Il Lago di Fimon in gestione alla Provincia per altri tre anni
Sarà la Provincia di Vicenza a gestire il lago di Fimon per i prossimi tre anni. Lo ha messo nero su bianco la Regione Veneto per mano dell’assessore all’ambiente Gianpaolo Bottacin che questa mattina ha sottoscritto un protocollo di intesa con il presidente della Provincia Francesco Rucco.
Presenti anche il consigliere provinciale all’ambiente Matteo Macilotti, il consigliere regionale Stefano Giacomin e Paolo Pellizzari, sindaco di Arcugnano, Comune che ospita il lago e con cui è costante il confronto visto l’intreccio di competenze.
Nel concreto non cambia molto. Storicamente la Provincia di Vicenza si occupa del lago di Fimon, che è ambiente naturale di assoluto pregio, tutelato a livello comunitario. Con la riforma delle Province, però, la situazione si è un po’ ingarbugliata, anche se in maniera transitoria se ne è sempre presa cura la Provincia, in modo da garantire continuità di azione e ampia collaborazione con la Regione e con gli enti che hanno competenze accessorie. Ora la Regione Veneto fa chiarezza su questa delega e stabilisce una durata triennale.
“Il lago di Fimon è un luogo a cui i vicentini sono affezionati -ha esordito Rucco- negli anni la Provincia ha cercato di valorizzarlo e salvaguardarlo, nel rispetto di un equilibrio ambientale molto delicato. In questi ultimi anni abbiamo potuto solamente intervenire in maniera ordinaria, ma non è sufficiente, qui c’è necessità di progetti strutturati, di lungo periodo. Grazie alla politica vicentina che si è mossa compatta e grazie alla Regione oggi possiamo tornare a programmare”.
Programmare sul lungo periodo in uno degli specchi d’acqua più interessanti del Veneto per habitat vegetali e animali è anche l’obiettivo della Regione. “Tre anni – ha chiarito Bottacin- sono una prospettiva idonea per assicurare la manutenzione ordinaria e straordinaria del lago, ma anche e soprattutto per approfondire le dinamiche dell’ecosistema acquatico per la sua conservazione. La Provincia ha conoscenze e competenze per proseguire nella gestione e lo potrà fare autonomamente, grazie al sostegno di un tavolo tecnico in cui Regione e Arpav condividono i lavori e li monitorano, per verificarne efficacia ed efficienza.”
Come tutti i sistemi umidi, il lago di Fimon ha una forte tendenza all’interramento. Un fenomeno naturale che porta alla rarefazione o addirittura alla scomparsa degli habitat acquatici a favore di quelli terrestri. Rispetto a un secolo fa, il fondo del lago si è innalzato di oltre un metro. Considerato che la profondità media della colonna d’acqua è di 1,7 metri, con un massimo di circa 3 metri, si stima che, in condizioni di assenza di interventi, l’intero sistema acquatico verrà compromesso in pochi decenni.
Un tema, questo, molto caro alla Provincia, che negli anni ha realizzato studi e progetti in collaborazione con diversi atenei, con la Regione, con il Genio Civile, con il Consorzio di Bonifica Alta Pianura Veneta, con il Comune di Arcugnano e accedendo a fondi della Comunità Europea. Lo sa bene il sindaco Paolo Pellizzari, che nel passato è stato protagonista di questi progetti in qualità di assessore provinciale competente. L’interesse di Arcugnano ad una buona gestione del sito è evidente, “per questo -ha sottolineato Pellizzari- il dialogo con la Provincia è quotidiano così come la collaborazione. Stiamo partecipando ad un bando legato al Pnrr per un progetto che prevede di portare acqua di sorgente dalla valle dei Mulini al lago di Fimon, in modo da ossigenarlo. Ma questa è solo una delle azioni da fare.”
L’altra, sicuramente, è la sistemazione del ponticello che permette la passeggiata in sicurezza intorno al lago. “Finora non abbiamo potuto intervenire per motivi amministrativi -ha spiegato Macilotti- oggi con la firma del protocollo può farlo la Provincia e ho già dato mandato agli uffici di provvedere.”
La strada è quindi tracciata e condivisa da tutti i livelli di governo oggi presenti ad Arcugnano: Regione, Provincia, Comune. Ora non resta che mettere a frutto competenze e collaborazioni.
Valorizzando il grande patrimonio ambientale che il lago di Fimon custodisce, ma promuovendone anche la conoscenza storica, visto che proprio in quest’area sono stati ritrovati insediamenti preistorici riferibili al Neolitico (IV millennio a.C.) e all’età del Bronzo (II-I millennio a.C.).
E senza dimenticare che oltre che meta turistica per l’intero territorio regionale, il lago di Fimon risulta attrattivo per una serie di attività ricreative ed escursionistiche come corsa, vela, bike e pesca.
Alla Provincia la Regione riconosce anche un fondo di 50mila euro l’anno, per un totale quindi di 150mila euro, per la gestione del lago, la predisposizione di studi e progettazione.
Una gestione che dovrà comunque essere condivisa. Il protocollo stabilisce infatti che il piano di lavoro finalizzato alla gestione ecocompatibile del lago e il monitoraggio delle relative azioni siano valutati da un tavolo tecnico costituito dalla Regione e formato da rappresentanti della direzione regionale competente in materia di difesa del suolo, con funzioni di coordinamento, dalla direzione regionale competente in materia di tutela delle acque, dalla Provincia di Vicenza e da Arpav.