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