Taranto: finalmente è arrivato il primo parco eolico offshore d’Italia e del Mediterraneo
di Anna Roscini
Ci sono voluti quattordici lunghi anni per vedere un sogno diventare realtà: nella mattinata del 21 aprile Taranto ha finalmente inaugurato il primo parco eolico offshore d’Italia. Beleolico, questo il nome del parco eolico marino che è anche il primo nel Mediterraneo, è pronto a produrre energia pulita. Il parco, realizzato a circa 100 metri dalla costa tarantina, avrà 10 turbine per una capacità complessiva di 30 Mw in grado di assicurare una produzione di oltre 58.000 MWh, pari al fabbisogno annuo di 60.000 persone. In termini ambientali significa che, nell’arco dei venticinque anni di funzionamento previsti per l’impianto, ci sarà un risparmio di circa 730.000 tonnellate di CO2. Si tratta di un investimento di 80 milioni di euro, realizzato da Renexia, società della holding Toto.
L’inaugurazione di Beleolico è stata anche l’occasione per ricordare l’urgenza di accelerare gli investimenti nelle fonti rinnovabili affinché la transizione energetica prenda il volo. «Dopo 14 anni di ritardi e ostracismi istituzionali – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – finalmente a Taranto parte il primo parco eolico off-shore del mar Mediterraneo. È un caso emblematico della via crucis autorizzativa del nostro Paese: il progetto proposto nel 2008 ha avuto la contrarietà degli enti locali e ricevuto il parere negativo della Sovrintendenza per un incomprensibile impatto visivo, considerando la presenza delle ciminiere dell’ex Ilva, della raffineria Eni, del cementificio e delle gru del porto industriale. […] Speriamo che il caso di Taranto segni il punto di svolta per lo sviluppo delle rinnovabili in Italia, in una città che vive ancora l’era del carbone, del petrolio e dell’inquinamento, con l’augurio che questa inaugurazione possa essere l’inizio del riscatto tarantino nel segno dell’innovazione e delle tecnologie pulite».
Durante l’inaugurazione Legambiente ha organizzato un flash mob con lo striscione “Scusate il ritardo” per lanciare un doppio appello al governo: il primo è rivolto al premier Mario Draghi affinché vari al più presto un decreto sblocca rinnovabili per velocizzare lo sviluppo delle fonti pulite e degli investimenti in accumuli, pompaggi e reti. Il secondo appello è indirizzato al ministro della Cultura Dario Franceschini affinché indirizzi le sovrintendenze, inclusa quella speciale sul PNRR, a non ostacolare più la transizione ecologica.