VENETO – Allarme per la carenza di medici di base, la Regione: “Cerchiamo una soluzione”
“Su un tema così complesso è giusto discutere, ma bisogna farlo avendo ben chiaro di cosa si parla, a partire dal fatto che a livello regionale, in sede dei tavoli tecnici di discussione con le OO.SS. della Medicina Generale sono state ampiamente discusse proposte di soluzione alla carenza dei medici – in buona parte però da attuarsi nel contesto regolatorio nazionale – comprendenti anche l’aumento del massimale per i suddetti incarichi. Peraltro su questo tema abbiamo già ragionato con le OO.SS. SNAMI e SMI, alla presenza del sindacato FIMMG, di innalzare gradualmente il massimale fino a 1.500 assistiti. Per quanto riguarda i medici iscritti al corso di formazione specifica in Medicina Generale, non è mai stato discusso, poiché fuori discussione, il tema della remunerazione. Al medico iscritto al corso di formazione specifica in medicina generale con un incarico temporaneo di assistenza primaria, oltre al mantenimento della borsa di studio, è stato, è, e sarà, interamente garantito, sin dalla prima applicazione (2020), il compenso previsto dall’Accordo Collettivo Nazionale della Medicina Generale composto da quota capitaria e relative indennità”.
Lo precisa l’Assessore alla Sanità della Regione Veneto, in relazione alle polemiche di questi giorno su alcuni emendamenti alPdl 115 – disposizioni di adeguamento ordinamentale 2022 in materia di politiche sanitarie e sociali.
In base alla normativa vigente gli incarichi temporanei di assistenza primaria sono conferibili su base volontaria, a partire dal 18.06.2020, a medici iscritti al corso di formazione specifica in Medicina Generale fino ad un massimo di 650 assistiti.
“L’emendamento proposto – puntualizza l’Assessore – nasce proprio dall’attuale situazione di emergenza legata alla carenza di medici di medicina generale che vede oltre 600 zone carenti in Regione e punta ad innalzare il massimale di scelte fino ad un massimo di 1.000 assistiti per il primo anno, e di 1.200 assistiti per gli anni successivi al primo. Una soluzione necessaria, ma temporanea, perché prevediamo che l’attuale situazione di carenza dovrebbe attenuarsi nel corso dei prossimi anni con l’ingresso nel mondo del lavoro degli oltre 700 medici attualmente iscritti alla Scuola di formazione specifica in medicina generale e che ha visto un consistente aumento del numero dei posti a bando negli ultimi anni”.
“Non si tratta di un’idea estemporanea – dice ancora l’Assessore – perché nell’attuale contesto nazionale di carenza, tutte le Regioni hanno condiviso in commissione Salute la proposta avanzata anche dal Veneto di aumentare per questi incarichi il massimale di assistiti. Una proposta di modifica è inoltre in corso di approvazione a livello nazionale attraverso specifico emendamento, presentato alla Camera dei deputati ed approvato il 28 aprile u.s, che prevede l’aumento del massimale a 1.000 assistiti fin dal primo anno. In questo senso, la Regione Toscana con una deliberazione di giunta ha già provveduto ad aumentare il massimale fino a 1.500 assistiti per il secondo e terzo anno di corso”.
“Peraltro – conclude l’Assessore – il Comitato Scientifico della Scuola di Medicina Generale, avallando la scelta dell’aumento del massimale, attraverso uno specifico gruppo di lavoro ha inoltre previsto la formulazione di percorsi di tutoraggio a tutela del percorso formativo. L’emendamento proposto mira anche ad agevolare il percorso del corsista prevedendo, come da proposta condivisa a livello nazionale, il riconoscimento dell’attività dell’incarico quale parte del tirocinio”.