Il re dei rebus è vicentino!
Il re italiano dei rebus è vicentino, precisamente di Agugliaro, ma ufficialmente residente a Noventa Vicentina. Si chiama Manuel Zanini, in arte Carlo Bisis, 50 anni e una passione che ha coltivato fin dall’infanzia. Chi lo conosce lo definirebbe una ‘personalità sfuggente’ ma nello stesso tempo ‘formidabile burlone’ oltre che un amante appassionato della parola e delle sue potenzialità, capace di sondarne il significato, l’origine e ogni possibile declinazione facendone del suo uso… un’arte. E’ impiegato nel settore alberghiero e (ndr.) è un assoluto genio nella realizzazione di rebus. Una passione nata quando era piccolo e leggeva assiduamente la Settimana Enigmistica presa nell’edicola della mamma ad Agugliaro.
E’ reduce da Pompei dove si è tenuta una delle più quotate competizioni nazionali… Lo abbiamo intervistato.
Di che campionato si tratta?
“È il campionato per autori Rebus della Sibilla, storica e prestigiosa rivista di settore – fondata dal decano dell’enigmistica Guido Iazzetta – che raccoglie il meglio della produzione enigmistica italiana. La premiazione si è svolta ai primi di giugno a Pompei nella tradizionale festa della Sibilla e ha visto la partecipazione di oltre 100 enigmisti da tutt’Italia in un clima conviviale e di grande felicità proprio perché ci si ritrovava dopo la pausa forzata degli ultimi due anni.”.
Chi vi partecipa?
“Dai rebussisti in erba ai collaboratori e redattori della Settimana Enigmistica e di altre prestigiose riviste di enigmistica”.
Che titoli ha vinto?
“Quest’anno le premiazioni sono state accumulate. A causa dell’emergenza covid erano saltate le feste del 2020 e del 2021. Ho vinto due medaglie d’argento (per le edizioni 2019 e 2020) e la seconda medaglia d’oro in carriera per i giochi del 2021, la cui premiazione si è tenuta, appunto nel 2022?”.
Cosa comporta un riconoscimento come il premio Sibilla?
“Comporta il fatto che posso bullarmi per la seconda volta a livello nazionale”.
Quali sono i tuoi punti forti?
“La mia produzione da anni cerca di estendere i confini del rappresentabile nel gioco. Tanto che è stata coniata la definizione di Rebus 2.0 per segnalare quei giochi che implicano sceneggiature del disegno chiavi risolutive che si discostano dai classici rebus.
Per esempio, ho creato un rebus sterescopico, ossia a due vignette con la prima separata da alcune pagine dalla seconda per avere la chiave “se ricordi”.
L’anno scorso mi è stato pubblicato un gioco che aveva nella seconda vignetta una pellicola riflettente (pensa al lavoro redazionale che ha comportato), il primo rebus personalizzato della storia”.
Come è nata questa passione?
“I miei avevano il negozio e annessa edicola ad Agugliaro ed avevo sempre la Settimana Enigmistica a portata di mano. Questo è stato fondamentale nel far nascere questa passione”.