11 Luglio 2022 - 11.43

Vicenza Jazz ai Chiostri di Santa Corona con KURT ELLING featuring Charlie Hunter

Chiostri di Santa Corona, ore 20

KURT ELLING featuring Charlie Hunter

“SuperBlue”

Kurt Elling (voce), Charlie Hunter (chitarra), DJ Harrison (tastiere), Corey Fonville (batteria)

Sabato 16 luglio ai Chiostri di Santa Corona sarà Kurt Elling a dominare la scena di una nuova serata estiva del festival New Conversations – Vicenza Jazz (inizio alle ore 20). La più altolocata voce maschile del jazz internazionale sarà affiancata dalla chitarra di Charlie Hunter, col quale condivide la leadership del progetto “SuperBlue”. Il senso del groove assurge a una nuova dimensione anche per un artista di vasta esperienza come Elling grazie alle basi ritmiche predisposte da due campioni dell’hip hop come DJ Harrison (tastiere) e Corey Fonville (batteria).

Il festival New Conversations – Vicenza Jazz 2022 è promosso dal Comune di Vicenza in collaborazione con la Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza, in coproduzione con Trivellato Mercedes Benz, con Aquila Corde Armoniche di Vicenza come sponsor e Acqua Recoaro come sponsor tecnico.

Tra una diva jazz e l’altra, ogni tanto sulla Terra arriva anche una voce maschile carismatica. Kurt Elling, chicagoano classe ’67, con la sua immagine e gli atteggiamenti sfacciatamente hip è piombato come un ufo nel felpato mondo dello swing odierno. Risultato, anche per via delle doti vocali: un successo planetario, sancito dalle ripetute vittorie nei referendum sia di DownBeat (per quattordici anni consecutivi a partire dal 2000!) che di Jazz Times come migliore voce maschile. Aggiungete poi due Grammy (e quindici nomination), una dozzina di premi della Jazz Journalists Association e altri trofei raccolti in Europa.

Dopo un lungo sodalizio con la Blue Note, nel 2007 Elling è approdato alla Concord, continuando a sfornare dischi in cui l’irresistibile fascino canoro si somma a programmi musicali composti con bizzarra maestria. Sotto l’egida del producer Don Was (specializzato in Bob Dylan e Rolling Stones), una specie di nuovo corso nella carriera del cantante arrivò nel 2011, con l’album The Gate. Un’opera beffarda che poneva Elling davanti all’inevitabile bivio creato dal successo: a destra si prosegue lungo la strada del jazz, a sinistra si imbocca la rock avenue. Allora da che parte prendere? Elling divaricò le gambe, facendo lunghi passi in entrambe le direzioni. E sorpresa: come cantante pop dimostrò un’autorevolezza espressiva pari alle sue doti di jazz performer.

Il circuito virtuoso tra il richiamo pop del repertorio e la sofisticata levatura jazzistica di Elling fu confermato dal successivo 1619 Broadway – The Brill Building Project (2012), col suo affondo nella canzone statunitense tra anni Cinquanta e Sessanta. E poi ancora dal repertorio assemblato con la massima varietà ma saldamente coerente nella visione interpretativa di Passion World (2015): canzoni raccolte in giro per il globo, da Cuba all’Islanda, dalla Scozia alla Francia, tutte accomunate dall’intensità emotiva dei testi. Amori, passioni romantiche e strapazzi di cuore in un esotico viaggio attorno al mondo. Più di recente è arrivato anche un disco di songs natalizie, The Beautiful Day (2016, OKeh/Sony).

Qualche anno, tre dischi e una casa discografica dopo, lo ascoltiamo in SuperBlue (2021, Edition Records) in compagnia del chitarrista Charlie Hunter.

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