8 Luglio 2022 - 15.30

Il Garante Privacy dà ragione all’Ipab contro l’esposto del sindacato CUB – Ipab denuncia Turetta per diffamazione – La replica della segretaria provinciale CUB

ORE 15 – LA REPLICA DI TURETTA

Riceviamo e pubblichiamo la replica di Maria Teresa Turetta, segretaria provinciale CUB Vicenza

Il comunicato diramato da Ipab Vicenza arriva all’indomani della nostra segnalazione al sindaco di Vicenza e alla Regione Veneto sul divieto di cumulo di stipendio e pensione per gli incarichi dirigenziali e di governo affidati al dottor Ermanno Angonese attuale presidente del Cda di Ipab, ma soprattutto in qualità di ex dirigente delle Ulss del Veneto con riferimento all’ultimo decennio.

Ci limitiamo a dire che la CUB il 29 aprile 2021 ha utilizzato lo strumento del “reclamo al Garante della Privacy” per tutelare lavoratori che avevano letto il loro nome e cognome in una lettera diramata dalla direzione di Ipab Vicenza, in cui venivano convocati ad una sessione vaccinale anti Sars cov-2  tutti nel medesimo giorno e orario. Di quella nota abbiamo contestato la pubblicazione della lista dei nomi e  cognomi dei dipendenti che non si erano ancora vaccinati e il fatto che la lettera fossa stata resa pubblica anche all’esterno dell’ente, quindi a ditte private che gestiscono i tanti servizi appaltati da Ipab Vicenza, oltre che in tutte le bacheche aziendali e nel portale del dipendente.

A seguito del nostro “reclamo” al Garante della Privacy abbiamo appreso dai lavoratori che la lettera con pubblicati i cento nomi dei dipendenti è statasuccessivamente rimossa da Ipab Vicenza sia dalle bacheche che dal portale del dipendente.In quel periodo la direzione di Ipab Vicenza ha ricevuto, direttamente dai legali di alcuni lavoratori dipendenti, esplicite diffide per fermare tale prassi organizzativa con pubblicazione di nomi di dipendenti, prassi che di fatto poi non si è più ripetuta.E’ per tale motivo che il Garante della Privacy, nella nota di risposta che alleghiamo, comunica l’esito dell’istruttoria relativa al nostro reclamo con la frase “si invita codesto Ente ad adottare, anche sul piano organizzativo, i necessari accorgimenti al fine di prevenire trattamenti non conformi al quadro normativo in materia di protezione dei dati personale e alle indicazioni fornite dal Garante” . Tale invito precede la motivazione della conclusione dell’istruttoria con “archiviazione” in quanto si è  “tenuto conto delle difficoltà interpretative nella fase della prima applicazione del quadro normativo” .  

L’Ipab non è stata sanzionata perché, dopo la nostra denuncia pubblica, ha fatto sparire quegli elenchi pubblici. Ergo, l’ente di contrà San Pietro non spacci una sua ritirata per una vittoria. Proprio grazie al nostro reclamo una situazione incresciosa è stata stroncata sul nascere. Noi non ci facciamo intimorire da questi giochini da terza elementare. Non abbiamo paura e per questo pubblichiamo integralmente il verdetto del Garante. Ora sfidiamo il presidente Ermanno Angonese, la direttrice generale Annalisa Bergozza e il direttore del personale Alessandro Vianello ad un incontro pubblico sulla vicenda. Così ci illustreranno bene il loro pensiero perché il comunicato stampa che hanno diramato oltre ad essere fumoso contiene pure errori di lessico.

Da parte nostra dobbiamo purtroppo constatare che vi è una prassi aziendale da parte di Ipab di Vicenza di denunciare per diffamazione non solo i sindacalisti, come la scrivente, ma anche giornalisti e lavoratori dipendenti. Immaginiamo che tali denunce non siano fatte con soldi dei singoli denuncianti, in quanto privati cittadini, ma con soldi pubblici. Auspichiamo che, chi ha il potere di vigilare sui conti di Ipab Vicenza, lo faccia anche verificando quante spese legali sono state messe a bilancio negli ultimi anni e a quali studi legali esse sono state affidate, in particolare quanti contenziosi sono stati avviati negli ultimi anni contro i lavoratori dipendenti licenziati e successivamente risarciti davanti al Giudice del lavoro. Tutto ciò alla luce del fatto che il risarcimento del danno ai lavoratori licenziati da Ipab è anch’esso pagato con soldi pubblici.  

ORE 10.50 – Rigettato dal Garante per la privacy l’esposto del Cub contro Ipab di Vicenza

Il ricorso era stato fatto nel 2021, a seguito di una seduta vaccinale organizzata in favore dei dipendenti. L’Ente ha inoltre querelato per diffamazione la sindacalista Turetta.

Il Garante per la privacy ha rigettato nei giorni scorsi l’esposto presentato da Maria Teresa Turetta, della segreteria del Cub (Confederazione unitaria di base- federazione di Vicenza), nei confronti di IPAB di Vicenza.

Il ricorso al Garante, da parte della Turetta, era stato fatto a seguito della convocazione di una seduta vaccinale anti covid organizzata a favore dei dipendenti Ipab, presso la residenza “Trento” di Vicenza, durante il mese di maggio 2021, in piena pandemia.

In concomitanza con tale evento, il sindacato CUB, rappresentato dalla stessa Turetta, aveva organizzato una manifestazione di protesta di fronte alla sede centrale di IPAB, in contrà San Pietro, diffidando l’Ente dal procedere alla seduta vaccinale, contestando, tra l’altro, le modalità con cui erano stati convocati i dipendenti.

Non avendo Ipab accolta tale richiesta, ed essendosi pertanto svolta regolarmente la seduta per chi desiderava sottoporsi al vaccino, Turetta ha in seguito presentato un esposto al Garante per la privacy nei confronti dell’Ente. Esposto che, come detto, è stato respinto, confermando la piena correttezza dell’operato dell’IPAB di Vicenza.

Inoltre, in occasione della manifestazione suddetta, la rappresentante sindacale ha espresso pubblicamente dichiarazioni diffamatorie nei confronti dell’Ipab di Vicenza, che al fine di tutelare la propria immagine ha presentato querela nei confronti della Turetta.

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